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 pix-test n. 26 - Wayel OneCity LONG RIDE

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
pixbuster Inserito il - 25/09/2011 : 19:02:09
Ed ecco l’ultimo dei tre modelli che la Wayel di Bologna ( www.wayel.it ) mi ha messo a disposizione per il test
E’ la Long Ride e fa parte della linea delle OneCity
L’ho tenuta per una ventina di giorni e ci ho percorso più di 400 km

Wayel OneCity LONG RIDE










IN BREVE

Di buona qualità e con soluzioni originali, è un mezzo adatto sia alla mobilità cittadina quanto alle gite “fuori porta”
La batteria di grossa capacità consente di raggiungere autonomie rilevanti, dell’ordine del centinaio di km, o di non dover ricaricare ad ogni rientro
Attenzione che però il tempo di ricarica è piuttosto lungo: 11 ore e mezza da batteria completamente scarica
La posizione in sella è di tipo “olandese” (a busto piuttosto eretto) ed il confort di marcia, dato dalla sella ben imbottita e dall’ammortizzatore anteriore, è buono
Il motore a mozzo anteriore le permette di salire, con sforzo leggero, fino a pendenze dell’ordine del 10%
La presenza del pulsante “soft start” consente di partire con sforzo leggero anche in salita
L’erogazione della potenza avviene con il controllo della velocità di rotazione dei pedali e con la selezione di tre livelli di assistenza ed è sempre morbida
Il cambio è interno al mozzo posteriore e a tre rapporti, forse un po’ pochi per un mezzo adatto a lunghi percorsi
Il peso è nella media (27.4 kg con la grossa batteria da 25V 24Ah); la sollevabilità non è … il suo forte
La velocità massima è intorno ai 26km/h ma decresce con il progressivo scaricarsi della batteria
La trasmissione ad albero (al posto della catena) consente una ottima pulizia (…anche nella linea) ed una manutenzione ridottissima




Ecco la SCHEDA con tutte le caratteristiche




CICLISTICA

E’ tutta in alluminio tranne i parafanghi e l’ammortizzatore anteriore
In sella risulta piuttosto comoda e assorbe bene le asperità della strada; un cannotto sella ammortizzato completerebbe egregiamente il confort
La sella è comunuque ben imbottita e con molle coperte; non ha però lo scavo “antiprostatite”



L’ammortizzatore anteriore, Suntour 4100 regolabile, lavora bene sulle asperità stradali e garantisce una buona precisione di guida; ha un ritorno poco fluido che però non altera le prestazioni







La posizione in sella è a busto piuttosto verticale



La regolazione del maubrio (bloccato con il classico dado e controdado) consente una escursione da 990 a 1055 mm da terra; non è molto elevata



Il cannotto è di diametro 25mm

La regolazione della sella va ottimamente da 820 a 980 mm consentendo a persone sia alte che basse di trovare la giusta regolazione
Il bloccaggio è con dado a “brugola” e non consente rapidi aggiustamenti

Il cambio è uno Shimano Nexus Inter3 a 3 rapporti, nel mozzo posteriore, dagli innesti rapidi e dolcissimi e che si può, molto comodamente, azionare anche da fermo





Il range degli sviluppi metrici della pedalata varia fra 2.94 m in prima , a 5.41m in terza
E’ un range un po’ limitato : su una bipa come questa si desidererebbe averne di più
Dalla tabella seguente si vede che, a velocità di crociera di 25/26 km/h il ritmo di pedalata è poco meno di 80 ped/min
Cadenza piuttosto elevata per una andatura turistica
Ma vedremo poi che la velocità più consona a questo modello è intorno ai 23km/h e qui la cadenza di pedalata è una molto più fruibile 70 ped/min
La velocità minima in 1.a è di circa 8 km/h con una cadenza di 45 ped/min ; giusto valore per scalare assistiti dal motore



Il comando del cambio è un Nexus a rotazione, posto sulla manopola destra del manubrio, perciò nella posizione tradizionale delle bici muscolari; comodo e preciso



La trasmissione non è quella classica a catena ma è realizzata tramite albero e rinvii conici
Riporto quanto già detto nel test del modello SUV della stessa marca, che ha lo stesso cinematismo


La trasmissione è realizzata tramite coppie coniche e albero, all’incirca come si vede in questo spaccato

Immagine:

