Ahah! E' molto buffo con quegli occhi! Simpaticissimo! E leggiadro! I tuoi erano così?
Certo che è un'e-bike! Quello col secondo cuore che gli si ferma quando pedala, ne avrà sicuramente 4 batterie... Nascoste dentro i tubi obliqui!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Come si fa a non dedicargli una canzone? Vado. A cercarla.
Intanto ho trovato questa immagine divertente...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Carino scoprire che il detto su Francia e Spagna si è diffuso pure in Veneto... la riprova che nel secolo scorso siamo riusciti a far pure gli italiani!
E che bella la fine del secolo scorso, tutti (quasi) ricchi, e chi non lo era poteva sperare di diventarlo...o almeno i figli! Se si voleva si andava in pensione a cinquant'anni, e non si pensava a dover importare milioni di asiatici e africani per farcele pagare (!?), sconfitti i terroristi, arrestati i corrotti...
Però non c'erano ancora le bipe con motore centrale e batteria al litio!
BH Emotion Xenion Jumper 27.5 del 2017 con Bosch Performance CX e batteria da 500Wh+extender da 200Wh, bipa da...trekking estremo! ma ancora la vecia BH Emotion City 650 Man del 2010 convertita a MTB sistema Panasonic 26V batteria 10Ah ricellata nel 2018, 7 marce con corona da 41 e pacco pignoni 11-34, ruote da 26" (tutta mia!) una batteria da 16Ah Flyer ricellata a fine 2021 come ricambio per le gite più impegnative (la 18Ah Derby del 2012 l'ho regalata) Kalkhoff Agattu del 2012 con Nexus da 7 marce, batteria 26V 8Ah, per la moglie (ma ogni tanto...) MTB Btwin con ruote da 26" (era del figlio, ex ottimo accompagnatore in gite per città e campagna ma ormai la usa una volta l'anno...) pieghevole Faram Alloy con ruote da 20" e cambio 6 marce biciclette muscolari varie per tutta la famiglia di seconda o terza mano e mi hanno rubato una Kalkhoff Agattu del 2008 con Panasonic 26V batteria 10Ah,ruote da 28", Nexus 7 sp.(era della moglie, ma ogni tanto ...) e due E-Sun pieghevoli con ruote da 20" 6V (una per me e una per la moglie)
Modificato da - pilotaDD in data 28/11/2017 08:04:22
I tuoi... atterraggi a sorpresa sull'arca, Pilota, sono sempre graditi.
Le tue parole, hanno richiamato alla mia mente, di gitto, il film di Sorrentino, "La grande bellezza".
E ad esse quindi risponderò citando le parole contenute nel romanzo di Céline, "Viaggio al termine della notte", che Sorrentino usa come incipit al suo lungometraggio.
Perché, a ben riflettere, Pilota, un mio commento al tuo sulla storia di quest'ultimo secolo ma pure sui precedenti, come i commenti di chiunque cerchi di comprenderne gli eventi individuandone questo o quel responsabile, sarebbe solo un... bla.. bla.. bla.. In cui si finirebbe per perdere di vista quelle che sono le insanabili contraddizioni del mondo dove la razza umana può essere artefice della più bieca bassezza morale da un lato mentre dall'altro esprimere i grandi valori di quella coscienza che la distingue dalle bestie; dove una desolante ristrettezza mentale e l' ipocrisia possono manifestarsi tra i poveri come tra i ricchi, fra i colti come fra gli ignoranti; dove a essere persa sicuramente di vista da parte di tutti è una riflessione sulla vita che prendo a prestito anch'io da Céline: “La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte.”
Incipit de "La grande bellezza":
"“Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. E’ un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non si sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. E’dall’altra parte della vita”.
Il film poi si conclude con questa riflessione del protagonista:
".... Finisce sempre così, con la morte. Prima però c'è stata la vita, nascosta sotto il bla.. bla.. bla.. bla.. E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura. Gli sparuti e incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo... Bla..bla..bla.bla. Altrove c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. E' solo un trucco... Sì. E' solo un trucco...".
