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 Pix test n. 75 – Ekletta Serie DUG UP

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
pixbuster Inserito il - 06/01/2018 : 12:39:02
Ecco un altro modello costruito dalla EKLETTA di Pegognaga (Mantova)

www.ekletta.it

E’ una mountain-bike biammortizzata
La motorizzazione è, come sulla quasi totalità dei modelli di questo Costruttore, della giapponese Dapu, ma per la prima volta è di tipo “centrale” con sensore di sforzo
Si chiama

Dug Up

E ho potuto “cavalcarla” per oltre 500km










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IN BREVE

Il telaio, biammortizzato, è completamente in alluminio idroformato 6061, specifico per accettare il motore centrale Dapu
E’ di tipo slooping che garantisce robustezza e consente una ampia regolazione dell’altezza della sella
L’ammortizzatore anteriore, RockShox TK120, ha una (elevata) escursione di 120mm ; ha il precarico regolabile ed è bloccabile
L’ammo posteriore è uno RockShox Monarc RT, di indubbia qualità

Il peso senza batteria è di 23.2kg : ruote tassellate e doppio ammo vogliono il loro tributo in termini di peso
La batteria pesa 2.6kg e porta il peso complessivo a 25.8 kg

La sella è di tipo “corsa” in tinta con il telaio
Il manubrio è largo e dritto, tipico da MTB; le manopole garantiscono una presa stabile ma sono un pò dure
La serie sterzo è integrata e di elevato diametro; è regolabile a spessori
La posizione in sella è a busto leggermente inclinato in avanti (“intermedia”)
L’altezza minima della sella rispetto al terreno, grazie al telaio slooping, è di 860mm : adatta anche a persone non troppo alte

Il cambio è uno Shimano Deore a deragliatore con 10 rapporti preciso, rapido e con una buona estensione dei rapporti: non mi ha dato il benchè minimo problema
Il comando, sempre Shimano Deore, è del tipo a doppia levetta : comodo e morbido da azionare
Il range dei rapporti è esteso e consente di pedalare con buon rendimento muscolare sia alla velocità massima sia a meno di 7 km/h

La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate; testata fino a 52.8km/h senza problemi nonostante le gomme tassellate

Lo smontaggio sia della ruota anteriore, sia quello della ruota posteriore sono di tipo rapido
I pneumatici sono da 27.5” x 2.35” e sono artigliati
Il cavalletto non c’è e non c’è il portapacchi posteriore, ma stiamo parlando di una MTB

L’impianto è a dischi “idraulici” Tektro Auriga con dischi entrambi da 180mm
Le leve dei freni sono robuste e morbide da azionare e sono dotate degli switch di cut-off del motore
La frenata è potente e assai ben modulabile; lo spazio di fermata da 25 km/h è di 3.10m: ottimo valore
C’è una certa tendenza al bloccaggio della ruota posteriore e, se si insiste nella frenata, al ribaltamento in avanti
Nelle prove, non ho riscontrato mai problemi di surriscaldamento

La centralina è alloggiata all’interno del gruppo motore e accessibile con lo smontaggio di un coperchio; ha l’autospegnimento dopo 5 minuti di inattività

La DugUp è equipaggiata con una batteria al litio a 36 Volt 13Ah 468 Wh con celle Panasonic
Il suo alloggiamento è ricavato nel tubo obliquo del telaio che ha una forma a L (molto rinforzata)
L’estrazione avviene ruotandola verso l’esterno: facilmente e senza sforzi così come il reinserimento
E’ presente un indicatore di carica a led singolo che cambia colore, attivabile tramite pulsante
E’ presente un connettore USB per poter ricaricare lo smartphone o il navigatore satellitare durante la marcia

Il caricabatteria è di tipo switching, senza ventola : è perciò silenziosissimo; ricarica la batteria completamente scarica in 6 ore e 20 minuti

Al centro del manubrio c’è un cruscottino a cristalli liquidi retroilluminato E’ completato da una pulsantiera fissata a sinistra sul manubrio con pulsanti molto comodi e utilizzabili anche con i guanti
Il display ha anche l’indicazione della potenza fornita dal motore e l’indicazione in volt della tensione della batteria
La visibilità del display in piena luce è mediocre : lo schermo tende ad avere molti riflessi; al buio le sua leggibilità è ottima

La DugUp è motorizzata con un gruppo motore centrale della giapponese DAPU da 250W e 36V
E’ accreditato di una coppia alla corona di oltre 90Nm : valore elevato che si avverte bene in salita
La linea di catena risulta ottimale
Durante la marcia il rumore del motore è praticamente inavvertibile; non diventa mai sensibile nemmeno in accelerazione o in salita

Il cablaggio elettrico è ordinato e quasi invisibile

La motorizzazione Dapu centrale utilizza il sensore di sforzo applicato ai pedali
L’assistenza viene regolata su 5 livelli più il livello “zero” in cui è disinserita; è attiva fino a 25km/h e a 26 cessa del tutto
La cadenza di pedalata massima a cui arriva l’assistenza elettrica è oltre le 90ped/min

Il motore è regolato “in corrente” dalla centralina, ma con una logica specifica che lo avvicina, come comportamento, alle centraline che lavorano “in tensione”
L’effetto pratico è che, quando si affronta una salita, il motore rallenta i suoi giri (perciò anche la velocità di pedalata) ma nel contempo aumenta la sua potenza compensando automaticamente la pendenza, senza richiederci di aumentare lo sforzo sui pedali Questo implica che si deve lasciar calare la frequenza di pedalata per avere più assistenza
L’assistenza non si avvia da fermo, ma occorre ruotare i pedali di circa 45° pari a 30 centimetri in prima marcia
La risposta del torsiometro non è troppo immediata, così non ci sono “onde” nell’erogazione della potenza del motore anche a bassa velocità di pedalata; ma questo ritardo è ben calibrato e non fa perdere prontezza quando si marcia su fondi difficili

Il tempo per percorrere 50m da fermo è ottimamente breve : 9.48” e la velocità di uscita è già il massimo consentito dal limitatore elettronico: 27.8 km/h; in questa prova ho impresso ai pedali una spinta un pò superiore al consueto per la presenza del torsiometro

Nel traffico, la spinta del motore è potente e la bipa è manovrabile: ci si muove agevolmente
Ma l’erogazione della potenza non è immediata e la bipa non risulta particolarmente scattante
Si regola la velocità sul valore desiderato modulando la spinta sui pedali, regolando i livelli di assistenza e selezionando il giusto rapporto del cambio
Il telaio è molto robusto e non flette nè svirgola anche prendendo buche in curva
Gli ammortizzatori filtrano molto bene le sconnessioni urbane

