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Ibla
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Sicilia


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Inserito il - 19/09/2017 : 08:57:19  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Queste ultime due foto fanno parte di quelle finaliste del
"Wildlife Photographer of the Year" 2017, il concorso di
fotografia naturalistica più antico e prestigioso al mondo.
Quella del cavalluccio, apparentemente buffa, ci mostra
invece la triste e tragica realtà delle acque indonesiane,
tra le più ricche una volta di bellezze naturali, oggi
invece una delle più ricche al mondo, di rifiuti di plastica.
Mi chiedo a volte come si potrebbe ripulire la Terra
da tutta questa dannata plastica e com'è che tutti i gran
testoni capaci di raggiungere mete celesti di cui s'ignorava
addirittura l'esistenza, non trovino ancora il modo per farla
'sta gran pulizia.
Ora, al di là del fatto che come sempre di tutto quello che
succede su questo pianeta siamo tutti responsabili, ognuno
singolarmente per cui in questo caso non dovremmo più
comprare ad esempio tutto ciò che è contenuto nella plastica
chè fra l'altro il colore ambrato di un vino come diavolo
lo apprezzi dentro un bicchiere di plastica o le lasagnette
di Ibi che figura ci farebbero schiaffate dentro un piatto
di plastica e nell'uno e nell'altro caso a detrimento del
gusto perché nella nostra mente è tutto collegato e che poi
quanto dannato tempo ci vuole a dare una sciacquata a un
piatto e a un bicchiere?!
Cavolo! Troppe incidentali. Al solito.
Insomma al di là di questo e altro ancora, perché si sa,
prima ci fanno il lavaggio del cervello per comprare,
comprare e comprare "INUTILITA'", nella maggior parte dei
casi, e noi privati della nostra capacità di intendere e di
volere ci lasciamo convincere che invece addirittura
siano indispensabili, mentre se non comprassimo non le
produrrebbero tutte le schifezze che ci propinano perché
è una legge di mercato, materia orrenda di cui non capisco
un tubo e non perché sia tonta ma solo per un istintivo
senso di repulsione verso questa e altro...
Cavolo! Adesso concludo!
Quindi lasciando ferme queste premesse se no sarebbe
del tutto inutile ripulire, che fare dinanzi a queste
raccapriccianti isole di agglomerati di plastica?!
Portiamole tutte su qualcuno di quei pianeti che,
per quanto affascinante sia la materia...stellare,
il più delle volte averli scoperti non serve a nulla
se non a soddisfare l'impulso inarrestabile verso
la conoscenza.
Sì, ok, tutto molto bello, ma considerando i miliardi
che vi si investono, traiamone almeno una qualche utilità!
Ce ne sono tanti di quelli senza vita e dove non potrà mai
essercene!
Ehm... che ve ne pare di questa idea?

Vabbé, intanto che ci pensate, io cerco di far
sopravvivere almeno le mie zucche perché lo scirocco
non ci molla ancora!


Poi vi spiego l'altra foto e magari ve ne aggiungo
qualche altra...
Insaziabili!!!





“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Ibla
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Inserito il - 19/09/2017 : 09:06:34  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


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di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Ibla
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Inserito il - 19/09/2017 : 12:59:51  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 19/09/2017 : 17:31:16  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi hanno contattata...
Da lassù.
Come chi?
Gli omini viola!
Questi ci osservano e ci tengono d'occhio...
Entrano ovunque...
Anche in jobike!
Il messaggio è lungo e devo ancora decodificarlo.
Mi sa che farò la nottata...
Ah!
Avevo ragione nel pensarli viola!
Mi hanno mandato gentilmente una foto.
A Claudio piacerà.
Eccola:



Vi sembra che abbiano un'aria cattiva, minacciosa?
Boh! Non si capisce.
Più importante è decifrare quello che scrivono.
Se volete passare una bella nottata con me,
per solidarrietà, vi lascio un po' di materiale da
leggere e magari pure qualche foto...

http://www.ilfattoalimentare.it/microplastiche-acqua-rubinetto.html























Abbiamo fatto un bel casino... Ammettiamolo!
Beh, vediamo se ci salva il... fondoschiena
qualche anima... viola.
Vado. L'impresa non sarà facile.
Non si capisce un alieno tubo!

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 19/09/2017 : 17:35:54  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Inizi anni 70...



“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 19/09/2017 : 23:17:08  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ok! Fatto. E' stato più facile di quanto non sembrasse
a prima vista.
Del resto, avvezza a decodificare il linguaggio umano
da quando sono nata, per qualunque altro compreso il
marziano o il lillipuziano, sarà solo un gioco.
Andiamo dunque al testo del messaggio di Oh.
No, non è un'esclamazione, è proprio il suo nome.
E che vi aspettavate? Che si chiamasse Filiberto?
Quindi, dice Oh , rispondendo alla mia proposta e
parlando a nome di tutti gli extraterrestri che
mi assicura esistono e sono tanti, queste testuali
parole:
"No!!! Ohhh!!!"
E questa stavolta è un'esclamazione e mi pare anche
incazzatella.
E aggiunge:" Chi rompe paga e i cocci sono suoi!".
Proverbio che conferma che a quanto pare
tutto il mondo è paese...