62,69 KB

ed ecco come si presenta in realtà







Viene comunemente definita “trasmissione cardanica” ma in realtà il “cardano” è un tipo di giunto che permette di trasmettere il moto fra due alberi non allineati, che qui non è presente, ma che ha dato il nome a tutti questi tipi di trasmissione
Vantaggio di questa soluzione tecnica è la pulizia e la pochissima necessità di manutenzione
Infatti non c’è bisogno di carter di protezione per evitare di sporcarsi i pantaloni pedalando e anche il rischio che si impiglino nei meccanismi è completamente assente
Il rendimento di questa soluzione è peggiore di quello di una trasmissione a catena ben tenuta, ma è migliore di quello di una catena con poca lubrificazione
Lo smontaggio della ruota posteriore richiede semplicemente un po’ più di attenzione di quello di una ruota “classica”, ma anche in questo caso ci si sporca di meno

Anche la pulizia (qui intesa in senso estetico e non igienico) della linea del telaio se ne avvantaggia fortemente

La trasmissione è più silenziosa di quella a catena, eccetto quando si pedala “a vuoto” : in questa condizione si sente un rumore di ingranaggi dovuto ai giochi delle coppie coniche non più in tiro

Una caratteristica negativa di questo sistema è una spugnosità avvertibile quando si esercita pressione sui pedali



Questo effetto l’ho notato alle prime pedalate (essendo appena sceso da una muscolare con catena e deragliatore)
Ma ci si abitua in pochissimo tempo e, non essendo questo modello indirizzato ad un uso sportivo, la conseguente perdita di rendimento nella pedalata è poco importante


(nel video si può anche notare che è presente una certa elasticità nella forcella ammortizzata, che però non penalizza la guida)

La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate (testata fino a 47km/h senza alcun problema)
La marcia senza mani è possibile ma non consigliabile perché tendono lentamente ad innescarsi oscillazioni del manubrio Questo difetto non è causato dal telaio, bensì dalla presenza del peso della batteria sul portapacchi
Togliendo la batteria, le oscillazioni scompaiono completamente e si può viaggiare senza mani per lunghi tratti (ma non è da fare perché pericoloso e vietato dal codice della strada)

Il posizionamento del motore sulla ruota anteriore non disturba la guidabilità

I pneumatici (da 26” x 1.75” ) sono marca Kenda, hanno la banda riflettente e sono riempiti con gel antiforatura
Mi sembra che garantiscano una buona guidabilità ed una buona scorrevolezza
La valvola è tipo “schrader” cioè come quella delle automobili





I pedali sono in lega leggera, così come le pedivelle



Il cavalletto è del tipo “monopiede” e non consente la rotazione completa dei pedali quando è estratto (perciò in retromarcia va sollevato)



Non è presente alcun portapacchi, ma è fornibile come optional un “portatutto” posteriore su cui si possono applicare le borse a bisaccia (anche queste optional)


IMPIANTO FRENANTE

I freni sono V-brake all’anteriore e a tamburo al posteriore (è un freno sigillato montato nel mozzo che non richiede frequenti manutenzioni)





La frenata è stabile e potente: da 25 km/h ci si ferma in 3.9 m (secondo la EN 14764, deve essere inferiore a 7 m)
Il V-brake anteriore è potente e ben modulabile e non ha perso efficacia su discese lunghe
Il freno posteriore è molto morbido nella sua azione e dopo un uso intenso diventa rumoroso; però non perde molto la sua efficacia (ma un po’ si)
Nelle frenate di emergenza la ruota posteriore tende a bloccarsi

Le leve sono della Radius, in lega, e dotate di switch per il taglio dell’assistenza del motore (avvitati)
Il freno anteriore è comandato dalla leva a sinistra





Una cosa che ho trovata scomoda è la posizione del campanello a destra
La sua levetta deve essere tirata perciò si deve usare l’indice al posto del consueto pollice; niente di male: ci si abitua; ma bisogna muovere la mano sulla manopola e questo non mi pare sicuro visto che quando si suona c’è una probabile frenata di emergenza subito dopo






Ed ora la PARTE ELETTRICA


CENTRALINA

E’ collocata sotto alla batteria e la sua struttura funge da supporto per la stessa batteria; è sostenuta da un apposito tubo che fa parte del telaio ed ospita anche i cavi elettrici; la posizione è ben protetta, comoda in caso di smontaggio e di estetica originale