Tratto da una recensione al film, scritta dal giornalista e scrittore Roberto Cotroneo:
"Questo film non è sull’Italia, ma è un film sulla religione e sulla morte, sul sesso, sul potere, sulla dissoluzione della storia. E solo Roma poteva permettere questo. L’unica città dove la storia si manifesta in strati sovrapposti, in strati di pietre che cambiano dall’età Augustea al Medioevo, dal Rinascimento al Barocco fino al periodo Umbertino e al Novecento."
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Mi è venuto subito in mente il film "Her" (Lei), di Spike Jonze. E in particolare, quel momento del film in cui il protagonista, Theodore, scopre che Samantha, l'intelligenza artificiale di cui crede di essersi innamorato, comunica contemporaneamente con altre migliaia di persone, oltre che con lui. Già! Un robot è solo un attore che recita a memoria la parte che gli viene assegnata. Può imitare la mente umana nell'elaborazione di dati che comunque è l'uomo a fornirgli e se come si dice, un giorno lo sostituirà nella produzione dei beni di consumo o comunque in molte altre attività ,mi chiedo a chi dovranno vendere sia i primi che i risultati delle seconde se l'uomo non avrà piu i soldi per poterne usufruire! Comunque sia, in una cosa è certo che non potrà sostituirsi mai all'uomo ed essere uguale a lui: nella capacità di sentire, che si esprime non semplicemente nel muovere le labbra nella smorfia plastificata di Sofia dietro input meccanici, elettronici o che diavolo ne so, ma nella gestualità di tutto il corpo, nel fluire del sangue nelle vene al ritmo imposto da un cuore che lo pompa violentemente al viso facendolo arrossire o risucchiandolo chissà dentro quali anfratti, facendolo sbiancare, e tutto questo e altro, dietro l'input di emozioni, sentimenti, di flussi continui di quella parte del pensiero umano inarrestabile che muta al mutare degli eventi che si muovono dentro e fuori di lui, che ancorato alla pura razionalità perderebbe l'essenza del suo esistere, l'identità del suo essere umano, precipitando nell'abisso che inghiotte l'anima privata del suo unico nutrimento possibile: il sentimento. Samantha o Sofhia non sapranno mai che perfino l'odore della pelle è diverso in ogni uomo e che ha pure un suo ruolo nell'innamoramento fra gli esseri umani così come Theodore non poteva credere veramente di essere innamorato di Samantha perché per esempio la voce di lei lo eccitava sino al raggiungimento del piacere sessuale, cosa questa dovuta solo a quel processo della mente umana che si chiama... immaginazione, Ma per quanto fervida questa, non potrà mai sostituirsi a sua volta al vero, reale innamoramento fra due esseri umani nel totale appagamento di spirito e corpo.
Ma vi immaginate cosa sarebbe la mia alba con me che gironzolo con la mia tazza fra le mani sorseggiando del surrogato invece del vero caffè? No, niente! Meglio rimanere a letto perché insieme al sapore autentico del buon caffè si perderebbe pure quello dell' appagante complicità fra me e lei, in un incontro mai scontato e che mi riserva sempre nuove e inaspettate sorprese. Prima fra tutte quella di esserci ancora col corpo e con la mente per viverne tutta la sua bellezza.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Che bello quel film! A me al contrario ha ispirato quei rapporti epistolari dell'amor cortese ottocenteschi così lontani dalla freddezza dei nostri animi contemporanei che forse solo una intelligenza non corrotta da quello che siamo diventati può sperare di recuperare. Che sia una A.I. l'unica via per ricreare lo spirito e l'animo umano? Un film, un libro, è veramente bello se ispira e se offre ad ognuno chiavi di lettura personali e quindi non scontate. E che per questo merita di essere condiviso. Altrimenti è inutile anche il solo citarlo.