E infine:" Anche se la portate la vostra plastica
sui pianeti disabitati e disabitabili, a noi dei
pianeti abitati, ci rovinate il
paesaggio oltre ad inquinarcelo!"

Come dargli torto...?

E conclude:"SBRIGATEVELA DA SOLI!"

Cavolo! Proprio Tedeschi 'sti extraterrestri!

E naturalmente io gli ho risposto a stretto giro
di posta che scherzavo, che ero stata volutamente provocatoria
e che so benissimo che non si va a buttare la propria
immondizia nelle case degli altri.
Ho avuto pudore a dirgli che veramente qui sulla
terra si usa farlo.
Fra i Terrestri.
Ma tanto loro lo sanno.
A proposito: c'era anche un postscriptum dove ci
teneva a farci sapere che loro da lassù, non mi ha
detto naturalmente da dove perché scemo non è,
ci seguono costantemente e che gli siamo simpatici.
A volte.
A volte no.
E in questi casi gli prendono improvvisi conati di vomito!
Ha detto anche che ha letto la mia proposta perché
sono assidui lettori di jobike che trovano interessante
perché in fatto di bici non capiscono un tubo e qui si
stanno facendo una cultura.
Cavolo! Jobike avanti rispetto ai Marziani!
E che è anche un ambiente simpatico, rilassante,
divertente e che ehm... non si perdono che si dica una
pagina dell'arca!
Non mi credete su quest'ultimo punto?
E come mai sugli altri sì?!
E allora vi dirò anche che alla fine mi ha salutato
amichevolmente con:

"C'è da morire!"

Non so se scambiandolo per il mio modo di salutare o
per imitarmi a scopo di fraternizzazione, fatto sta
che se l'ha scritta significa che l'arca la legge!
Volete vedere il messaggio?
Ehm... non ce l'ho più...
Appena ho finito la traduzione è apparso quest'altro
messaggio sullo schermo:

"Il messaggio si autodistruggerà entro cinque secondi.
Buona fortuna, Ibla."

Questi si guardano pure i nostri film!
Ahah! C'è da... No, niente.

E ora torniamo coi piedi per... Terra...


https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/6363-inquinamento-oceani-4-soluzioni-alle-isole-di-plastica



e poi... Boyan Slat

https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/13546-isole-di-plastica-boyan-slat


Beh? Quando si comincia?!

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Inserito il - 19/09/2017 : 23:27:15  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ah! Dimenticavo, quasi...



"Qui, un momento di romanticismo tra due angeli di mare
(Clione limacina): questi molluschi sono pteropodi, e
appartengono alla stessa classe dei nudibranchi.
Si spostano nelle gelide acque oceaniche grazie alle
loro "ali" e sono stati immortalati mentre si preparavano all'accoppiamento. Gli adulti sono ermafroditi e le loro
danze d'amore possono durare fino a 4 ore (intanto,
nuotano e, se capita, mangiano).
Nonostante possa sembrare un approccio delicato,
l'incontro lascia sui loro corpi alcune cicatrici:
gli esemplari che ne mostrano di più hanno una vita
sessuale particolarmente attiva."

Finalista nella categoria Comportamento: invertebrati.
|ANDREY NARCHUK/2017 WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR


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Inserito il - 19/09/2017 : 23:32:30  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando






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Inserito il - 21/09/2017 : 00:03:41  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ve la ricordate?






Beh, qualche giorno dopo ne scopro un'altra quanto
la capocchia di uno spillo un po' più avanti sullo
stesso stelo dell'altra.
Qualcuno sostiene che bisognerebbe cimarla ad un
certo punto la pianta per dare forza ai frutti
già in crescita.
Ma a dire il vero non me la sono sentita perché
la tenerezza spesso ti frega la mente a tutto
danno della razionalità.
Che poi non so fino a che punto alla tornata dei
conti il danno alla razionalità sia necessariamente
negativo se ne ricava beneficio la propria psiche...
Comunque sia alla fine non ho cimato e ho detto a
tutte e due:" Ok! Vedetevela voi! Io non m'immischio!"
Il problema è che se continuo ad affezionarmi anche
alle piante, finirò per non mangiare più neanche queste...
Però in questo caso varrebbe il principio dell'istinto
di sopravvivenza...
Va beh, lasciamo stare i discorsi filosofici, che poi
badiamo bene, non sono come qualcuno erroneamente
pensa discorsi persi in ragionamenti astratti avulsi
dal vivere concreto. Se questo fosse svuotato da ogni
riflessione e dalla ricerca continua della verità che
spinge a cercarne un'altra e un'altra ancora fino a
quando la mente si spegnerà poi per sempre, saremmo...
Degli animali?
Bah, a dire il vero, rispetto a certi esseri umani ,
trovo più sentimento dentro lo sguardo triste di un
asino per esempio, che nello sguardo di quei certi
esseri umani in cui vedo solo due orbite vuote.
Quindi preferisco dire che senza il "pensiero" che ci
interroga e con cui interroghiamo, saremmo semplicemente
dei robot.
Secondo Cartesio dovremmo addirittura
dubitare che esistiamo veramente... "Cogito ergo sum".
E lui di filosofia ne capiva certamente più di me!