Il cambio non è dotato di sensori, perciò al momento della scalata di marcia bisogna alleggerire con un attimo di anticipo la spinta sui pedali per far diminuire l’assistenza elettrica e consentire una cambiata senza strappi

Il cavalcavia al 4% viene superato a 23.1 km/h in 10.a marcia, con minimo sforzo se si lascia scendere la cadenza di pedalata a 52ped/min
La salita al 10% si supera a 14.5 km/h in 6.a e con uno sforzo leggero (80W); con il soft-start si riparte senza alcuno sforzo
Fino al 12% , utilizzando il soft-start, si sale (lentamente) anche senza mettere i piedi sui pedali
Sul 17% bastano 80W muscolari per salire a 9.6km/h in 3.a marcia e 55 ped/min
La partenza richiede 20 kg sul pedale (sempre con il “soft-start”)
Sul 20% sono salito in 1.a marcia a 9.0km/h e con uno sforzo appena superiore ai casi precedenti (85W)
La cadenza di pedalata è stata di 67ped/min perciò ancora vivace
La ripartenza ha richiesto (sempre con l’ausilio del pulsantino “soft-start”) 28kg: sforzo realizzabile da chiunque
Sulla rampa al 27% si arrampica richiedendo ancora solo 85W muscolari (in 1.a) e la ripartenza domanda 42kg

E’ presente la funzione “camminata assistita” ; la velocità in piano dipende dal rapporto inserito
E’ potente e consente di salire su pendenze anche molto elevate “tirando” il ciclista

Per la logica particolare della centralina, questa bipa raggiunge in piano una velocità che dipende molto dal rapporto inserito
Durante l’arco della scarica, per mantenere la medesima velocità occorre leggermente aumentare la spinta sui pedali per compensare la diminuzione della tensione della batteria
Invece, se pendenza o vento contrario fanno diminuire leggermente la velocità, la centralina provvede ad aumentare autonomamente la spinta del motore senza richiederci maggior sforzo come invece succede con altri sistemi a torsiometro
Questa logica ci consente di fare marce di trasferimento in piano fino alle salite meta del proprio itinerario senza richiederci molto impegno fisico, lasciandoci così tutta l’energia muscolare per le scalate
Altrettanto consente ad un commuter di non arrivare stanco e sudato al lavoro; ed anche di superare eventuali “strappi” in salita senza sudare

Nella prova di autonomia a livello di assistenza 5 (massimo) e in 10.a marcia, la velocità è stata tipicamente di 24km/h Lo sforzo muscolare richiesto è stato di 81W che è un pò maggiore di quello che normalmente utilizzo nelle prove (70W)
Il valore di autonomia a 20°C risulta poco più di 68 km

Nella seconda prova ho utilizzato il livello 4 di assistenza e ancora la 10.a marcia
La velocità tipica è rimasta uguale (24km/h) e lo sforzo muscolare è cresciuto ad 84W : la differenza è piccola ma alla fine del percorso l’ho avvertita in termini di stanchezza (come del resto ho avvertito il passaggio dai consueti 70W agli 81 della prova precedente)
Normalizzando il risultato, ottengo un valore di 64km utili e di 75km totali

Nella terza prova ho scalato una marcia e sono passato in 9.a mantenendo il livello 4 di assistenza
La velocità tipica è scesa a 23km/h e lo sforzo muscolare è diventato 95W (che tende a stancare chi è poco allenato)
A 20°C normalizzati, si ottiene una autonomia utile e totale di 87km

La marcia in coppia è agevole per la presenza del torsiometro: si modula la potenza del motore tramite la spinta sui pedali, ma è necessario selezionare l’opportuno rapporto del cambio

Sugli sterrati, per effetto degli ammortizzatori di buona qualità, la marcia è confortevole e la guidabilità rimane ottimale anche su discese impegnative
Data la mia poca esperienza sui percorsi da MTB, mi sono fatto aiutare da un esperto:
Filippo Belloni che ha militato per anni in nazionale MTB e ha conseguito risultati di rilievo
Ha provato la DugUp per un giorno intero sulle colline del veronese e il suo giudizio è stato positivo: ha apprezzato la potenza del motore anche se ha rimarcato l’originalità dell’erogazione che comunque non ha trovato ne fastidiosa ne penalizzante
Anche il giudizio sulla ciclistica e sugli ammortizzatori è stato positivo
Mi ha detto in definitiva che è “interessante come alternativa meno costosa alle MTB di alto livello”

In auto si trasporta come una normale muscolare, solo più pesante (23.2 kg senza batteria);
Lo smontaggio rapido di entrambe le ruote consente di alloggiarla in bagagliai non particolarmente capienti
Il trasporto su scala non è agevole sia per il peso sensibile (25.8kg con la batteria a bordo) sia per la mancanza di un punto di presa comodo; il trasporto in treno è di conseguenza consigliato solo occasionalmente

Senza assistenza richiede 107W muscolari per marciare a 18km/h : è un valore assai simile a quello di una buona MTB muscolare

La Dug-Up non viene fornita di impianto luci: è da scegliere al momento dell’acquisto quello più idoneo al proprio utilizzo
E’ però consegnata con i catadiottri anteriore, posteriore, sulle ruote e sui pedali
Non è dotata di antifurti di serie salvo la chiave di bloccaggio della batteria
Sul telaio è applicata una etichetta che non si può rimuovere della CymiChip (che riporta un codice univoco e registrato sul loro database) e la bulinatura del numero di serie
Tutte le bipa della Ekletta possono essere assicurate per il furto e possono avere anche l’Europassistance con recupero del mezzo in caso di guasto

Sono applicabili i normali accessori da mountain-bike, come ad esempio un portapacchi con attacco al tubo sella
All’atto dell’acquisto viene fornita una scatola che contiene il manuale, i pedali, il caricabatteria, gli attrezzi base e un prezioso flaconcino di ritocco per la vernice

E’ certificata dal TUV tedesco per le norme europee su robustezza bici da turismo, Epac cioè biciclette a pedalata assistita, e compatibilità elettromagnetica
Le batterie sono anch’esse certificate a norma UN38.3 per la sicurezza

La garanzia è di 2 anni ma estendibile a 4
Anche la batteria ha una garanzia di 4 anni : molto buono!