Sul fianco sinistro è alloggiata la chiave di accensione che inserisce anche il blocco antifurto per la batteria

La velocità che si può ottenere su strada piana è 25-26 km/h a batteria completamente carica; a vuoto la ruota raggiunge i 30.6 km/h
Non è presente il controllo tachimetrico

La velocità minima a cui si può viaggiare con l’assistenza è bassa, quasi al limite dell’equilibrio (circa 5 km/h)

La centralina non è dotata di autospegnimento, ma ha uno stand-by che consuma intorno ai 10mA (1Ah in 4 giorni)
Non ci sono segnalazioni che indichino che la chiave è inserita
Meglio ricordarsi di spegnere per non ritrovarsi con la batteria mezza scarica


BATTERIA

La LongRide viene fornita con una capace batteria al litio polimeri da 25.2V 24Ah pari a 605 Wh
E’ alloggiata sopra alla struttura che contiene la centralina ed è estraibile sfilandola verso la parte posteriore
La batteria viene bloccata tramite la chiave che ha anche la funzione di accendere la centralina



La chiave ha la testa pieghevole così non si corre mai il rischio di urtarla spezzandola dentro alla serratura
Sulla batteria è presente il connettore di ricarica che può essere utilizzato sia a batteria montate che estratta



Sulla batteria è presente un indicatore dello stato di carica a 3 led che si attiva premendo un piccolo pulsante



L’involucro è dotato di una comoda maniglia che consente un trasporto assai agevole



Il peso è di 5.0 kg : trasportare la batteria per un certo tempo è perciò faticoso

La chimica “litio polimeri” ha la caratteristica di fornire una tensione che si abbassa significativamente man mano che si avanza nella scarica; questo fatto implica che nell’ultimo quarto della percorrenza le prestazioni calano vistosamente

Sono disponibili anche le taglie da 10Ah e da 6 Ah (quest’ultima con un peso di 1.9 kg), per chi ha minori esigenze di autonomia o per chi vuole avere una seconda batteria più leggera, da usare tipicamente per le commissioni in città

Il caricabatteria è di tipo usuale, senza ventola (perciò assolutamente silenzioso)



Pesa 660 grammi compresi i cavi; eroga una corrente massima di 1.8A e ricarica una batteria completamente scarica in 11 ore e mezza; questo tempo è assai lungo ma si può interrompere la ricarica (in caso di necessità) considerando che dopo circa 5 ore si sono già immagazzinati circa 10 Ah

I cavi sono sufficientemente lunghi e la spina di rete è di tipo “tedesco”
E’ dotato di una spia che si accende di color rosso durante la carica e diventa verde a carica ultimata





COMANDI e REGOLAZIONE DELL’ASSISTENZA



La LongRide è dotata di un cruscottino con indicazioni a led rossi posto a sinistra sul manubrio, ben leggibile anche in pieno sole

Indica lo stato di carica della batteria con 4 led ed il livello di assistenza con 3 led



Di notte è molto ben visibile



Sono presenti anche i comandi elettrici, realizzati con tasti a membrana dotati di un leggero rilievo per identificarli al tatto senza distogliere lo sguardo
Il pulsante in alto a sinistra è l’accensione della centralina (e il suo spegnimento)
Quello al centro è l’attivazione del “soft start” (il pulsante dei “6 km/h”)
E quello in basso a sinistra commuta sequenzialmente il livello di assistenza (1-2-3 poi torna a 1)
Essendoci un solo pulsante per questa funzione, per passare dal livello 2 all’1 è necessario passare per il livello 3
Un pelino scomodo ma semplifica il cruscotto

L’azionamento con i guanti richiede abitudine perché i tasti, pur essendo distanziati, sono poco individuabili al tatto attraverso il guanto

L’indicazione della carica è abbastanza precisa, ma io suggerisco sempre di montare un ciclocomputer per avere sia l’indicazione della velocità che dei chilometri percorsi, così ci si può regolare ulteriormente sull’autonomia disponibile


MOTORE

E’ un hub anteriore, geared, da 250W a 24V, brushless e sensored



Ha un funzionamento sempre morbido senza strappi
La rumorosità in marcia è bassa e cresce poco sotto sforzo



E’ dotato di un connettore per poter agevolmente smontare la ruota (ma il cavo è fermato da fascette che devono essere sostutuite ad ogni smontaggio)