Detto questo, torno alle mie zucche che mi danno
soddisfazione più di altri tipi di... zucche.
Sicuramente!
Ed ecco qua... "i miei gioielli"!




Ahah! C'è da morire! "Capocchia di spillo" s'è fatta più
grossa dell'altra!

Che dire? Il sentimento a quanto pare stavolta ha vinto
sulla ragione ma soprattutto ha vinto la natura!

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Ibla
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Inserito il - 21/09/2017 : 00:08:25  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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claudio02
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Inserito il - 21/09/2017 : 21:48:55  Mostra Profilo Invia a claudio02 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ma la mole della informazioni non era in ragione della capacità dei commensali di capirla

ma in ragione della voglia dello scrittore di esporla

Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
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Ibla
Utente Master



Sicilia


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Inserito il - 22/09/2017 : 01:21:08  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
O il contrario...
Che i commensali capiscano informazioni
più di quanto lo scrittore sia in grado
di darne.

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Inserito il - 22/09/2017 : 01:34:59  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ancora qualche foto... Claudio?
Ok! Se proprio insisti...


















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Inserito il - 22/09/2017 : 01:38:19  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E coloro che sono stati visti danzare erano ritenuti pazzi da coloro che non potevano ascoltare la musica.
(Friedrich Nietzsche)




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Inserito il - 23/09/2017 : 09:27:02  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'imprinting della zucca.

Cosa sia l'imprinting lo sapete, no?
Ricordate Konrad Lorenz, la sua oca Martina e l'imprinting di
questa che seguì sempre l'etologo identificandolo come sua
madre perché appena uscita dall'uovo, la prima immagine che
le si parò davanti fu quella del faccione di Lorenz che penso
non dormisse nemmeno la notte per tenere d'occhio l'uovo e
attuare il suo esperimento.
A lui si deve quindi la teoria dell'imprinting ma che forse
solo nel caso dell'oca può attuarsi in quel modo, mentre
solitamente l'imprinting serve solo a completare
informazioni genetiche innate quindi e a volte neanche
serve come per esempio al cuculo che allevato dal
proprietario del nido dove la madre fautrice della
occupazione abusiva ha fatto l'uovo,
appena spiccato il volo, raggiunge i suoi simili, non
riconoscendo nel proprietario del nido dove è cresciuto un
individuo della sua specie.
Si spiegherebbe così forse perché ad una donna stupida si
dà dell'oca?!
E a un uomo?
Ah, sì!
Asino!
Oppure: salame!
Visto che con l'asino ci fanno pure il salame!
L'ho saputo da poco... Già... Non si finisce mai d'imparare.

Ma torniamo all'imprinting che è meglio.
Un'impronta quindi che si stampa nella mente in un determinato
momento della vita.
Per non dimenticare...
Chi sei.

Che c'entra la zucca con l'imprinting?
C'entra. O almeno ce la faccio entrare io perché...
Perché la tenerezza dinanzi a Capocchia di spillo che mi ha
impedito di cimare la pianta, doveva pur avere da qualche
parte in me la ragione del suo esistere. Quando me la sono
ritrovata davanti dopo una lunga assenza, trasformata
da impercettibile bitorzolo in una enorme splendente zucca,
è stato lì che l'ho vista la ragione, anzi, che l'ho visto:
il libro.
Il mio primo libro di fiabe.
Accovacciata davanti a quella magia questa ne stava compiendo
in me un'altra: farmi tornare indietro nel tempo con la mente
e col corpo perché d'improvviso sentii riaffiorare
nell'una e nell'altro i ricordi, le sensazioni , mai da essi dimenticati.
Inizialmente sfocata, via via sempre più nitida si faceva
l'immagine di quella bambina che trepidante strappava quasi
dalle mani di suo padre il dono più prezioso che potesse
ricevere e che tale considerò per un'attrazione istintuale
rafforzata poi dalla sua conoscenza e di quelli che ad esso
seguirono: il suo primo libro!