Il prezzo di listino, al momento del test, è di 2890 €



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Qui c’è la SCHEDA con il riassunto delle caratteristiche principali

Scheda valutazione





CICLISTICA

Il telaio è completamente in alluminio idroformato 6061, specifico per accettare il motore centrale Dapu
E’ di tipo slooping che garantisce robustezza e consente una ampia regolazione dell’altezza della sella




L’ammortizzatore anteriore, RockShox TK120, ha una elevata escursione: 120mm e consente alla ruota di copiare fedelmente le asperità della strada mantenendo una elevata aderenza
Ha il precarico regolabile ed è bloccabile





Per quanto abbia fatto, non sono riuscito a portarlo sopra a 60mm di corsa: segno che consente ben altro tipo di sforzi rispetto a quelli che ho saputo imprimergli da inesperto di mountain-bike



L’ammo posteriore è uno RockShox Monarc RT, di indubbia qualità






Il peso senza batteria è di 23.2kg : ruote tassellate e doppio ammo vogliono il loro tributo in termini di peso
La batteria pesa 2.6kg e porta il peso complessivo a 25.8 kg

La sella è di tipo “corsa” perciò stretta ma dotata di scavo centrale: richiede un pò di abitudine ma consente una pedalata senza sfregamenti dell’interno cosce
Con un tocco di estetica tutta italiana, è in tinta con il telaio



La regolazione dell’altezza è rapida e quella dell’inclinazione è fine




Il manubrio è largo e dritto, tipico da MTB; ha un diametro generoso per una solidità ottimale anche con sforzi intensi
Le manopole garantiscono una presa stabile ed efficace ma sono un pò dure nelle lunghe percorrenze su strade piane



La serie sterzo è integrata e di elevato diametro; è regolabile a spessori




La posizione in sella è a busto leggermente inclinato in avanti (“intermedia”)

L’altezza minima della sella rispetto al terreno, grazie al telaio slooping, è di 860mm e rende adatta questa bipa anche a persone non troppo alte




Il cambio è uno Shimano Deore a deragliatore con 10 rapporti preciso, rapido e con una buona estensione dei rapporti; non ha dato il benchè minimo problema in tutto l’arco della prova, anche quando l’ho maltrattato



Il comando, sempre Shimano Deore, è del tipo a doppia levetta : comodo e morbido da azionare
Si scala con il pollice e si sale di rapporto con l’indice; si possono scalare due rapporti con una unica pressione sulla levetta
L’indicatore della marcia inserita è ben visibile, ma non riporta indicazioni sul numero del rapporto: bisogna farci un pò di abitudine; di notte risulta invisibile



Il range dei rapporti è esteso e consente di pedalare con buon rendimento muscolare sia alla velocità massima sia a meno di 7 km/h: si trova il giusto rapporto in ogni condizione di strada
Guardando i valori numerici, il rapporto più “da salita” non risulta particolarmente corto, ma nell’uso reale, la elevata coppia del motore lo rende sufficiente anche su pendenze elevate

Chi va frequentemente in salita potrebbe adottare una corona più piccola che non porterebbe comunque la cadenza di pedalata a valori elevati anche alla massima velocità




Lo smontaggio sia della ruota anteriore, sia quello della ruota posteriore sono di tipo rapido: nessun problema ... aggiuntivo ... al fastidio della foratura






La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate; ho portato la DugUp fino a 52.8km/h senza alcun problema, nonostante le gomme tassellate
Faccio presente che la discesa su cui eseguo questa prova è la stessa delle salite al 10 e 13.5 %, perciò , come si vede nei filmati delle salite, comprende anche curve; dunque la controllabilità che sperimento è anche quella nelle curve veloci
La forma aperta del tubo obliquo, necessaria ad ospitare la batteria, non mi ha mai dato sensazioni di torsione del telaio: in effetti la struttura è ben rinforzata

Lunghezza e passo sono quelli di una classica biammortizzata; il telaio non manifesta svirgolamenti nemmeno nelle manovre strette e questo rende la DugUp reattiva nei cambi di direzione

La marcia senza mani è del tutto stabile e la bipa risulta guidabile ma un pò reattiva: non abusare di questo modo di condurla

Dug Up - marcia senza mani



I pneumatici sono da 27.5” x 2.35” e sono artigliati



la valvola è una Schrader (tipo automobilistico): facile gonfiarla ai distributori di carburante e dai gommisti




I pedali sono in lega, di forma larga e hanno i piolini per garantire la presa della suola della scarpa anche se bagnata; sono comodi anche nell’uso quotidiano e penso li adotterò anche sulla mia bipa; ci sono i catadiottri regolamentari
Le pedivelle sono in lega



Il cavalletto non c’è, ma stiamo parlando di una MTB
E, per lo stesso motivo, non c’è il portapacchi posteriore
Per portare piccole cose si può eventualmente pensare di applicare un portapacchi con l’aggancio al tubo sella

Non è fornito di serie nemmeno il campanello, ma io consiglio di farsene montare uno in omaggio dal negozio in cui si va a comprarla ;-)
Anzi suggerisco di mettere quei campanelli di nuova forma che sono fatti ad anello e che avvolgono il manubrio: hanno poco ingombro e, a mio parere, sono esteticamente validi; qui un esempio trovato su E-Bay (vabbè lo confesso è un velato suggerimento alla Ekletta perchè lo adotti e consegni le bipa con tutti i sistemi di sicurezza montati)




La componentistica è di livello elevato e la cura nell’assemblaggio è ottima; l’aspetto è ben curato anche nei dettagli






IMPIANTO FRENANTE

L’impianto è a dischi con comando idraulico Tektro Auriga; i dischi sono entrambi dei generosi 180mm
Qui il freno anteriore



E questo il freno posteriore




Le leve sono robuste e morbide da azionare; entrambe sono dotate degli switch di cut-off del motore
Nella foto si vede il serbatoio dell’olio idraulico e il sensore (facilmente sostituibile)




La frenata è potente e assai ben modulabile; lo spazio di fermata da 25 km/h è di 3.10m: ottimo valore anche in confronto con i V-brake che sono molto efficaci in questo tipo di frenata
La pressione da esercitare sulle leve dei freni non è mai eccessiva anche se si vuole il massimo dell’azione frenante
C’è una certa tendenza al bloccaggio della ruota posteriore e, se si insiste nella frenata, al ribaltamento in avanti
L’ottima modulabilità aiuta bene a non esagerare anche su fondi a poca aderenza
Nelle prove, non ho riscontrato mai problemi di surriscaldamento

Dug Up – frenata da 25km/h


In definitiva: un ottimo impianto frenante




Vediamo ora la PARTE ELETTRICA


CENTRALINA

E’ alloggiata all’interno del gruppo motore e accessibile con lo smontaggio di un coperchio
E’ assai ben protetta e raffreddata tramite il carter della motorizzazione stessa