“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
Modificato da - @lby64 in data 02/12/2017 23:30:52
Sì, tutto sommato un bel film, non bellissimo, gradevole, con qualche spunto di comicità, di riflessione anche ma non da perderci il sonno, e... ehm... anzi c'è stato un momento pure in cui mi stavo addormentando... Ma poi mi sono ripresa! Ahah! Beh, Ibi, diciamo che non ha lasciato dentro di me tracce indelebili e che il messaggio appariva chiaro fin da subito e non c'era certo da scervellarsialla ricerca di chissà quali interpretazioni: solitudine... mondo virtuale...mondo reale... rifugiarsi nel primo per paura di vivere nel secondo... Ecco, appunto, vivere.... amare... Parole che hanno un senso solo se si estrinsecano nella realtà, e l'importante è avere chiaro questo, l'importante è non pensare anche solo lontanamente che questa possa essere rimpiazzata daquella virtuale, il che equivarrebbe a vivere una finzione, che avrebbe la durata effimera di un sogno frutto solo dell'immaginazione di una mente addormentata. Sul parallelismo poi che fai tra l"amore" nel film e quello "cortese", permettimi di ricordarti Ibi, perché so che lo sai, (ricordi Camelot?), che poco di epistolare aveva quell'amore e molto invece di erotico (di fatto), visto che di amore adulterino trattavasi! Amore cortese perché di quelle "corti" provenzali, dove i matrimoni fra i sangue blu erano combinati, e siccome il sangue invece era rosso quello che scorreva nelle vene della dama come quello di qualunque donna che arde d'amore per l'uomo che le rapisce il cuore, con la scusa di nominare come si usava allora, un cavaliere suo personale che le giurasse fedeltà eterna, combattendo e morendo anche, per lei, la dama ovviamente sceglieva o quello di cui s'era già innamorata o quello che a prescindere dal puro sentimentalismo, fosse bello e aitante più del marito che magari nella sfortuna le era capitato pure bruttino e... E tra i due cominciava una fitta corrispondenza... epistolare!
Come tra Ginevra e Lancillotto! E difatti nel romanzo "cortese" "Lancelot" di Chrétien de Troyes, ad un certo punto si leggono queste parole pronunziate da Ginevra:
"… Io nuda contro il suo corpo nudo, per meglio abbandonarmi alla felicità…".
E si vede che così era più comodo mettersi a scrivere epistole! Ahah! C'è da morire! Non sto prendendo in giro te, Ibi, ci mancherebbe! Diciamo che sono di buon umore e ne sta uscendo fuori un tono un po' canzonatorio ma per ridere o sorridere insieme semmai, sulle parole, parole, parole, scritte o dette su un sentimento, l'amore, che a ben riflettere a me sembra sia rimasto immutato nei secoli, anche se estrinsecato in modalità diverse. Ma l'amore, il sentimento che nasce spontaneo fra due individui, e non fra un software e un essere umano ché qua è tutt'altra cosa, che nasce che vive e che può anche morire o durare in eterno, non subisce secondo me nella sua intrinseca essenza, il mutamento dei tempi in cui l'uomo è vissuto e in cui vive.
Comunque sia, Ginevra e Lancillotto erano innamorati l'una dell'altro. Alla morte di Ginevra seppellita dallo stesso Lancillotto, questi si lascerà morire poco tempo dopo. De Troyes racconta di questo cavaliere che muore con un sorriso sulle labbra senza però farne trapelare i suoi pensieri ultimi e a chi li rivolgesse. Ritenendo forse che per qualunque lettore non fosse difficile immaginarlo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Colgo volentieri lo spirito. Allora mi si addice di più l'amore considerato tanto più tale quanto meno compiuto e quanto più impossibile dei drammoni ottocenteschi. Sono preda del fascino dell'incompiuto in quando lascia ancora un po di spazio alla poesia. D'altra parte il "vissero tutti felici e contenti" è un modo per dire che una volta compiuto "tutto il resto è noia" e infatti non ne scrivono mai! Per dire adoro "Lost in traslation" forse perchè avendo girato solo per il mondo per anni un po mi ci riconosco. E chissà cosa sussurra Murray alla Johannson per consolarla. La bellezza dei finali aperti!
“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
Modificato da - @lby64 in data 03/12/2017 20:58:36
A me invece Ibi, non mi si addice... Nulla di quello che hai detto. A me pare che ritorni in ballo la questione della differenza tra il vivere nella realtà e il vivere in un mondo immaginario, nulla escludendo che a non coglierla sia io. Dunque... Quando usi il termine "non mi si addice", intendi che sei tu a scegliere quel tipo di amore sapendo già in partenza che è proprio di quello che si tratta, di quello meno incompiuto o addirittura impossibile? Come si fa per esempio con un vestito che esposto in vetrina fra tanti, lo indichi al commesso dicendogli: "Ehm..., m'incarti quello per favore..." E lui, il commesso:"Mi permetta di farle prendere in considerazione anche quello un po' più a destra e quell'altro al centro e..." E qua tu lo blocchi anche perché il suo tono professional, falsamente riverente ti da già sui nervi figuriamoci se fosse vero ( a te no? A me sì!), e con tono deciso ma educato e cortese, gli rispondi: "No, no, grazie! Prendo quello perché è proprio quello che... mi si addice!"