Incredibilmente riprovavo la piacevole sensazione tattile
delle mie mani al contatto di una copertina rigida cartonata
di un giallo tenue come quello di un'alba che si annuncia
avanzando con passo lieve, come lieve era il tepore che
giungeva di quel primo sole nella mia piccola anima.
Accovacciata anche allora ma in una vecchia poltrona in una
specie di soffitta nell'antica casa di mia nonna, quella da
me preferita come preferito era quel rifugio per me,
sprofondavo dentro quel libro come Alice attraverso lo
specchio dentro il mondo della fantasia.
Boschi paffuti come i coniglietti che li abitavano e come
tondi erano i pompon al posto delle loro code, tondi i funghi
e le zucche dentro cui abitavano allegri gnomi dalle guance
rubiconde anch'esse tonde, manco a dirlo!
Se la bellezza della fantasia si materializzasse, avrebbe
di sicuro come forma geometrica quella tonda del cerchio!

Non è forse un imprinting, l'impronta, l'orma lasciata nella
nostra mente da qualcosa o da qualcuno il cui primo incontro
si ripercuoterà nella nostra vita psichica rimanendo
in essa impressa per sempre anche quando pensiamo di
avere dimenticato?
E' la memoria... involontaria.
E a far rivivere il ricordo basterà anche un colore,
un profumo, un suono, un sapore...

La nostra mente è un labirinto in cui possiamo perderci se
proseguiamo al buio o ritrovarci sempre, semplicemente facendo
luce nell'oscurità dei suoi angoli più reconditi.
Basta trovare il tasto che è lì, camuffato da qualche parte
nella nostra mente da questa stessa.

A proposito di sapore... Avete mai letto "Alla ricerca del
tempo perduto di Marcel Proust?
Anche solo qualche pagina e magari una tra le più belle del
romanzo?
Come questa...


“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Ibla
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Les petites Madeleines
( dal primo capitolo: "Alla ricerca di Swan"):


"... Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi
che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine,
un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere.
Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti,
chiamati madeleines, che sembrano lo stampo della valva scanalata
di una conchiglia di San Giacomo.
E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la
prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle
labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare
un pezzetto della madeleine.

Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò
il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che
si svolgeva in me.
Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione
di causa.
E subito, m’aveva reso indifferenti le vicissitudini,
inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…
Non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale.
Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta?
Sentivo che era connessa col gusto del tè e della madeleine.
Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa
natura.
Da dove veniva ? Che senso aveva ? Dove fermarla ?
Bevo una seconda sorsata, non ci trovo più nulla della prima,
una terza che mi porta ancor meno della seconda.
E tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire.

E’ chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me.
E’ stata lei a risvegliarla, ma non la conosce, e non può far
altro che ripetere indefinitamente, con la forza sempre
crescente, quella medesima testimonianza che non so
interpretare e che vorrei almeno essere in grado di
richiederle e ritrovare intatta, a mia disposizione
( e proprio ora ), per uno schiarimento decisivo.
Depongo la tazza e mi volgo al mio spirito.
Tocca a lui trovare la verità.

Retrocedo mentalmente all’istante in cui ho preso la prima
cucchiaiata di tè.
Ritrovo il medesimo stato, senza alcuna nuova chiarezza.
Chiedo al mio spirito uno sforzo di più…
Ma mi accorgo della fatica del mio spirito che non riesce;
allora lo obbligo a prendersi quella distrazione che gli
rifiutavo, a pensare ad altro, a rimettersi in forze prima
di un supremo tentativo.
Poi, per la seconda volta, fatto il vuoto davanti a lui,
gli rimetto innanzi il sapore ancora recente di quella prima
sorsata e sento in me il trasalimento di qualcosa che si
sposta, che vorrebbe salire, che si è disormeggiato da una
grande profondità; non so cosa sia, ma sale, lentamente;
avverto la resistenza e odo il rumore degli spazi percorsi…

All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello
del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina,
quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia
mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di
tiglio…."

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


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Inserito il - 23/09/2017 : 09:34:05  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 23/09/2017 : 21:44:00  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


"Osservando distrattamente questa foto si potrebbe pensare
alla solita scena di mutualismo tra i pesci pagliaccio
(della sottofamiglia Amphiprioninae) e l'anemone
(ord. Actiniaria). Ma all'interno dei primi è visibile
un secondo livello di "sfruttamento", o meglio,
parassitismo. Nella bocca dei pesci si scorgono tre
crostacei isopodi che fanno capolino. Questi parassiti
entrano dalle branchie dei pesci sotto forma di larve,
si muovono poi fino alle loro bocche e lì restano
attaccati, in attesa di cibo."