La centralina è dotata di autospegnimento dopo 5 minuti di inattività (perciò se ci si dimentica la bipa “accesa” non si corre il rischio di trovarsi con la batteria scarica)



BATTERIA

La DugUp è equipaggiata con una batteria al litio a 36 Volt
La capacità è di 13Ah per un totale di 468 Wh
Gli elementi di cui è composta sono della Panasonic



Il suo alloggiamento è ricavato nel tubo obliquo del telaio che ha una forma a L (molto rinforzata)
Come si vede, la batteria non è del tutto “annegata” nel telaio e questo favorisce una certa snellezza nelle forme della bipa
L’estrazione della batteria avviene ruotandola verso l’esterno, dopo averla sbloccata con la chiave
La manovra non richiede sforzi e non ci sono impuntamenti da superare; il riposizionamento della batteria avviene spingendola rapidamente nella parte alta fino a sentire lo scatto del bloccaggio: molto facile



Ecco come si presenta la batteria quando estratta



Si trasporta facilmente sottobraccio anche se è priva di maniglie; il peso è contenuto : 2.6kg




Qui si vede la forma del tubo obliquo e gli attacchi della batteria



La chiave di bloccaggio non ha alcuna funzione elettrica ed è ubicata sulla parte fissa della struttura portabatteria




I contatti di potenza sulla batteria sono ben incassati ma restano sotto tensione anche a batteria estratta
Prestare attenzione se la si ripone insieme ad oggetti metallici




Sul lato superiore è presente un indicatore di carica a led attivabile tramite pulsante anche a batteria estratta
E’ dotato di un solo led che cambia colore a seconda dello stato di carica (blu-verde-rosso) e lampeggia quando si è “in riserva”
E’ attivabile anche stando in sella, ma il pulsante è un pò duro; dopo la pressione del pulsante, l’indicatore rimane acceso per alcuni secondi consentendo una agevole lettura



E’ presente un connettore USB per poter ricaricare lo smartphone o il navigatore satellitare durante la marcia
Il circuito dell’alimentatore USB è nello stesso contenitore della batteria per cui è possibile usarla come poderoso “power bank” quando è smontata dalla bipa
Non viene indicata la corrente massima, ma ho provato con un carico di 500mA e funziona benissimo



La ricarica può essere eseguita a batteria montata o estratta
il connettore di ricarica è sempre facilmente accessibile in entrambe le situazioni



Il caricabatteria è di tipo switching, senza ventola : è perciò silenziosissimo
Pesa 600 grammi compresi i cavi; eroga una corrente massima di 2.0A e ricarica la batteria completamente scarica in 6 ore e 20 minuti
La sua dimensione è piuttosto contenuta e ben si presta ad essere portato con se
I cavi sono di lunghezza normale e la spina di rete è di tipo “italiano” da 10A
E’ dotato di una spia che indica la connessione alla reta e un’altra che si accende di color rosso durante la carica e diventa verde a carica ultimata






COMANDI e REGOLAZIONE DELL’ASSISTENZA

La DugUp è dotata di un cruscottino a cristalli liquidi retroilluminato posto al centro del manubrio (comune ad altri modelli della stessa Ekletta); in questa posizione risulta protetto in caso di caduta della bipa



E’ completato da una pulsantiera fissata a sinistra sul manubrio



I pulsanti (larghi e rilevati) sono molto comodi e utilizzabili anche con i guanti;
sono ottimamente disposti e raggiungibili tutti facilmente col pollice senza muovere la mano dal manubrio
Vi si comanda l’accensione della centralina, il cambio di livello di assistenza, la commutazione delle funzioni del display e la camminata assistita
I livelli di assistenza sono 5 ed è presente il valore “zero” che stacca l’assistenza ma fa rimanere attivo il cruscottino con le sue indicazioni

Il display offre molte indicazioni; utile la barra che indica la potenza assorbita dal motore e ancora di più lo sono la precisa indicazione analogica della carica della batteria (con la consueta barra) e quella della tensione della batteria (numerica in Volt)
L’odometro (e di conseguenza il tachimetro) è un pochino ottimista e segna il 2,5% in più del reale
L’indicazione voltmetrica è corretta

La visibilità del display in piena luce è mediocre : lo schermo tende ad avere molti riflessi
Al buio le sua leggibilità è ottima






MOTORE

La DugUp è motorizzata con un gruppo motore centrale della giapponese DAPU
La sua potenza è di 250W regolamentari ed è alimentato a 36V
E’ accreditato di una coppia alla corona di oltre 90Nm : valore elevato che si avverte bene in salita



Qui si vede il contenuto ingombro laterale dell’intero gruppo



La linea di catena risulta ottimale: fatto che si apprezza nelle cambiate sempre precise anche con i rapporti estremi



Ecco una vista da sotto in cui si notano la compattezza ... e i fori di aereazione (che non comunicano con le parti elettriche ed elettroniche) per un miglior smaltimento del calore nella marcia a bassa velocità




Durante la marcia il rumore del motore è praticamente inavvertibile; non diventa mai sensibile nemmeno in accelerazione o in salita

Dug Up - rumore in marcia






CABLAGGI

Il cablaggio elettrico è ordinato e quasi invisibile
Nella zona manubrio i cavi dei sensori dei freni si connettono al cruscottino a cui è collegata anche la pulsantiera; dal cruscottino poi parte un unico cavo, verso il gruppo motore, che entra rapidamente all’interno del telaio
Da notare la presenza di connettori per ogni cavo, utilissimi in caso di sostituzione di qualche componente



Qui la zona di ingresso nel telaio: il cavo elettrico è uno solo, gli altri sono quelli per il cambio e per i freni



Nella parte posteriore ci sono solo i cavi del cambio e del freno



E’ presente un sensore di velocità della ruota posteriore il cui cablaggio entra subito nel telaio



Il resto dei sensori e dei collegamenti di potenza sono tutti interni al gruppo motore o al telaio



MODALITA’ DI ASSISTENZA

La motorizzazione Dapu centrale utilizza il sensore di sforzo applicato ai pedali (detto “torsiometro”), perciò la regolazione dell’assistenza è ottenuta esercitando muscolarmente una maggiore o minore pressione sui pedali: più si spinge più ci mette il motore

La sensibilità di questo sensore viene regolata tramite 5 livelli selezionabili con i pulsanti a manubrio: significa che il motore amplifica la forza esercitata sui pedali sempre di più via via che si aumenta il livello di assistenza
L’effetto che si percepisce è che i nostri muscoli diventino via via più potenti
E’ possibile disattivare l’assistenza elettrica (livello “zero”) ed è presente la camminata assistita (detta “walk”)