Non so... Ma io credo che non siamo noi a scegliere l'amore ma che sia lui a scegliere noi, nel senso che se fosse un vestito ce lo ritroveremmo addosso senza nemmeno accorgercene.
Poi... Consideri l'intensità o l'identità, (non si capisce), dell'amore, inversamente proporzionale alla sua compiutezza e direttamente invece alla sua impossibilità a realizzarsi... Cavolo! Ma qui per impiantare 'sta proporzione ci vuole Einstein!
Poi... "...il fascino dell'incompiuto... lascia ancora un po' di spazio alla poesia."
Che sarebbe il fascino dell'immaginario? In cui far vivere quella compiutezza non realmente vissuta? Ma fuori da quell'immaginario, cosa rimane infine? Niente. Il vuoto. Quindi lasciare più spazio alla poesia è un nonsense, perché significa lasciare spazio a qualcosa che non esisteva già più, morta in quell'incompiutezza voluta e nella cui vacuità non trova il suo naturale nutrimento.
O magari non era mai esistita veramente, è stata immaginata o confusa con altro o si è voluto crederci in nome di chissà che... Certo che il "vissero tutti felici e contenti" è un modo di dire! E' il ritornello finale di tutte le favole... Scontato dirlo, lo so, ma la realtà non è affatto una favola, è con essa che deve fare i conti quel sentimento che amore si può chiamare solo se è proprio nella realtà che riesce a vivere e a sopravvivere dinanzi ad ogni avversità. E in questo caso vale la proporzionalità diretta fra la grandezza di un amore e quella del coraggio per non mollarlo mai. Solo che però io non credo esista un amore più o meno grande di un altro. E' l'amore e basta. Non è quantificabile così come non è soggetto a nessuna legge dettata dalla ragione.
Non ho visto "Lost in traslation". Lo guarderò anche se so già fin da ora che m'indispettirà molto non riuscire a sentire cosa dice Murray all'orecchio della Joansson! I finali aperti... non mi si addicono. Eheh!
Al contrario di Her, sono invece rimasta molto colpita da un altro film visto quasi nello stesso periodo e che ho già citato altre volte sull'arca e ora di nuovo perché ha molto in comune con i discorsi tuoi, miei, di tutti o quasi, di adesso. E di sempre.
Ma discorsi, di certo i miei, così... per fare due chiacchiere, non vogliono apparire impegnati, né sciorinare verità che invece non possiedo. Il mio modo di comunicare e di scrivere a volte è ingannevole, e genera spesso fraintendimenti. Di persona è anche peggio! Ahah!
Quasi dimenticavo il film! Bellissima anche la canzone..
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Tengo sempre aperta la pagina di youtube mentre leggo e scrivo altrove, mi piace avere sempre la musica di sottofondo. Si inseriscono ad un certo punto i "Cigarettes After Sex", conosco la canzone che mi piace molto fra l'altro ma non ne ricordo il titolo. Ci penso, mi spremo le meningi ma... Niente! Interrompo la lettura e vado a controllare,,, E guarda un po' Ibi, che video vado a incontrare...
C'è da morire...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
E ci mancherebbe altro! Con un rompiballe che la pensa come me ci parlo già tutti i giorni davanti allo specchio facendomi la barba.
Ti butto la un paio di cose molto poco erudite ma che proprio perchè le cito vuol dire che un po mi ci rispecchio.
Tu e io siamo uguali, Darien. Abbastanza intelligenti da non credere al più antico dei miti: l'amore. Fantasia creata dalla gente per impedirsi di buttarsi dalla finestra. (Gordon Gekko da Wall Street)
Con lei non aveva trovato la felicità ma quel sentimento più duraturo ed appagante chiamato serenità. Elijah "Lije" Baley personaggio cinico un po arido a tratti burbero ed arcigno del Ciclo della Fondazione di Asimov riguardo alla sua seconda moglie credo (citazione sicuramente non corretta ma la butto li un po a memoria in quanto non saprei come ritrovarla).