Finalista per la categoria

Foto subacquee.| QING LIN/2017 WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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iw6cpk
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186 KB

Rockrider 5.2 + kit bafang swxh Alcedo + batt. 9 Ah 36v
Flyer in the dirt (Flyer S street + dual drive 27 - Custom MTB)
Kalkhoff Pro Connect Alfine 11 speed
-------------------------------
Per arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima...con un motore a scoppio
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Ibla
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Inserito il - 26/09/2017 : 17:43:03  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando







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Inserito il - 26/09/2017 : 17:44:15  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ehm... iw6... vedi che 'sto scemo qua è andato
fuori di testa e vuole sapere chi è
la tigrotta, come si chiama insomma !
Intanto, dice il rosso tutto matto che le dedica una canzone...







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Inserito il - 27/09/2017 : 08:22:45  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Iw6! Il nostro amico qua, mi si sta deprimendo...






E mi sta diventando pure bulimico!





E stamattina mi ha svegliata alle 7!
L'ho trovato al pianoforte che cantava!





Questa...





E' stracotto!

Cavolo! E dagliela 'ste benedette informazioni!
Già.. Non più soltanto il nome ma anche dove abita...

'Sti maschi testosteronici!!!




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@lby64
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Inserito il - 06/10/2017 : 13:11:48  Mostra Profilo Invia a @lby64 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Torno un momento sulle zucche ma d'altronde
è tempo di raccolto, di gnocchi con gorgonzola, di
vellutate e di semi salati essiccati e tostati!

... Ottobre dolce mese fratello di Aprile ma più mite e cortese...

(o qualcosa di simile)





Immagine:

404,54 KB


“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani

Modificato da - @lby64 in data 06/10/2017 13:15:09
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Inserito il - 07/10/2017 : 23:06:54  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Belle... Veramente.
Viene voglia di sedersi su quella poltroncina a dondolo
e starsene lì semplicemente a guardarle le tue dolcissime
zucche,fino a quando il dondolio e la loro immagine
rilassante ma persino rassicurante, oserei dire,
indurrebbero ad un sonno beato.
Bella pure la panca! Se panca è.
Mi piace la creatività in qualunque ambito si realizzi e
m'incuriosisce.
Quindi vorrei sapere cos'è esattamente visto che come
panca mi pare troppo larga e a che servono i binari che
uniscono le due parti del mobile.
Buoni gli gnocchi col gorgonzola!
Di zucca, naturalmente, no?
Grazie per la deliziosa immagine.



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Inserito il - 07/10/2017 : 23:11:44  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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@lby64
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Inserito il - 07/10/2017 : 23:30:38  Mostra Profilo Invia a @lby64 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Effettivamente è il retro di una panca con
poggiaschiena regolabile (tramite quelle L
con leva a molla) ricavata da uno dei bancali
di trasporto dei pannelli fotovoltaici (quindi
belli grandi).
Primavera prossima devo rinfrescale, oramai
hanno 5 anni.
Mancano i cuscini e piumotti perchè ormai
da noi l'umidità li trasformerebbe in spugne
olezzose!
Come invidio l'aria del sud...





“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
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Inserito il - 10/10/2017 : 01:26:45  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Altra centrifuga... Altra storia...
Meglio non essere atterrati da questa!


di Khao Kheow




Non viene voglia di abbracciarla? Anche il fotografo!






Un sorriso prima di addormentarsi... Ci sta!


By: Jordan Sowunmi -




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Tarsio
Io, tarsio, figlio di tarsio
nipote e pronipote di tarsio,
piccola bestiola, fatta di due pupille
e d'un resto di stretta necessità;
scampato per miracolo ad altre trasformazioni,
perché come leccornia non valgo niente,
per i colli di pelliccia ce n'è di più grandi,
le mie ghiandole non portano fortuna,
i concerti si tengono senza le mie budella;
io, tarsio,
siedo vivo sul dito di un uomo.
Buongiorno, mio signore,
che cosa mi darai
per non dovermi togliere nulla?
Per la tua magnanimità con che mi premierai?
Che prezzo darai a me, che non ho prezzo,
per le pose che assumo per farti sorridere?
Il mio signore è buono -
il mio signore è benigno -
chi ne darebbe testimonianza, se non ci fossero
animali immeritevoli di morte?
Voi stessi, forse?
Ma ciò che già sapete di voi
basterà per una notte insonne da stella a stella.
E solo noi, pochi, non spogliati della pelliccia,
non staccati dalle ossa, non privati delle piume,
rispettati in aculei, scaglie, corna, zanne,
e in ogni altra cosa che ci venga
dall'ingegnosa proteina,
siamo - mio signore - il tuo sogno
che ti assolve per un breve istante.
Io, tarsio, padre e nonno di tarsio,
piccola bestiola, quasi metà di qualcosa,
il che comunque è un tutto non peggiore di altri;
così lieve che i rametti si sollevano sotto di me
e da tempo avrebbero potuto portarmi in cielo,
se non dovessi ancora e ancora
cadere come una pietra dai cuori
ah, inteneriti;
io, tarsio,
so bene quanto occorra essere un tarsio.