CABLAGGI

I cablaggi passano all’interno del tubo obliquo del telaio e poi nel tubo reggi-batteria; sono pochissimo visibili



Purtroppo emergono nella parte sotto al movimento centrale dove mi sembrano piuttosto esposti anche se ben raggruppati



Dove invece sono visibili e piuttosto disordinati, è nella zona manubrio





La motorizzazione anteriore, associata alla forcella ammortizzata, necessita di un cavo esterno
Purtroppo il colore nero e le fascette nere che lo legano alla sospensione, sono a mio parere piuttosto brutti
(vedi foto al capitolo “MOTORE”)

L’esemplare datomi in prova è di preserie; spero che nella produzione normale i cavi siano sistemati meglio: una bipa come questa, che ha al suo arco la freccia di una estetica originale, richiede qualcosa di più

Il dischetto del PAS è montato sull’asse pedali dal lato opposto alla corona, in posizione piuttosto esposta, ma facile da raggiungere per eventuali manutenzioni





MODALITA’ DI ASSISTENZA

La centralina eroga potenza al motore in funzione della rotazione dei pedali , del livello di assistenza selezionato e della velocità di rotazione dei pedali

L’erogazione della potenza è proporzionale alla velocità di rotazione dei pedali fra 9 e 48 pedalate al minuto, che corrispondono rispettivamente a 3 e 16 km/h (in terza marcia)
Questo significa che è possibile modulare la velocità di marcia rallentando (molto) la pedalata
D’altro canto, con questo sistema, nelle fasi di partenza il motore tende a non erogare tutta la potenza disponibile
Ciò si traduce in una erogazione morbida e non troppo adatta a ripartenze brucianti e salite impegnative
E’ possibile la “pedalata simbolica” purchè sopra alle 50 ped/min altrimenti la bipa rallenta

I livelli di assistenza selezionabili sono tre :
col primo livello si ha una velocità a ruota sollevata di 20.8 km/h che diventano circa 18km/h stando in sella su strada piana
il secondo livello consente 25.9 km/h a ruota sollevata e circa 22-23 km/h su strada
il terzo livello arriva a 30.6 km/h a ruota sollevata che diventano circa 25-26 km/h su strada
Il tasto “soft-start” fa girare la ruota sollevata a 10.8km/h
La differenza elevata fra il valore a ruota sollevata e quello su strada implica che è possibile aiutare con la pedalata e che se ne trae un aumento visibile della velocità; è perciò agevole trovare l’equilibrio fra potenza erogata dal motore e quella che si intende fornire con i pedali
E, lapalissianamente ( http://it.wikipedia.org/wiki/Lapalissiano ), più potenza si mette con i muscoli, più lunga diventa l’autonomia


AVVIO DELL’ASSISTENZA

L’avvio dell’assistenza avviene dopo mezzo giro di pedale che corrisponde a 1.5m in prima marcia e a 2.7m in terza
Sono valori un pò elevati che implicano di dover mettere in movimento la bipa praticamente solo a muscoli
La presenza del pulsante “soft-start” elimina questo problema poiché avvia l’assistenza da fermo, ma in questo caso diventa fastidioso il ritardo di un secondo dall’azione sul pulsante nell’avvio del motore (vedi oltre)

In questo filmato si vede l’avvio dell’assistenza al banco e la sua modulazione in base alla frequenza di pedalata
L’arresto dell’assistenza è immediato se si toccano i freni e dopo circa 0.7 secondi dalla fermata dei pedali



Qui c’è la partenza su strada in prima marcia: si nota il tratto da percorrere prima che il motore attacchi



Il pulsante “soft-start” consente l’avvio senza pedalata
Molto comodo nelle ripartenze in salita (anche se la potenza che il motore eroga in questa modalità è piuttosto bassa)
Molto comodo per condurre la bipa a mano in zone esclusivamente pedonali o per salire su pendenze … impossibili
Dal momento in cui si preme il relativo pulsante, passa un secondo prima che il motore si avvii
E’ un tempo introdotto per sicurezza, ma è molto lungo e penalizza la facilità di manovra (se si interrompe un attimo la pressione sul pulsante, ad esempio per una buca, occorre attendere di nuovo un secondo)



Nota normativa: questo dispositivo non è contemplato dal codice della strada creando problemi di interpretazione sulla sua utilizzabilità, ma sempre più Costruttori lo adottano sui loro modelli, creando così una situazione di regolarità di fatto