Per me è come il sole. Indispensabile alla vita, ti aiuta nell'orientarti, un piacere croggiolarsi al suo calore, manca molto quando non c'è ma fatale al solo tentare di avvicinarcisi.
“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
Modificato da - @lby64 in data 07/12/2017 10:27:50
Ho riacceso per cercare un indirizzo... E quindi ne approfitto per lasciarne una io citazione di Asimov...
"Che cos’è la bellezza, o la bontà, o l’arte, o l’amore, o Dio? Ci muoviamo sulla frontiera dell’inconoscibile e cerchiamo di capire ciò che non può essere capito. E’ questo che ci fa uomini." Elijah
E ora di nuovo fuori al sole, perché c'è un bellissimo sole anche oggi. Mi crogiolerò magari un po' sotto i suoi caldi raggi, ma dovrò soprattutto muovermi perché c'è sempre tanto da fare! Fatale è solo l'immobilità.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Noto invece che sulla ornitologia siete tutti preparati visto che nessuno, almeno fino ad ora, mi ha chiesto informazioni sulla traccia audio (un po' più su)!
Superfluo quindi illuminarvi...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Sapevate che lo scarabeo stercorario si orienta con la Via Lattea?!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ibla ha scritto: "Che cos’è la bellezza, o la bontà, o l’arte, o l’amore, o Dio? Ci muoviamo sulla frontiera dell’inconoscibile e cerchiamo di capire ciò che non può essere capito. E’ questo che ci fa venire l'esaurimento."
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
E' il verso di questo simpaticissimo uccello marino,
il pulcinella di mare, (puffin in inglese), nome scientifico, Fratercula arctica. A causa delle corte ali, queste splendide creature volano in modo goffo,
giungendo anche a 400 battiti al minuto per mantenersi in quota, ma in mare sono agilissimi, tanto che gli antichi li ritenevano un incrocio tra un uccello e un pesce.
Nidificano sulle scogliere scavando gallerie in fondo alle quali deporre le uova. Di anno in anno tornano allo stesso nido e generalmente mantengono la stessa compagna. In Islanda le colonie di pulcinella sono numerose e costituiscono il 60% della popolazione mondiale.
D’estate popolano i mari e le coste dell’Atlantico settentrionale, Islanda, Norvegia, Scozia, Irlanda, Inghilterra e dell’isola di Terranova. In Italia qualche raro e fortunato avvistamento è stato registrato nel mar ligure.
Per proteggere questa specie sono state istituite diverse riserve naturali, tra cui Dyrhólaey (Islanda), chiuse fino a giugno, mese in cui si schiudono le uova.
Si era registra una diminuzione della popolazione dovuta probabilmente allo sfruttamento delle risorse ittiche daparte dell’uomo: il pesce è infatti l’unico alimento dei puffin e una sua diminuzione eccessiva compromette inevitabilmente la sopravvivenza di questi uccelli.
Fra l'altro i cacciatori che sono presenti sempre e ovunque, e tutti ugualmente refrattari alla bellezza
e alla tenerezza,
sfruttano la loro naturale curiosità e ingenuità
oltre alla loro predilezione per il colore rosso, e
vestiti con questo colore, si avvicinano in coppia armati di reti fino ad una distanza di soli 3 metri e li imprigionano facilmente. Ehm... a volte inciampano nelle loro stesse reti e... cadono rovinosamente sulle rocce!
E sono i Pulcinella a trovare buffi i cacciatori in questo caso...E sghignazzano!
E magari quello nella traccia è il verso della loro risata!
Sarà che è contagiosa ma fatto sta che quando l'ho sentita sono scoppiata a ridere!
Lo scopo di postarla era di fare ridere anche voi.
Comunque sia, ritornando ad Asimov, è dinanzi ad un'immagine così...
che io trovo tutte insieme, la bellezza, la bontà, l’arte, l’amore, e un'essenza divina... Nella natura.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Sotto la luce di una manciata di stelle anche un piccolo insetto con la sua palla di sterco, può rivelarsi persino ai più schizzinosi e ai superficiali, teneramente poetico...