W.Szymborska

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Modificato da - Ibla in data 10/10/2017 01:34:00
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Inserito il - 10/10/2017 : 01:48:05  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando




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Inserito il - 12/10/2017 : 02:38:24  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'altra sera ho messo qui Lullaby dei Cure
perché pensavo a mia nonna.
Ma no, non nel senso che era una loro fan!
C'è da morire solo a pensarlo!
Pensavo a quando per farmi addormentare
mi... "cuntava i cunti".
Letteralmente, "mi raccontava i racconti".
Ridondanza? Pleonasmo?
Macché!
Io parlerei più di assonanza nel senso di armonia di suoni!
E poi coi bambini bisogna essere chiari, a costo di ripeterle
le parole!
Comunque sia, 'sti cunti, a volte erano dei veri e propri
cunti dell'horror!
Me ne ricordo uno in particolare in cui c'era un serpente con
ben sette teste e in tutte e sette le teste gli era balenata
l'idea un giorno, di rapire una principess! E poi arrivava
il solito aitante e coraggioso cavaliere che con la sua
spada scintillante e soprattutto affilata... zac!
Gliele faceva saltare tutte e sette. Io speravo sempre, tutte
le volte che mia nonna me la raccontava per l'ennesima volta
la storia, poiché non aveva un gran repertorio di cunti, che
almeno una gli rimanesse. Una testa. Al serpente...
Macché! Niente! Il tizio aitante non sbagliava mai!
Un colpo e via le sette teste di netto dai colli del
povero serpente.
Forse nessuno gli aveva mai spiegato,
che far colpo sulla principessa non aveva esattamente il
significato che lui invece gli dava.
Insomma, un giorno finalmente dissi a mia nonna che se
voleva continuare a raccontarmela quella storia, doveva
cambiare il finale.
Mi rispose che era meglio che mi abituassi da subito ai
finali per me brutti perché nella vita reale poi ci sarei
rimasta male a scoprire che i finali non sono sempre belli
e che quelli brutti non si possono cambiare.
Sagge parole, quasi sempre, quelle delle nonne!

Ieri sera ho pensato di nuovo a lei.
Perché?
Perché...
"Misi 'u pani a lettu". "Ho messo il pane a letto"!
Così lei diceva quando, finito d'impastare il pane,
lo copriva con una calda coperta per farlo lievitare.
E qua invece ci troviamo dinanzi ad un'altra figura
retorica... La metafora!
Una bellissima metafora...
Già...
Perché se è un essere vivente, una persona, quella che
uno mette a letto, un bambino solitamente, che ha bisogno
di amore, di calore, e li riceve entrambi sia fisicamente
che spiritualmente con quel gesto delle mani che lo
coprono, evidentemente mia nonna dava a quel "mettere a
letto il pane" il significato di coprire, di mantenere al
caldo qualcosa di vivo.
Qualcosa a cui lei aveva dato vita con le sue mani impastando
quella farina di grano seminato, raccolto e macinato da altre
mani ancora, e servendosi di una pasta madre passata dalle
mani anche di due generazioni,(e che non a caso si chiama
madre visto che a dare la vita è solo una madre), che fa
vivere e crescere il pane che a sua volta fa vivere e
crescere gli esseri umani.
E insomma! Per farla breve, ieri sera ho fatto il pane.
Lo faccio spesso. Inutile dire con farina di grano come
Dio comanda se no te ne vai al panificio, o quasi, e se
uno non ha la fortuna di avere come me un amico che
semina, raccoglie, e macina lui,
i negozi seri che vendono farina seria, ci sono.
E pasta madre.
No! Non è quella di mia nonna...
E quindi, l'"ho messo a letto", ha lievitato pian piano
senza stress tutta la notte, e stamattina l'ho infornato.
Se mia nonna mi avesse vista versare l'impasto nelle teglie
come fosse una torta, uno scappellotto me l'avrebbe dato
di sicuro.
Necessario anche questo, a parer suo, sempre per il
discorso dell' affrontare poi meglio la vita...
Il fatto è che era tardi, ero stanca e non mi andava di
fare i vari panetti dalle varie forme.
Il risultato comunque è lo stesso sia per il palato
che per lo stomaco. Un po' meno per gli occhi, magari!





Però è successo che oggi pomeriggio sono venuti a trovarmi
alcuni amici... Veg! Con qualche birretta!
Che sull'etichetta portano scritto: il resto lo metti tu!
E così aperitivando, aperitivando...
Se lo sono mangiato tutto!
Il pane!
'Sti veg sono sempre morti di fame!
Ne è rimasto solo un tozzo. Solo per distrazione.
Qualcuno si era scordato di averlo poggiato
momentaneamente qui...