ACCELERAZIONE

Ho fatto le mie consuete prove di accelerazione su un tratto di 50 metri partendo da fermo e senza aiutare con i pedali
La media dei risultati è di 11.0” e la velocità di uscita è circa 23 km/h: è un valore nella media che conferma la morbidezza della spinta del motore


NEL TRAFFICO

La possibilità di regolare la velocità massima su tre livelli consente di adattare la propria velocità alle esigenze del traffico; me la modulabilità che si ottiene rallentando la pedalata non è molto agevole perché si deve rallentare molto la cadenza (verso le 30 ped/min)
La spinta morbida non mette mai in difficoltà durante le manovre; e, durante le manovre, è utile il pulsante dell’avvio senza pedalata per trovare rapidamente l’equilibiro quando non si è in posizione giusta con i pedali

Se si sbaglia rapporto alla partenza (il tipico semaforo rosso a cui si arriva dimenticandosi di cambiare), il cambio Nexus azionabile da fermo ci consente comodissimamente di ripartire col rapporto più adeguato


COMPORTAMENTO IN SALITA E PENDENZE SUPERABILI

In salita, un po’ come con tutte le bici elettriche, occorre tenere il ritmo di pedalata un po’ vivace (qui sopra alle 48 ped/min) per ottenere la spinta massima del motore; si regola poi con i tre livelli di assistenza la corrente massima assorbita dal motore in base alla propria voglia di contribuire con la pedalata
Il mezzo giro di pedale necessario all’attacco del motore ed il cambio con soli tre rapporti non ne fanno una grande scalatrice; ma le pendenze “comuni” sono sicuramente alla sua portata

Il cavalcavia al 4% viene superato a 20 km/h con apporto muscolare che può essere praticamente nullo



La filmato seguente mostra una salita al 10% che si supera a circa 10km/h in 1.a marcia; è necessario applicare un po’ di sforzo altrimenti la velocità scende troppo e il motore perde vistosamente di rendimento
Il tratto finale è al 13.5%; si sale in 1.a a 6.5km/h ma è necessario uno sforzo che potrebbe risultare troppo elevato per chi non è allenato



Nel filmato si sente che la rumorosità del motore non cresce mai a livelli fastidiosi

Segue la prova di partenza da fermo su rampa al 12%
E’ necessaria una decisa spinta sui pedali per superare il tratto prima che si avvii l’assistenza, poi il motore aiuta molto (ma è necessario comunque spingere decisamente sui pedali)
Con il pulsante “soft-start” le difficoltà di avviamento vengono annullate ma rimane la necessità di spingere sui pedali per percorrere la salita
Si vede che, col “soft start” e completamente senza pedalata, non riesce a partire



Il superamento della rampa al 17% richiede uno sforzo consistente; la velocità si assesta intorno ai 5km/h
La ripartenza risulta impegnativa, ma, usando il “soft start” diventa possibile senza sforzi troppo consistenti; siamo però al limite



Questa è la prospettiva della rampa per dare un’idea della pendenza




La rampa al 27% viene superata solo partendo dal piano e grazie all’inerzia
Siamo oltre le capacità di questo motore



(come faccio sempre, voglio precisare che questa è una pendenza estrema e che è assai difficile incontrarla sulle strade: su una tale pendenza una automobile generalmente non è in grado di ripartire; ci riescono solo le fuoristrada dotate di marce ridotte)

Qui si vede la prospettiva di tale salita





VELOCITA’ e AUTONOMIA

Ho eseguito due prove di autonomia con modalità differenti sul mio solito percorso-test che prevede un tratto extraurbano pianeggiante, uno urbano e alcuni calvacavia: simulo il viaggio dalla periferia al centro o una gita fuoriporta

La prima prova è stata fatta utilizzando sempre il livello massimo di assistenza (terzo livello) e a “pedalata simbolica” (cioè senza esercitare sforzo sui pedali); in questo modo ho ottenuto il valore minimo di autonomia su cui si può contare in pianura
In questa condizione ho percorso la ragguardevole distanza di 95 km



La velocità nel tratto iniziale variava fra 25 e 26 km/h; mano a mano che la batteria si scaricava, la velocità scendeva
Dopo 85 km (a 10 km dalla scarica completa) la velocità era do 21-22 km/h ; gli ultimi 10 chilometri sono da considerarsi come la “riserva” perché le prestazioni si riducono davvero molto