E poi un insetto che per orientarsi si serve di una galassia, la Via Lattea, galassia per antonomasia, è uno...Tosto!
continua...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
noi al contrario contempliamo lo sterco per orientarci nell universo politico.
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Dal film Sunshine "Siamo polvere di stelle". E se la vita sulla terra è arrivata a bordo di un'asteroide perchè non può essere stato uno scarabeo al riparo dallo spazio nel chiuso della sua "M" palletta portafortuna? D'altronde calpestandola costantemente è di sicuro l'essere più fortunato della Galassia. Se non ci riesce lui chi altri?
“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
Claudio02: noi al contrario contempliamo lo sterco per orientarci nell universo politico.
La tua idiosincrasia per gli apostrofi, Claudio, mi ha sempre incuriosita... Pensa, Claudio, che senza l'apostrofo per esempio, non avresti mai trovato dentro certi cioccolatini il pensierino: "Il bacio è l'apostrofo rosa tra le parole t'amo"! C'è da morire! Stucchevole in effetti... Se preso così da solo però... Fuori dal suo contesto originale che era una dichiarazione d'amore di un certo Rostand che la fa pronunziare al personaggio che dà il nome alla sua opera, "Cyrano de Bergerac", appunto. Guarda, claudio, come il pensierino riacquista la sua dignità poetica se letto lì dove ci siamo scordati che stava:
[...] Rossana:" Tacete!" Cyrano: "Un bacio – ma cos’è poi un bacio? Un giuramento un pò più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, un’apostrofo roseo fra le parole t’amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima!"
E poi...
[...] Cyrano (a Cristiano, a cui suggeriva le parole da dire alla sua amata): "Sali…".(sul balcone dove c'era Rossana). Cristiano e Rossana si abbracciano e si baciano.
[...] Cyrano: "Che strana sensazione! Un bacio – l’amore pranza ed io, come Lazzaro, raccolgo le briciole nel buio. Ma sì, sento che un pò di questo bacio mi appartiene, perchè su quelle labbra Rossana bacia le parole che ho detto io…" (dal “Cyrano de Bergerac” - Atto III Scena X)
Ahah! Ho battuto il record delle divagazioni perché stavo riprendendo a parlare sullo spunto della tua battuta dello stercorario che ehm... per associazione col bacio c'entra ben poco... Ma la mente a volte s'incanta... Nell universo.
Il nostro amico coleottero, comunque il bacio se lo meriterebbe, sia perché è pulitissimo sia perché ci aiuta nel casino che abbiamo combinato.
Ora mi spiego: è pulitissimo, perché secerne una sostanza disinfettante e se al limite invece del bacio volete dargli una stretta di mano, vi ricordo che la sua palletta la spinge con le zampe posteriori. Perché ci è utile con i suoi appallottolamenti di cui si nutre e dentro cui nasconde le sue uova? Perché nel far ciò scava cunicoli e tane nello sterco degli animali (oltre 1.3 miliardi di grandi ruminanti allevati nel mondo) favorendone l'aerazione con conseguente diminuzione di produzione e rilascio del metano che invece si produce in condizioni anaerobiche.
Io sono per il vitalizio! Ma nooo Claudio, non nell universo cui accennavi tu! Allo scarabeo! Se lo merita, cavolo! E aggiornato ai recenti aumenti lì dalle tue parti, Claudio... Tu ne sai niente? No?
Beh io a dire il vero non so molto, tranne un paio di battute fra una giornalista e una tizia che si arrampicava sugli specchi al che mi sono presi al solito i conati di vomito e ho subito sintonizzato la radio su un programma di musica che me li fa passare subito. I conati.
Comunque sia! A me 'sto scarabeo mi fa troppa simpatia: è proprio tosto, tenace spinge la sua pallottola, il suo sostentamento, sempre dritto per la sua strada e senza aggirare mai gli ostacoli: li supera! E col suo sguardo mezzo cieco sempre rivolto al suo cielo zeppo di stelle... Cavolo! Come me!
Ma andiamo al discorso più scientifico su come e perché lo scarabeo abbia scelto per orientarsi nel suo infinito girovagare niente popò di meno che la Via Lattea!