“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Inserito il - 12/10/2017 : 02:41:36  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Secondo me, Robert Smith da piccolo aveva una nonna
che gli raccontava , "cunti" molto più inquietanti
di quelli della mia!


“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 12/10/2017 : 09:02:02  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ah! Dimenticavo quasi, il messaggio per te, iw6!
Ehm... ambasciator non porta pena..







“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 13/10/2017 : 09:10:26  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mentre alle 5,22 qualcuno veniva scaraventato giù dal letto
da un incubo, un attimo prima di andare a sbattere il testone
contro un muro causa copertoni che nella realtà gli si forano
con una certa assiduità e in curva per giunta
io invece mi stavo godendo la mia tazza di caffè bollente
nel silenzio ancora bagnato di brina che la senti scivolare
tra le pieghe della mente insieme alla consapevolezza
del proprio esistere,
tra fiori di zucca spalancati anch'essi al nuovo giorno.





Ancora non mollano e non mi mollano per deliziare il primo
sguardo a un'alba appena accennata e poi il palato che sente
in essi il gusto impalpabile della vita.
Lo sguardo appannato dai sogni ancora confusi con
la realtà, intravede in un angolo più sperduto dell'orto
e anche più abbandonato alle dannate erbacce,
un puntino giallo...
"Cavolo!", mi dico, "ma che ci fa un fiore di zucca isolato
così in fondo al giardino? Ma quanti chilometri fanno gli
steli di 'sta pianta?!"
E vado...
E trovo...
E' proprio lui! Un fiore.
Sposto tutt'attorno a lui la dannata che cresce appena la
molli un po' a vista d'occhio...
E trovo...




Mi sono subito premurata a... sostenerla.

All'alba, chi può bussare alla tua porta per farti una
sorpresa con un bellissimo regalo?!
Solo la Natura.
Comprato?
Macché!
Fatto dalle sue mani straordinarie senza pretendere nulla
in cambio se non un po'...
Di rispetto.



“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 13/10/2017 : 09:12:35  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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Inserito il - 13/10/2017 : 23:00:08  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Riflessioni su certi particolari di " Ma sono rimasto l'ultimo dei cycloniani ?",
fatte sull'arca che tanto è tutta un OT!



A volte, mi succede, non so se anche a voi, che
la mia mente elabora un pensiero ma nel trascriverlo,
che sia con la penna o con la tastiera, ne salta
senza accorgersene una parte, e poi prosegue andando
oltre senza neanche rileggere nella certezza assoluta
di aver scritto tutto.
Senonché, poi tornandoci su, scopro per esempio che
in "Nell'ora magica del tramonto, in cui canne al vento
ondeggiano tra le nuvole." è scomparso...
"di un cielo capovolto"
Eppure l'avevo scritto...
No, solo pensato.
Comunque sia, sono tornata su quella pagina,
per un altro motivo.
Simile.
Perché succede anche che di fronte ad un'immagine,
percepiamo in essa per un breve attimo, la presenza
di un particolare che colpisce il nostro sguardo il
quale lo invia alla mente che gli risponde:
"Per ora ho altro da fare!".
E finisce lì.
Ma dopo, quando si libera dai mille impegni ed è un po'
più rilassata ti chiede con calma:
"E quindi? Che mi volevi far vedere?"
E così sono tornata sull'immagine di Mr. Jones e scopro
che quel particolare si trovava sul suo bel testone!
Cos'è? Una pagliuzza, un granello di terra, un riflesso...?
Ingrandisco ma, niente! Si spixella tutto! Una tragedia!
Poi noto un altro particolare: il frangettone del Mister
non ricade come al solito sui suoi dolci occhioni, ma è
tuuuttooo teso all'indietro! E non sembra ci sia vento,
nulla si muove tutt'attorno a lui e nemmeno il resto
dei suoi peli. E non sta correndo.
E allora mi folgora all'improvviso la mente un'idea e
ti chiedo, Job:
ma non è che quel particolare è un... fermaglio?!
Di', Job, ma hai messo un fermaglio sul frangettone
di Mr. Jones?
Ahah! C'è da morire!



Questa per esempio ero pure convinta di averla messa
qui stamani...




E' che penso troppe cose tutte insieme...

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Buongiorno!

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Inserito il - 14/10/2017 : 23:08:56  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando









L’avvistamento di questi "gatti delle sabbie", è avvenuto
recentemente in Marocco, dove Gregory Breton e
Alexander Sliwa si sono trovati faccia a faccia con questi
splendidi animali.

“Ci sono molti punti interrogativi su questa specie –
ha raccontato Breton, il direttore di Panthera -.
Sono felini che viaggiano più di quello che pensavamo,
ma non sappiamo ancora il perché..."


Come non sai perché, Gregory?!
Perché non vogliono fare la fine di questo:












"...un recente studio ha indicato che solo il 61% dei gatti
delle sabbie nati in cattività vive fino a 30 giorni,
principalmente a causa dell’abbandono materno; questi
felini sono anche soggetti a varie malattie respiratorie
che li rendono inadatti come animali domestici."!