La seconda prova l’ho eseguita partendo al livello intermedio di assistenza ed esercitando una leggera spinta sui pedali (la mia solita: equivalente ad una marcia a 18-20 km/h con una discreta muscolare); la velocità era di 23 km/h



Dopo una quarantina di km, la velocità era scesa verso i 20-21km/h ; a questo punto sono passato al livello 3 di assistenza e la velocità è risalita a 24km/h
Dopo 98km, la velocità è scesa a 22km/h; dopodichè ha cominciato a calare piuttosto rapidamente fino alla scarica completa dopo un totale di 110 km

Se si viaggia con il primo livello di assistenza, la velocità si stabilizza sui 17-18 km/h (si viaggia in seconda marcia a 72 pedalate al minuto)
Non ho fatto una prova di autonomia in queste condizioni, ma ritengo che il valore indicato dal Fabbricante di 120km possa essere facilmente superato (ma ricordo che lo si otterrebbe con velocità piuttosto bassa)

A mio parere, l’uso più corretto per questa bipa è quello della seconda prova: livello 2 e poi passare al livello 3 : in questa modalità si può aiutare con la pedalata nella misura che preferiamo
La cadenza di pedalata risulta di 70 ped/min che è un valore adatto un po’ a tutti
La velocità di 23 km/h non è molto elevata ma la differenza rispetto al viaggiare al massimo non porta ad un sensibile aumento dei tempi (ovvero, a parer mio, non ne vale la pena)

Poiché l’autonomia è risultata di elevato valore, metto la foto scattata a Lazise sul Garda che si meritano i modelli che mi permettono di arrivarci da casa mia passando dalle colline di Custoza e poi lungo la ciclabile del Mincio (80km fra andata e ritorno), quale attestato di tale autonomia e, visto lo scenario, come premio al chilometraggio percorribile




MARCIA IN COPPIA

Come visto sopra, non è molto agevole modulare la pedalata per ottenere una regolazione “di fino” della velocità
Si può invece tenere un livello di assistenza più basso e incrementare lo sforzo sui pedali per marciare alla stessa velocità del nostro compagno/a


MARCIA SU FONDI STERRATI

Con i tre livelli si trova facilmente la velocità più adatta al tipo di fondo stradale
La marcia è stabile anche su fondi poco consistenti e l’erogazione morbida della potenza del motore non crea mai imbarazzi
L’ammortizzatore anteriore fa il suo lavoro ma, appena il fondo diventa un po’ ruvido, si sente la mancanza di un ammortizzatore anche sulla sella (il telaio risulta un po’ rigido)


TRASPORTO IN AUTO E IN TRENO

In auto si trasporta come una normale muscolare, salvo che smontare la ruota anteriore è complicato dalla presenza del cablaggio del motore (soprattutto dalle fascette che fermano il cavo che vanno tagliate –e perciò occorre un attrezzo – e poi sostituite)

Il trasporto in treno non presenta particolari difficoltà salvo per il peso che è maggiore di quello di una bici muscolare, anche a batteria estratta



Negli ascensori standard delle ferrovie entra senza problemi



La LongRide ha un agevole punto di sollevamento nel tubo che sostiene la batteria



ma risulta squilibrata indietro; senza batteria la cosa migliora ma rimane sempre un po’ difficoltoso
Il peso è allineato alla media ma si sente

film trasporto su scala




PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA – SCORREVOLEZZA

Il motore è dotato di ruota libera e risulta ben scorrevole ad assistenza staccata
Nella marcia indietro, il motore non ostacola le manovre
Anche la ruota posteriore, con il cambio nexus, è scorrevole (è meno scorrevole di un normale cambio a deragliatore, ma anche qui si parla di piccole differenze sul rendimento globale)

Filmato ruota libera


La trasmissione è un po’ “pastosa” ma gli attriti che introduce poca cosa

Senza assistenza si marcia come con una muscolare (salvo ovviamente in partenza e in salita quando il peso maggiore fa la differenza)
In piano si marcia a 18 km/h con la seconda marcia (circa 74 pedalate/min)
La presenza di solo tre rapporti rende difficile trovare la marcia giusta per ogni condizione, ma, se si rimane a secco di batteria, si torna a casa senza grosse difficoltà; però, con l’autonomia di questa bipa, mi pare una possibilità remota