L’assistenza continua ad essere attiva fino a 25km/h poi inizia ad affievolirsi e cessa del tutto a 26km/h
La cadenza di pedalata massima a cui arriva l’assistenza elettrica è oltre le 90ped/min

Il motore è regolato “in corrente” dalla centralina, ma con una logica specifica che lo avvicina, come comportamento, alle centraline che lavorano “in tensione” tipiche delle motorizzazioni “hub”
L’effetto pratico è che, al diminuire della velocità di rotazione del motore (che vincolata univocamente a quella della pedalata), la potenza inviata al motore cresce anche se si continua ad esercitare il medesimo sforzo sui pedali
Quando si affronta una salita, il motore rallenta i suoi giri (perciò anche la velocità di pedalata) ma nel contempo aumenta la sua potenza compensando automaticamente la pendenza e senza richiederci sforzi maggiori
Questo suggerisce che si deve lasciar calare la frequenza di pedalata per avere più assistenza



AVVIO DELL’ASSISTENZA

Per ottenere la partenza del motore bisogna accendere la centralina e iniziare a pedalare

L’assistenza non si avvia da fermo, ma occorre ruotare i pedali di circa 45° pari a 30 centimetri in prima marcia: è un valore molto breve che consente di avvertire subito la spinta del motore
Il motore eroga subito tutta la sua potenza e l’accelerazione risulta sostanziosa
Il torsiometro è molto sensibile (si riesce ad attivarlo anche con la forza del braccio come si vede nel filmato)

Dug Up - avvio assistenza al banco


Dug Up - avvio assistenza su strada


Utilizzando il pulsante “soft-start”, non è richiesto alcun contributo muscolare per la partenza
ed è utilissimo nelle partenze in salita dove ci allevia sostanziosamente il picco iniziale di sforzo
In questa modalità il motore spinge con potenza elevata: qui si vede come riesca a farci salire sul 12% (che non è poco!) senza nemmeno mettere i piedi sui pedali

Dug Up - soft start su 12%


La pedalata non ha prevalenza sul soft-start: se si parte con questo comando attivato e si inizia a pedalare, la velocità rimane a 6 km/h; appena si rilascia il pulsante, interviene la normale regolazione dell’assistenza
Perciò, appena la bipa si avvia, si deve rilasciare il pulsante per prendere velocità
La risposta del torsiometro non è “fanaticamente” immediata, così non ci sono “onde” nell’erogazione della potenza del motore anche a bassa velocità di pedalata; ma questo ritardo è ben calibrato e non fa perdere prontezza quando si marcia su fondi difficili

Su entrambe le leve dei freni sono presenti i sensori di cut-off, perciò agendo su una qualsiasi delle leve l’assistenza si interrompe immediatamente



ACCELERAZIONE

Ecco il consueto grafico della velocità in funzione della distanza percorsa e del tempo



Il tempo per percorrere 50m da fermo è ottimamente breve : 9.48” e la velocità di uscita è già il massimo consentito dal limitatore elettronico: 27.8 km/h
(questa prova viene eseguita con la batteria appena staccata dal carichino dopo la ricarica)
Va segnalato che, nella prova, ho impresso ai pedali una spinta di circa 80W che è leggermente superiore a quanto applico normalmente in questo test (70W) ma ciò è reso necessario dalla presenza del torsiometro che richiede una certa pressione sui pedali per far erogare potenza al motore
E’ una ottima accelerazione che consente di arrivare all’altro lato dell’incrocio insieme agli scooter e tenendo alle spalle le automobili (... se partono “normalmente” e se non sono elettriche)



NEL TRAFFICO

La spinta del motore è potente e la bipa è manovrabile: ci si muove agevolmente
Invece le fasi di riattacco sono un pò pigre anche se poi recupera per l’elevata coppia disponibile

La presenza del torsiometro per regolare la spinta fornita dal motore, insieme ai numerosi livelli di assistenza selezionabili, consentono di adattare bene la propria velocità alle condizioni del traffico ma è necessario agire sui rapporti del cambio perchè ha la tendenza a portarsi sempre alla cadenza di pedalata più alta

Il telaio è molto robusto e non flette nè svirgola anche prendendo buche in curva
Come vedremo più avanti, la marcia sui sentieri sassosi è confortevole; figuriamoci sui “semplici” pavè cittadini !
Gli ammortizzatori filtrano molto bene le sconnessioni urbane



COMPORTAMENTO IN SALITA E PENDENZE SUPERABILI

La DugUp è una mountain-bike e perciò è pensata per un uso in salita; le prove pratiche confermano questa sua attitudine

Ecco la tabella degli sforzi necessari sulle varie pendenze e le velocità relative




La partenza in piano può avvenire anche con sforzo molto lieve vista la buona scorrevolezza e se si usa il soft-start lo sforzo scende a zero

Premetto che nei test in salita vado alla ricerca del minimo sforzo; se si spinge di più, ovviamente, le velocità aumentano rispetto a quelle riportate
Come già detto, la centralina alimenta con più vigore il motore se si lascia scendere la cadenza di pedalata, ma non si va mai a valori di basso rendimento muscolare; questa logica di funzionamento rende un pò meno modulabile la spinta per regolare la potenza del motore

Il cambio non è dotato di sensori, perciò al momento della scalata di marcia bisogna alleggerire con un attimo di anticipo la spinta sui pedali per far diminuire l’assistenza elettrica e consentire una cambiata senza strappi

Il cavalcavia al 4% viene superato a 23.1 km/h in 10.a marcia e con il solo peso della gamba applicato ai pedali, lasciando scendere la cadenza di pedalata a 52ped/min
Nel filmato, il salto nell’inquadratura è perchè ho cambiato marcia passando appunto in 10.a per far “lavorare” di più il motore: scusatemi
La ripartenza con il soft-start non richiede alcuno sforzo

Dug Up - cavalcavia 4 %



La salita al 10% si supera a 14.5 km/h in 6.a e con uno sforzo leggero (80W)
Anche su questa salita, la ripartenza con il soft-start non richiede alcuno sforzo

Dug Up - salita 10 %



Sul 12% abbiamo già visto parlando del soft-start che si sale anche senza mettere i piedi sui pedali, seppur lentamente

Sul 13.5% si sale in 6.a a12.0 km/h e con il medesimo sforzo applicato sul 10%: 80W
E la partenza, col soft start, richiede una quindicina di chili applicati al pedale (è poco più del peso della gamba)