Ma siccome sono ormai completamente cotta e non mi va di spremere oltremodo le meningi e neanche le dita ne vogliono più sapere di pigiare sulla tastiera, cerco l'articolo che mi pare più esaustivo sulla faccenda e vi faccio un bel copia-incolla!
"Spostarsi seguendo una linea retta è essenziale per gli scarabei stercorari, che vivono in un mondo in cui la competizione per gli escrementi è feroce. I maschi di questi coleotteri, dopo aver individuato un mucchio di escrementi freschi, formano pazientemente delle palle di sterco e, rotolandole, le spingono il più lontano possibile dal mucchio affollato da altri scarabei, spesso portando con sé una femmina. La coppia seppellisce la palla di sterco, che in seguito diventerà la fonte di nutrimento della loro prole.
Gli studiosi già sapevano che gli scarabei stercorari riuscivano ad allontanarsi lungo un linea retta rilevando uno schema simmetrico di luce polarizzata che appare attorno al sole. Noi non possiamo vederlo ma gli insetti si, grazie a speciali fotorecettori di cui sono dotati i loro occhi. Non era chiaro invece quali segnali fossero in grado di utilizzare di notte; quindi Warrant e i suoi colleghi si sono recati in Sudafrica per osservare il comportamento notturno dello scarabeo stercorario Scarabaeus satyrus attorno a mucchi di escrementi piazzati appositamente dai ricercatori. Le prime osservazioni sono state sorprendenti: S. satyrus sembrava in grado di far rotolare una palla di sterco in linea retta anche durante notti senza luna, "il che ci ha messo in difficoltà: non sapevamo che spiegazione darci”, dice Warrant. "Poi ci è venuto in mente che potessero utilizzare le stelle: e così era".
Per verificare la loro ipotesi, gli studiosi hanno messo i coleotteri sopra una specie di tavola recintata, e hanno osservato come gli insetti reagissero in diverse situazioni del cielo. Hanno ricevuto così la conferma che anche durante notti chiare e senza luna, riuscivano a spostare le sfere di sterco lunga una linea retta. Per dimostrare che usavano come riferimento la Via Lattea, i ricercatori hanno portato la tavola al Planetarium di Johannesburg, scoprendo che gli scarabei riuscivano a orientarsi perfettamente sia con un cielo pieno di stelle che solo con la Via Lattea. Infine, a ulteriore conferma delle loro osservazioni, hanno posto sulla testa dei coleotteri impiegati nello studio una sorta di "visiera" di cartone che impediva loro la visuale del cielo: gli scarabei continuavano a girare attorno senza meta, riferisce lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology."
@lby: E se la vita sulla terra è arrivata a bordo di un'asteroide perchè non può essere stato uno scarabeo
Ibla: rRrRrRrR............
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Road Bike 28" Olmo Mod. Supergentleman. Road Bike 28" Olmo "recycled". Road Bike 28" Francesco Moser Mod. San Cristobal Road Bike 28" aluminium Ks Cycling (in fase di elettrificazione). City Bike aluminium 28" MBM Voyager, Cute Q-100. Classic Bike 28" WEG Classic, Cute Q-128SX. MTB full suspension aluminium 26" Sobim Diamond , Cyclone. Folding Bike aluminium 20" Dahon Vitesse D7, Cyclone. Folding Bike aluminium 20" Diamond Minivelo. Folding Bike 16" Dahon Dream-HT660, Cyclone. Folding Bike Brompton A Line LiFePO4 (dal 03/10/2007). Tai nasha no karosha (Live Long And Prosper, Lunga Vita e Prosperità)
Bella questa canzone-poesia di Brel! Il mare si presta sempre alle metafore, ed è egli stesso metafora di se stesso. Della sua bellezza. non fu forse dalla sua unione con Teti che nacque... Venere? Appunto!