Senza batteria la bipa diventa più agile (i cinque chili si sentono) ed il manubrio più stabile; l’estetica mi pare invece peggiorare





IMPIANTO LUCI

E’ il classico impianto omologato a dinamo tangente al pneumatico e luci con lampadine ad incandescenza
Interessante notare che la sostituzione di entrambe le lampadine si effettua senza la necessità di attrezzi
La lampada anteriore è del tipo alogeno



Non ho potuto fare prove notturne perché ho perso la rotellina della dinamo
Ma , da prove fatte alimentando da fermo l’impianto, ho accertato che produce la luce da codice ma, per chi ha intenzione di usare la LongRide anche nelle ore notturne, sarebbe meglio affiancargli un impianto più efficiente


ANTIFURTO

La LongRide non ha antifurti di serie, salvo il blocco a chiave della batteria


ACCESSORI

Sono disponibili un “reggitutto” posteriore e borse a bisaccia di vario materiale (dal nylon al cuoio) applicabili su tale reggitutto
Per altri accessori ci si può rivolgere al grande mercato di quelli per biciclette muscolari
Sarà disponibile un seggiolino posteriore per bimbi applicabile direttamente sul “reggitutto”


CERTIFICAZIONI, GARANZIA E PREZZI

L’intera bipa è certificata a norme CE EN 14764 (bici turismo) e 15194 (Epac)
La garanzia è di 2 anni, salvo le parti elettriche e la batteria su cui è di 1 anno

Il prezzo di listino è di 1490 € con la batteria da 24Ah
La batteria di ricambio da 24Ah costa di listino 660 €, mentre quella da 10Ah costa 360€
Rimando alla sezione “prezzi ufficiali” per il valore aggiornato



CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO

Bipa adatta ad un uso generale con il “plus” della lunga autonomia che può essere utile sia per lunghi giri, sia per ridurre la necessità di frequenti ricariche per chi non ha la comodità di una presa di corrente nel luogo del parcheggio

La grande autonomia e la comodità in sella la rendono adatta sia ai percorsi cittadini che alle escursioni “fuori porta” e la potenza del motore le consente di superare i percorsi collinari se privi di salite impegnative

Non particolarmente adatta ad essere portata sulle scale ne ad essere trasportata in auto

L’aspetto piacevole e l’originalità sia della trasmissione che del supporto batteria la rendono distinguibile dalle altre bipa


NOTA

Tutti i dati sono ottenuti col mio peso a bordo: 75kg vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare e fotocamera

I valori misurati sono tutti relativi a temperature di tipo invernale (circa 12°C e tempo piovoso) : ci si può aspettare un leggero miglioramento in condizioni estive




15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
pixbuster Inserito il - 28/09/2011 : 22:31:07
iw6cpk ha scritto:
.... ma ti sei vestito pandant con la bicicletta apposta?



è vero ! non ci avevo fatto caso

no non l'ho fatto apposta, ma forse mi sono fatto inconsapevolmente influenzare

(approfitto per ringraziare tutti )
iw6cpk Inserito il - 28/09/2011 : 21:24:59
jumper ha scritto:

A parere mio, IW6, di classicheggiante quelle linee non hanno niente, a iniziare dal "tubo di Fantozzi" .

Nn so perche ma io ci vedo una specie di stile retro', logicamente il tubo alla fantozzi a parte, anche se si vede che hanno cercato di non spezzare la linea elegante con un porta-batteria "standard". A proposito di colori, PIXBUSTER, ma ti sei vestito pandant con la bicicletta apposta?
Bengi Inserito il - 27/09/2011 : 08:25:29
Non ci sono più aggettivi per qualificare le superlative prove del nostro grande Pix!

Complimentissimi: mi sembra di averla provata io stesso questa bipa!

Certo che con un'autonomia del genere si adatterebbe proprio bene per fare delle belle escursioni a lungo raggio, sia pure su tracciati non troppo pendenti...