Dug Up – tratto salita al 13.5 %



Sul 17% bastano anche qui 80W muscolari per salire a 9.6km/h in 3.a marcia e 55 ped/min
La partenza richiede 20 kg sul pedale (sempre con il “soft-start”)

Dug Up – tratto salita al 17%


Nel filmato si vede un certo serpeggiamento nella partenza: è dovuto al fatto che guidavo con una mano sola avendo nell’altra la videocamera


Sul 20% sono salito in 1.a marcia a 9.0km/h e con uno sforzo appena superiore ai casi precedenti (85W)
La cadenza di pedalata è stata di 67ped/min perciò ancora vivace e ottima per scaricare sui pedali tutta la nostra potenza muscolare
La ripartenza ha richiesto (sempre con l’ausilio del pulsantino “soft-start”) 28kg: sforzo realizzabile da chiunque perchè limitato ad un paio di secondi

Dug Up – tratto salita al 20%


Nel filmato si vede bene che la bipa parte decisa già da ferma perchè uso il pulsantino magico; poi c’è una esitazione perchè ho rilasciato il pulsante in ritardo e la bipa era già arrivata ai 6 km/h “legali” del soft-start, ma subito il motore riaccelera con decisione
Si vede inoltre che con due mani sul manubrio non parto serpeggiando nemmeno su questa maggior pendenza


Ed ecco la durissima prova sulla rampa al 27%
Alla DugUp piace dar prova di forza: si arrampica richiedendo ancora solo 85W muscolari (in 1.a) e la ripartenza domanda 42kg che significa appoggiarsi al pedale con quasi tutto il proprio peso, ma per poco tempo perciò alla portata di chiunque

Dug Up - rampa al 27%


Riassumendo: si possono affrontare salite anche molto ripide senza affanno e si riparte senza problemi senza bisogno di mettersi in diagonale rispetto alla strada

Al paragrafo “marcia su fondi sterrati” c’è un esempio di salita su fondo naturale a forte pendenza che la Dug-Up affronta ... senza farsi intimidire ... nonostante al manubrio ci sia un inesperto di fondi scoscesi come sono io



CAMMINATA ASSISTITA

Si può attivare la funzione di “camminata assistita” tramite il pulsante “meno” sul cruscottino
L’attivazione del motore avviene dopo 1 secondo
La velocità in piano dipende dal rapporto inserito e, appunto cambiando marcia, si può adattare alle proprie esigenze del momento

Ma l’uso di questa funzione è importante in salita dove non solo si incarica di far marciare la bipa senza doverla spingere, ma addirittura ci “tira” anche sulla pendenza al 27%
Perciò, se anche la salita dovesse essere troppo dura o sconnessa per restare in sella, una efficace forma di assistenza elettrica ci viene comunque garantita
Nel filmato si vede come riesca a superare il gradino già da ferma e come faccia facilmente impennare la bipa anche sul terribile 27%

Dug Up - camminata assistita





VELOCITA’ e AUTONOMIA

Inizio il discorso mettendo una foto della Dug-Up scattata a Peschiera del Garda: quando la bipa sotto test ha una autonomia sufficiente, lo “certifico” con una gita al lago (circa 70km)
La giornata era grigia, ma il luogo mi affascina sempre




Per la logica particolare della centralina, questa bipa raggiunge in piano una velocità che dipende molto dal rapporto inserito; ho perciò eseguito due prove in 10.a marcia con livelli di assistenza diversi e una prova con la 9.a marcia
Durante l’arco della scarica, per mantenere costante la velocità occorre leggermente aumentare la spinta sui pedali per compensare la diminuzione della tensione della batteria
Invece, se piccole pendenze o leggero vento contrario fanno diminuire leggermente la velocità, la centralina provvede ad aumentare autonomamente la spinta del motore senza richiederci maggior sforzo come invece succede con altri sistemi a torsiometro
Questa logica ci consente di fare eventuali marce di trasferimento in piano fino alle salite meta del proprio itinerario senza richiederci molto impegno fisico, lasciandoci così tutta l’energia muscolare per le scalate
Altrettanto consente ad un commuter di non arrivare stanco e sudato al lavoro; ed anche eventuali “strappi” in salita abbiamo visto nel paragrafo specifico che non richiedono “sudore”

Vediamo in dettaglio i valori rilevati

Prova eseguita a livello di assistenza 5 (massimo) in 10.a marcia
La velocità è stata tipicamente di 24km/h ed ho ottenuto una percorrenza utile e totale * di 70.6km a 23°C di temperatura ambiente
Lo sforzo muscolare richiesto è stato di 81W (un pò meno all’inizio e un pò più alla fine) che è un pò maggiore di quello che normalmente utilizzo nelle prove (70W)
Normalizzando il valore di autonomia a 20°C si prevedono poco più di 68 km

*considero percorrenza utile i chilometri percorsi fino a che la velocità scende del 10% rispetto a quella iniziale; l’autonomia totale è quella fino a spegnimento della centralina per tensione troppo bassa oppure quando la velocità scende sotto ai 18km/h; nella prova qui eseguita la velocità non è mai scesa sotto al valore descritto perciò autonomia utile e totale coincidono




Per la seconda prova ho utilizzato il livello 4 di assistenza e ancora la 10.a marcia
La velocità tipica è rimasta uguale (24km/h) e la percorrenza è stata di 63.3km utili e 73.6km totali a 19°C
Lo sforzo muscolare è cresciuto ad 84W : la differenza è piccola ma alla fine degli oltre 70km l’ho avvertita in termini di stanchezza (come del resto ho avvertito il passaggio dai consueti 70W agli 81 della prova precedente)
Normalizzando il risultato, ottengo un valore di 64km utili e di 75km totali
Faccio notare che la velocità “di crociera” non scende mai sotto ai 21km/h




Nella terza prova ho scalato una marcia e sono passato in 9.a mantenendo il livello 4 di assistenza
La velocità tipica è scesa a 23km/h ma la percorrenza è salita a 83.5km utili e totali
Lo sforzo muscolare è diventato 95W che comincia a ... stancare chi non è allenato
La temperatura durante la prova è stata di 17°C perciò, riportando il valore ai 20°C normalizzati, si ottiene una autonomia utile e totale di 87km




La mia consueta gita al Garda con questa bipa è sempre fattibile !