Non la conoscevo, Dasti. O non la ricordavo... A volte, anche se non subito, ritornano infine, alla mente parole, fatti, persone... Quando succede con le persone, non ricordarsele, è a dir poco imbarazzante. A me succede a volte... E mentre lui o lei mi stringe la mano salutandomi calorosamente, calore non giustificato magari da un incontro fugace che in me non ha lasciato evidentemente nessuna traccia di rilievo, io, malgrado questo, dinanzi a certi sorrisi che mi spiazzano tanto sono smaglianti e al dialogo che a tutti i costi vuole instaurare con me... reggo il gioco! Sperando che da un momento all'altro una sfumatura nella sua gestualità o nella voce o un indizio che dal suo blablabla venga fuori sul nostro primo incontro (ehm... a volte è stato anche più di uno! ), riesca a sbloccare la mia mente autistica. No, perché non è bello per nessuno sentirsi rispondere: "Chi accidenti sei?!" Beh, anche semplicemente:"No, non mi ricordo di te....". Insomma, a volte il bluf va a buon fine, cioè riesco infine a ricordare ma senza darlo a vedere. A volte riesce nel senso che reggo così bene il gioco che alla fine lui-lei se ne va convinto che io l'abbia riconosciuto mentre io traendo un sospiro di sollievo chiedo a me stessa: "Ma chi diavolo era?" Ahah! C'è da morire! E' che non sono molto fisionomista... Comunque sia, il "tuo" Oceano, Dasti, mi ha fatto ricordare invece...
"...ed arrivò un bambino con le mani in tasca ed un oceano verde dietro alle spalle disse "vorrei sapere quanto è grande il verde come è bello il mare quanto è dura una stanza, è troppo tempo che guardo il sole e mi ha fatto male..."
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Allora, Ibi, dove ero arrivata quando all'improvviso sono stata colpita alla nuca come un coniglio selvatico? Che cavolo di similitudine mi è venuta in mente! Ma lasciamo stare, altrimenti vengo intanto colpita di nuovo e 'sto discorso dello scarabeo e del suo asteroide non lo continuo nemmeno stavolta. In effetti non l'ho nemmeno iniziato! Allora! Quel che è certo è che è venuto fuori con i dinosauri. Per cui se di asteroide si tratta doveva essere bello grosso! Si parla quindi di 130 milioni ca. di anni fa.
"Siamo nel Cretaceo, i dinosauri sono gli animali terrestri dominanti e, verosimilmente, i primi stercorari si sono evoluti proprio per sfruttare i loro escrementi. A suggerirlo sarebbero anche i coproliti di dinosauro, escrementi fossili in cui sono presenti dei tunnel simili a quelli scavati dagli stercorari. I mammiferi invece, all’epoca, erano solo all’inizio della loro storia e presenti solo in piccole specie, e i loro escrementi sarebbero stati poco nutrienti e non appetibili per gli stercorari."
La comparsa dello scarabeo stercorario è però legato a quello anche delle angiosperme. Perché? Perché i Dinosauri si nutrivano di queste che rendevano i loro escrementi molto nutrienti. Come ho detto, uno molto tosto! Lo scarabeo!
Poi...
"Nell’antico Egitto lo scarabeo era simbolo della resurrezione. Gli egizi credevano infatti che lo scarabeo della specie “stercorario” potesse rigenerarsi dalla palla di sterco che l’insetto fa rotolare davanti a sé. Inoltre, la palla veniva collegata con il disco solare che “rinasce” dopo la notte: il nome egizio dell’insetto, kheperer, è simile a quello del dio Khepri, il Sole, che sorge generato dalla Terra. L’uso dello scarabeo si allargò poi tra fenici, cartaginesi, greci, etruschi e, tra i primi cristiani, ancora come simbolo della resurrezione.
Insomma! Questo simpaticissimo animaletto ha rotolato la sua pallottola dal politeismo... al monoteismo! Purché rotolasse...! Per sopravvivere...!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ho dimenticato, Claudio, la dedica della canzone! Ma nooo, non a te! A Rostand...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
STELLE - Tornano in alto ad ardere le favole. Cadranno come foglie al primo vento. Ma venga un altro soffio, Ritornerà scintillamento nuovo. (Giuseppe Ungaretti)
(by iw6cpk)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Spogliamo la nostra mente dalle foglie secche perché con esse non debbano marcire anche i frutti che si debbon cogliere per assaporarne la maturata dolcezza ...
Apriamola e anche se con dolore, per scoprirne la bellezza in essa celata, quasi dimenticata o a volte forse mai conosciuta...
Che sia l'anno questo del buon raccolto
e di una riscoperta bellezza.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).