Devo dire che la pulizia e la sinuosità delle linee ha il suo fascino: una bici davvero elegante. Anche se il tubo reggibatteria può non piacere credo che la sua linea curva contribuisca a dare un'aria un po' retro a questa simpatica bipa.



jumper Inserito il - 27/09/2011 : 01:58:31
A parere mio, IW6, di classicheggiante quelle linee non hanno niente, a iniziare dal "tubo di Fantozzi" .
Credo che quello che richiama l'idea di classicheggiante, che in effetti si nota molto e' semplicemente l'azzeccatissimo accostamento cromatico panna/rosso "wayel" peraltro caratteristica di tutta la loro linea assieme al driveshaft (non lo chiamiamo cardano dato che non lo e' non avendo il giunto come dice giustamente Pix).
iw6cpk Inserito il - 26/09/2011 : 22:51:19
Recensione mostruosa come sempre, pix. Mi piace molto la linea di questa bici, molto classicheggiante. Quoto elle sulla batteria da 24a che forse è veramente esagerata. Anche se poi la 10 A ci si potranno fare sui 40 km di cui gli ultimi 10 un po' mosci a causa della scarica della batteria. Se non altro se fosse possibile prendere la 10A alposto della 24A si risparmierebbero bei soldini.
Questa bici la vedo perfetta nei paesini della pianura padana o nei lungomare delle zone costiere.
dionisio Inserito il - 26/09/2011 : 20:36:56
babu ha scritto:



Per quanto riguarda la bici la scelta di attaccare la batteria ad un tubo così è orribile.. e l'idea di doverci mettere su le borse per renderla esteticamente accettabile non ha senso..



Questa bici vista dal vivo è veramente bella, vista in foto e senza borse non "rende" proprio. Ma le borse non facevano parte della dotazione stadard della bici?, a me avevano detto che erano comprese nel prezzo.

babu Inserito il - 26/09/2011 : 18:13:32
Bravo Pix..:)

Per quanto riguarda la bici la scelta di attaccare la batteria ad un tubo così è orribile.. e l'idea di doverci mettere su le borse per renderla esteticamente accettabile non ha senso..

Conclusione: non la comprerei a priori.

Alcune volte mi sembra che per chi progetta bici elettriche l'estetica sia un optional...
Daniele Consolini Inserito il - 26/09/2011 : 12:16:37
Credo sia un modo per cercare di integrare il più possibile la batteria alla bici. Disegnando il portapacchi integrato al telaio, si può fare a piacimento, adattandolo alla forma della batteria dedicata alla bici.
Invece un portapacco standard può a mio parere dare delle limitazioni di forma e design.

Visto dal vero il tubo porta batteria è quasi del tutto nascosto ed a mio parere non è così brutto.
nightfuel Inserito il - 26/09/2011 : 07:17:26
Mi associo al plauso per la completezza della prova!!

BRAVO!
antonio Inserito il - 26/09/2011 : 00:17:36
Chissà se la causa delle strane soluzioni che la Wayel adotta per i portapacchi non siano dovute alla trasmissione a cardano che sostituisce parte del carro posteriore...anche perché non si capisce il motivo per cui non montano i portapacchi come tutti ma lo integrano in qualche modo al telaio.


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pixbuster Inserito il - 25/09/2011 : 23:55:04
Ahahahahah dai che con il portatutto e le borse certi rischi non si corrono del tutto

jumper Inserito il - 25/09/2011 : 23:39:47
Guarda Osva mi sono dovuto trattenere dal citare il mitico film di Fantozzi, per non essere cosi' cattivo con una bici che tubo a parte non e' male.
osva Inserito il - 25/09/2011 : 23:37:21
Grazie del bellissimo test
Mi fa un pò paura poter girare senza batteriapotrebbe essere un buon antifurto magari il ladro nella fretta di scappare sbaglia la sella
osva
jumper Inserito il - 25/09/2011 : 23:15:37
Bravissimo Pix, c'e' da dire che personalmente trovo orribile quel tubo che regge la batteria, ma possibile che non si potevano inventare una cosa piu' decente?


Ogni volta che vedo quella trasmissione (interessante gia' di suo) , mi vengono in mente idee strane... per fortuna non ho il tempo di realizzarle

elle Inserito il - 25/09/2011 : 22:51:06
i consueti complimenti, maestro pix

sembra un modello maturo - meglio, a mia impressione, degli altri wayel ultimamente recensiti... fa un po' impressione il costo della batteria in proporzione al costo del mezzo, poco meno della metà... anche per questo mi chiedo se la sua dimensione più adeguata non sia con la più economica batteria da 10Ah, ampiamente sufficiente in un uso cittadino tranquillo a cui una bici così è anzitutto destinata (ma è certo un bene che ci sia questa batteria più grande per chi ne ha bisogno)

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