MARCIA IN COPPIA
La marcia in coppia è agevole per la presenza del torsiometro: si modula la potenza del motore tramite la spinta sui pedali, ma è necessario selezionare l’opportuno rapporto del cambio perchè il motore (e perciò la frequenza di pedalata) tende ad arrivare sempre al valore massimo



MARCIA SU FONDI STERRATI

I due ammortizzatori sono di buona qualità ed hanno una corsa elevata: il confort è buono anche su fondi difficili
Anche la guidabilità rimane ottimale su discese impegnative
L’ammo anteriore ha il precarico regolabile ed è bloccabile

Data la mia poca esperienza sui percorsi da MTB, mi sono fatto aiutare da un esperto:
Filippo Belloni che ha militato per anni in nazionale MTB e ha conseguito risultati di rilievo (ai tempi di Paola Pezzo, per avere un facile riferimento temporale)
Ora ha un negozio dove vende MTB anche elettriche di alta gamma
Ha provato la DugUp per un giorno intero sulle colline del veronese, dove ha riscontri diretti con altre MTB muscolari ed elettriche
Il suo giudizio è stato positivo: ha apprezzato la potenza del motore anche se ha rimarcato l’originalità dell’erogazione che comunque non ha trovato ne fastidiosa ne penalizzante
Anche il giudizio sulla ciclistica e sugli ammortizzatori è stato positivo
Mi ha detto in definitiva che è “interessante come alternativa meno costosa alle MTB di alto livello”

Ma nell’interesse della scienza, ho comunque provato uno sterrato sconnesso in forte pendenza ! e sono salito senza difficoltà ( le maggiori difficoltà le ho avute in discesa perchè avevo paura)

questo è un fotogramma estratto dal filmato per poter valutare la pendenza e il fondo anche se, come sempre, le foto non rendono bene l’elevata inclinazione del terreno



ed ecco la mia impresa (vabbè non siamo mica su MTB-Forum !!!)

Dug Up – sterrato in forte pendenza





TRASPORTO IN AUTO E IN TRENO

In auto si trasporta come una normale muscolare, solo più pesante (23.2 kg senza batteria);
Le parti elettriche non richiedono necessità particolari
Anche la lunghezza è come quella di una muscolare
Comoda la possibilità di smontaggio rapido di entrambe le ruote che consente di alloggiare la DugUp in bagagliai non particolarmente capienti: si può facilmente caricare la bipa in auto per arrivare all’inizio del nostro itinerario montano

Il trasporto su scala non è agevole sia per il peso sensibile (25.8kg con la batteria a bordo) sia per la mancanza di un punto di presa comodo
Se il sollevamento è saltuario si può fare; se frequente meglio pensare ad un altro modello (anche della stessa Ekletta)

Dug Up - trasporto su scala


Il trasporto in treno è di conseguenza consigliato solo occasionalmente; anche il manubrio largo ostacola nel salire sulle carrozze ferroviarie
L’aggancio ai sostegni non presenta ostacoli
Negli ascensori standard delle ferrovie ci sta “al pelo”



(lo ricordo sempre: in treno portare con sè una corda elastica perché a volte i sostegni non ci sono o sono tutti occupati e occorre fissare la bipa … dove capita; altra buona precauzione è dotarsi di un grosso elastico o di un velcro per bloccare una delle leve dei freni in posizione di frenata ed impedire così alla bipa di andarsene a spasso nello scompartimento)



PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA – SCORREVOLEZZA

Essendo la motorizzazione di tipo centrale, le ruote scorrono come una qualsiasi bici muscolare
Gli attriti dovuti al sistema di assistenza derivano dal cinematismo del gruppo motore
Come si vede nella seconda parte del filmato, i pedali scorrono un pò meno bene di quelli di una muscolare, ma la differenza – in watt – è piccola; la perdita maggiore viene generata dai pneumatici tassellati
Ne risulta una richiesta di 107W muscolari per marciare a 18km/h senza assistenza elettrica: è un valore assai simile a quello di una buona MTB muscolare
In piano si torna a casa agevolmente anche senza assistenza
In salita, invece, il peso si fa sentire e occorre utilizzare i rapporti più corti del cambio che diventano rapidamente insufficienti in caso di salite ripide: in definitiva, meglio non farsi sorprendere dalla scarica della batteria se si è in montagna

Dug Up - scorrevolezza ruote e pedali



Ecco come si presenta senza batteria (a mio parere, dal vivo un pò bruttina per il tubo obliquo “vuoto”) ... ma perchè lasciare a casa il “serbatoio elettrico”?






IMPIANTO LUCI

La Dug-Up non viene fornita di impianto luci: è da scegliere al momento dell’acquisto quello più idoneo al proprio utilizzo nella gamma fra “solo per essere visti” e “illumino a giorno il bosco umido”
E’ però consegnata con i catadiottri anteriore, posteriore, sulle ruote e sui pedali



L’immagine seguente rappresenta quello che vede un automobilista che illumini laDugUp lateralmente con i fari:
sufficiente ma niente di più






ANTIFURTO

LaDugUp non è dotata di antifurti di serie salvo la chiave di bloccaggio della batteria
Assolutamente necessario dotarla del sistema preferito per poterla affrancare solidamente a qualche struttura fissa durante il parcheggio

Sul telaio è applicata una etichetta che non si può rimuovere della CymiChip che riporta un codice univoco e registrato sul loro database: all’atto dell’acquisto vengono inseriti i dati dell’acquirente



E’ anche presente la bulinatura sul telaio del numero di serie: vedi foto al paragrafo “centralina” in cui risulta chiaramente visibile

Tutte le bipa della Ekletta possono essere assicurate per il furto e possono avere anche l’Europassistance con recupero del mezzo in caso di guasto



ACCESSORI

Sono applicabili i normali accessori da mountain-bike, come ad esempio un portapacchi con attacco al tubo sella

All’atto dell’acquisto viene fornita una scatola che contiene il manuale, i pedali, il caricabatteria, gli attrezzi base e un flaconcino di ritocco per la vernice
E’ il primo costruttore che vedo fornire questi particolari in una bella confezione invece che in un anonimo sacchetto di plastica! Interessante la presenza del ritocco








CERTIFICAZIONI, GARANZIA E PREZZI

La DugUp (come tutte gli altri modelli Ekletta) è certificata dal TUV tedesco per le norme europee su robustezza bici, Epac cioè biciclette a pedalata assistita, e compatibilità elettromagnetica
Le batterie sono anch’esse certificate a norma UN38.3 che riguarda la loro sicurezza

Sul telaio è riportata la conformità alla normative relative all’assistenza elettrica




La garanzia è di 2 anni ma estendibile a 4 e lo è anche sulla batteria: notevole !