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SUL MURO GRAFITO

Sul muro grafito
che adombra i sedili rari
l'arco del cielo appare
finito.

Chi si ricorda più del fuoco ch’arse
impetuoso
nelle vene del mondo; in un riposo
freddo le forme, opache, sono sparse.

Rivedrò domani le banchine
se la muraglia e l’usata strada
nel futuro che s’apre le mattine
sono ancorate come barche in rada.

(E. Montale-da Ossi di seppia, 1925)

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“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Ibla
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Sicilia


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Inserito il - 20/10/2017 : 10:39:29  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Comincio a ricredermi sull'inutilità di certa cosiddetta erbaccia
che forse proprio cattiva non è...
No, perché... E' successo di nuovo!
Alba, caffè bollente in una mano, l'altra solitamente la tengo
dentro la tasca, al calduccio perché l'aria è già ormai frizzante assai...
Come, la tasca di che?
Della vestaglia, no?! All'alba cosa posso avere addosso?!
Il vestito da gran soirée?!
Che poi non ci sono tasche in questo solitamente.
Non c'è proprio in ogni caso il vestito.
Da gran soirée... Ehm... Nemmeno la gra soirée!
Non sono cosa! Perché i vestiti da gran soirée non mi stanno
bene?
Le solite malelingue!
No, no, mi stanno bene!
Sono io che non ci sto bene.
Dentro.
Cavolo! Mi sento... legata.
Insomma, non mi sento a mio agio perché non rispecchia il mio
modo di essere: semplice.
Ehm... come al solito sto divagando dal discorso di partenza,
ma...
Ma c'è che a me non dispiace, tutto sommato... divagare.
Cioé, mi viene spontaneo, è paradossalmente quasi necessario
a volte, perché nella divagazione vien fuori quell'informazione
in più che ci fa capire meglio... l'altro.








Comunque sia...
Alba quindi, caffé in mano, l'altra in tasca, alla vestaglia,
alla felpa o alla prima dannata cosa più a portata di mano,
sguardo ancora tra sogno e realtà in cui seppure sfocata spicca
il giallo di quei fiori geneticamente automodificati visto che
sono diventati immortali e....
Eccolo di nuovo, tra le erbacce in un altro angolo dell'orto
lasciato in balia della selvaggia Natura, un puntino giallo
ormai a me ben noto.
E vado...
La vestaglia ha di brutto che essendo lunga si impiglia tra
quei fili d'erba che si appiccicano addosso peggio dell'attak
e quando esci dal giardino sembri un cespuglio che cammina!



E lo vedo.
Anzi.. l'ho...déjà-vu!
E' proprio lui. Un bellissimo fiore di zucca!
Sposto tutt'attorno a lui l'erba alta che lo copre e...




Ahahah! C'è da morire! Un'altra zucca! Nata e cresciuta nascosta
agli occhi del mondo!
Anche dei miei...




E quindi, tra i vapori della mente ancora annebbiata, del
caffè bollente e della brina che già sente il caldo di un sole
in arrivo anche lui ormai inamovibile da questo mio cielo siculo,
mi sono fatta questa idea:
le erbacce non sono del tutto inutili o cattive.
A qualcosa servono pure loro: proteggono!







Lo sapete per esempio che i rovi che invadono un giardino
abbandonato, nascondono sotto di loro tanti teneri alberelli
nati da quelli che sono morti per mancanza di cure, di acqua soprattutto?
Questa pianta infestante e odiosa da estirpare, può però avere
un ruolo importante nella conservazione della vegetazione
laddove un terreno rischierebbe di diventare un arido deserto.


Comunque sia, tornando alla mia giovane zucca trovata ancora
una volta come un tesoro nascosto, pensai guardandola con un
sorriso assonnato da ebete a de Prècy, quando nel suo libro
di cui non intendo ripetere il titolo, dice che nel giardino
ci si dimentica di tutto, persino di se stessi.
Perché mi scoprivo a sorridere, dimentica del malumore con
cui mi ero svegliata.
Malumore appena sveglia?
Perché, a voi non succede?
No?!



Mai?!!







Colpa di una cattiva digestione che trasforma i sogni in incubi
o degli incubi che interferiscono negativamente sulla digestione
che è un po' come il discorso dell'uovo e la gallina e di chi
dei due sia nato prima!
A parer mio, c'è un solo direttore d'orchestra: la mente.
E' lei che dirige gli umori interni al corpo e quelli dentro
lo spirito i quali ultimi sono gli strumenti più
importanti dell'orchestra ai quali i primi fanno eco,
seguendone gli accordi...
Intonati o stonati!


























“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
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Modificato da - Ibla in data 20/10/2017 10:50:37
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