Il prezzo di listino, al momento del test, è di 2890 €



CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO

La Dug-Up è una mountain bike che con il suo potente motore centrale e con la “biammortizzazione” può accompagnarci in escursioni anche su tracciati impegnativi
Può essere una scelta più economica ma non meno performante rispetto a modelli più noti

Con la sua poca richiesta di sforzo muscolare nella marcia in piano è adatta anche ad un uso “commuter” soprattutto in città con molti saliscendi
Richiede però sempre un pò di sforzo muscolare, utile per mantenersi in forma senza grossi sacrifici
E con i suoi performanti ammortizzatori può affrontare anche i fondi più sconnessi delle nostre città con elevato confort del ciclista

Ottima per un uso quotidiano per la sua robustezza; sicuro ed efficace l’impianto frenante

Poco adatta al trasporto di bimbi per la presenza del carro posteriore ammortizzato che ostacola il montaggio del seggiolino
E’ appena sufficiente alla voce “trasporto di cose” e solo se si applica un portapacchi fissato al tubo sella

Non particolarmente adatta ad un uso frequente sui treni a meno che le carrozze non abbiano il piano di salita a livello della banchina

Per il trasporto in camper è un pò ingombrante ma come lo sarebbe una muscolare con ruote da 28”
Invece è necessario valutare il tipo di portabici che deve essere adatto al suo peso (23 chili senza batteria)
Lo smontaggio delle ruote è una operazione abbastanza agevole, utile se si vuole arrivare al luogo di partenza dell’escursione trasportando la bipa all’interno dell’auto

Ottima nelle gite anche di notevole raggio sia per la discreta velocità che per l’autonomia
Non adatta al turismo itinerante per la mancanza di portapacchi capienti



NOTA

Tutti i dati sono ottenuti col mio peso a bordo: 75kg vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare, fotocamera e merenda





10   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
andrea 104KG Inserito il - 09/01/2018 : 22:40:17
Non sono d'accordo sui km, un hub legale pretende meno sforzo in pianura. Con 95 watt vai agevole a motore spento!
bubunapoli Inserito il - 09/01/2018 : 21:19:44
Pix dice:
"Quando si affronta una salita, il motore rallenta i suoi giri (perciò anche la velocità di pedalata) ma nel contempo aumenta la sua potenza compensando automaticamente la pendenza e senza richiederci sforzi maggiori"

é una peculiarità non riscontrabile in altri gruppi centralina-motore, mi sembra, una sorta di pilota automatico
che percepisce la difficoltà del biker. E' la cosa che più mi ha colpito di questa bici,
al di la della ciclistica come giustamente osservano Steu e Andrea.

Ad ogni modo Pix rileva le velocità sempre col il minimo sforzo ai pedali, come lui ha sempre
tenuto a precisare e mi sembra che sta bipa sia un'ottima arrampicatrice.
Sui Km percorsi +o- è in linea con la concorrenza.
andrea 104KG Inserito il - 09/01/2018 : 20:42:44
La prova è super, come sempre... Non ho ben capito come funziona sto motore, se è un vero torque o meno...
La ciclistica di queste bici è più o meno equivalente ad una rockrider 9.1 che costa un migliaio di euro... quindi sono mtb full entry level, non paragonabili ai marchi top (ben più cari) ma nemmeno disprezzabili. Del resto i super ammortizzatori servono essenzialmente per le discese, sono addirittura controproducenti in salita, se non si fanno salti e discese da dh vanno benissimo anche in montagna. Poi moltissimo dipende dal peso del ciclista, più si pesa più occorre una bici costosa per sentirsi sicuri, in primis non per gli ammortizzatori ma per i freni. Rallentare 70kg non è per niente la stessa cosa che rallentarne oltre 100....
Da questa bici mi sarei aspettato qualche km in più di autonomia, più che un telaio/ammortizzatori super...
Comunque pix non è bravo ma eccezionale!
job Inserito il - 09/01/2018 : 11:24:04
... vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare, fotocamera e merenda


Eh si, questi sono i test che ci piacciono, non al banco o con campioni professionisti del pedale, la gente comune ha giustamente paura in discesa e si porta la merenda !

Io lo dico sempre se Pix non ci fosse bisognerebbe inventarlo, ma c'è ed è un'esclusiva di Jobike !!! I ringraziamenti per quello che fa non saranno mai abbastanza !!!

Steu851 Inserito il - 09/01/2018 : 10:55:56
Il montaggio come MTB mi pare basico, avrei preferito almeno che al posto del QR9 le ruote avessero il perno passante, che oltre ad essere molto più comodo quando si deve montare o smontare le ruote garantisce più rigidità.
Molto strano il motore, che si comporta a metà strada tra il PAS ed il torsiometro, tanto è vero che credo sia l'unico caso di motore a torsiometro con sensori di cut-off sui freni, anche il display indica i livelli come PAS. Sembrerebbe che il motore abbia come nel caso del PAS un ritardo tra quando si smette di imprimere forza sui pedali e quando smette di assistere, e la cosa potrebbe essere problematica in fuoristrada, per fortuna c'è il cutoff.
Una mancanza nella prova è l'indicazione della percentuale del livello di assistenza erogata dal motore ai vari livelli
lucaviglie Inserito il - 09/01/2018 : 10:00:30
Propongo a Pix un test con un centrale durante il raduno umbro! Una bellissima occasione per visitare l’Umbria e per confrontare il comportamento di tante bipa diverse. E una presenza prestigiosa al biparaduno!
bubunapoli Inserito il - 09/01/2018 : 09:31:57
Elettronica sofisticata, ma la prova questa volta non mi è piaciuta !!

Pix non ci ha detto dove si mettono le cialdine, perchè secondo me
questa bipa fa anche il caffè..
SHILAH Inserito il - 06/01/2018 : 16:21:00
Bella ed equilibrata prova e bipa assolutamente valida.
Le ruote montate sono già impegnative e penso la bici aumenti di scorrevolezza se si passa a pneumatici più stretti. In questo caso la bici diventa più stradale e utile anche per l'uso quotidiano di chi abita in zone collinari o si diletta ogni tanto a fare qualche sterrato. La paura nelle discese ci accomuna e il tester Pix è per me assolutamente adeguato.
Miura72 Inserito il - 06/01/2018 : 14:56:34
Grande Pix
Per me è o la prima o la seconda che vedo che riesce a salira sulla salita all' 27%. In piu è ripartita da meta salita. Buona
Quel motore merita piu considerazione e publicita.
andrea28 Inserito il - 06/01/2018 : 14:28:48
Grazie Pix, test completissimo, il motore non lo conoscevo ancora.

Bravissimo mi piacerebbe facessi il test anche alla mia bipa.
Ciao

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