E in silenzio rimase anche lui, dinanzi alle autorità laiche e a quelle religiose, le quali ultime accusava di ipocrisia e definiva "ciechi e guide di ciechi". Quest'uomo, Gesù, e solo all'uomo va il mio interesse, non si rivolgeva ai potenti ma ai poveri, ai malati, ai disperati. E l'unico Potere che riteneva importante era solo quello dell'amore verso il prossimo, un messaggio universale non necessariamente religioso ché anzi delle religioni condannava spesso la loro esteriorità mentre per lui ben più importante era che si tenesse conto della sfera interiore degli individui e risvegliarne le coscienze. Ma nell'eterno gioco dei poteri, coscienza è una parola scomoda e scomoda è la presenza di coloro i quali vogliono svegliarla, per cui vanno eliminati. Come Gesù. E come le centinaia di migliaia di uomini accomunati dalla stessa sorte e dalla stessa coscienza nella ricerca della verità.
Perché Borsellino? Associazioni della mente. Abbandono.... Tradimento... Persino il titolo di un romanzo: Traditori di tutti. Per i soliti... Trenta denari.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Riflettevo ieri sera... Su certi eventi del giorno appena concluso che nel ripetersi alternato dell'alba e del tramonto sembra ricordarci che così pure è la storia dell'umanità, di quella che non ha memoria o più semplicemente che è priva di ciòche dovrebbe contenerla. Distrattamente poi aprii a caso il libro che mi stava accanto e leggo... Toh! Mi dico... Giusta conclusione ai miei pensieri...
Ve la lascio.
La musa in collera di Wislawa Szimborska
Perchè scrivo canti d'amore così raramente? Questa domanda già prima me la potevi fare, ma tu, come si comporta ogni uomo indulgente, aspettavi la scintilla che in strofa s'accende.
E' vero, taccio - ma taccio solo per timore che il mio canto in futuro mi dia dolore, che verrà giorno e d'un tratto smentirà le parole, resteranno ritmi e rime, se ne andrà l'amore, e sarà inafferrabile come l'ombra di un ramo. Oh, si, un normale timore mi lega la mano.
Questo mio silenzio so però spiegare.
Come incidere su pietra parole audaci, se neppure oso toccare petalo di rosa? Timore arciprudente tu mi fai paurosa ...
Quando misi mano al foglio, c'era un altro tra noi. Non attese, corse fuori sbattendo la porta. Se era il vento che entrava - poco importa, ma se era la musa, la Musa dei canti d'amore?
So che la mia prodezza indignerà i vicini. Mi dica pure la gente ciò che le pare. Correrò giù e griderò ai quattro venti: Erato torna! Aspetta! Erato, mi senti?
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“La bellezza cammina fra di noi come una giovane madre quasi intimidita dalla propria gloria. La bellezza è una forza che incute paura come la tempesta scuote al di sotto e al di sopra di noi la terra e il cielo. La bellezza è fatta di delicati sussurri parla dentro al nostro spirito la sua voce cede ai nostri silenzi come una fievole luce che trema per paura dell’ombra. La bellezza grida tra le montagne tra un battito d’ali e un ruggito di leoni.
La bellezza sorge da oriente con l’alba si sporge sulla terra dalle finestre del tramonto arriva sulle colline con la primavera danza con le foglie d’autunno e con un soffio di neve tra i capelli. La bellezza non è un bisogno ma un’estasi, non è una bocca assetata né una mano vuota protesa in avanti ma piuttosto ha un cuore infuocato e un’anima incantata. Non è la linfa della corteccia rugosa né un’ala attaccata a un artiglio. La bellezza è un giardino sempre in fiore e una schiera d’angeli sempre in volo. La bellezza è la vita quando la vita si rivela. La bellezza è l’eternità che si contempla allo specchio e noi siamo l’eternità e lo specchio.” (Kahlil Gibran)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"Beh! Che avete da guardare? A voi non capita mai di non arrivare in tempo al cesso? Ma di sicuro non vi faccio una foto!"
Un po' scontroso l'amico, ma non ha tutti i torti se non può fare neanche pipì in santa pace!
In realtà non si tratta di urina. L'amico è un Bombo che, a differenza degli altri insetti che espellono solitamente escrementi solidi, secerne acido urico e non dai reni ma da organi escretori detti tubi malpighiani.
Comunque sia e qualunque sia il liquido secreto dal suo minuscolo corpo e anzi proprio per questo, la foto è veramente eccezionale!
N.B.: Vorrei ricordare che il bombo è tra gli insetti impollinatori più importanti ed utili per l'uomo. Quindi se vi ronza attorno, non mollategli una sberla facendolo schiantare al suolo! Non è un AH-64 Apache!
Osservatelo invece...
e scprirete quanto è...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
La lucertola perde la coda volontariamente, per autodifesa. Il segmento amputato rimane ad agitarsi distraendo il predatore, mentre la furbastra se la dà a gambe! A dir la verità, furba è la natura che le ha concesso questa chance in più di sopravvivenza e dotandola, nel punto preciso della coda dove avviene il distacco, di cellule staminali che rigenereranno una coda nuova di zecca! Altri animali, come l'oloturia per esempio, godono di questa capacità che prende il nome di...
Autotomia.
In caso di pericolo, l’oloturia si divide in due: dà un sé in pasto al mondo, e con l’altro fugge. Si scinde d’un colpo in rovina e salvezza, in ammenda e premio, in ciò che è stato e ciò che sarà. Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso con due sponde subito estranee. Su una la morte, sull’altra la vita. Qui la disperazione, là la fiducia. Se esiste una bilancia, ha piatti immobili. Se c’è una giustizia, eccola. Morire quanto necessario, senza eccedere. Ricrescere quanto occorre da ciò che si è salvato. Già, anche noi sappiamo dividerci in due. Ma solo in corpo e sussurro interrotto. In corpo e poesia. Da un lato la gola, il riso dall’altro, un riso leggero, di già soffocato. Qui il cuore pesante, là non omnis moriar, tre piccole parole, soltanto, tre piume d’un volo. L’abisso non ci divide. L’abisso circonda.
Wislawa Szymborska
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
No, è che soffermandomi sulle parole della bellissima canzone di Vecchioni, "Euridice", perché sentire è cosa ben diversa dall'ascoltare, mi sono resa conto che la storia che lui racconta è ben diversa dall'originale, nel finale soprattutto. Ma è inutile parlarne rivolgendomi a tutti, a quelli interessati perlomeno, se fra questi alcuni magari non la conoscono.
Intanto quindi... buona lettura!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
E intanto ho letto anch'io... E chi ci trovo dietro l'Euridice di Vecchioni? Cesare Pavese! Cavolo! Mi son detta. Faccio una riflessione a voce alta rendendovi partecipi della mia scoperta e cioèdi un finale diverso nella canzone da quello del mito originale, pensando che fosse legato alla convenienza del cantautore di offrire al suo pubblico una storiaa lieto fine, e invece scopro che l'ha scritta traendo ispirazione dalla rielaborazione che del mito di Orfeo ed Euridice fece Pavese ne " L’inconsolabile"...
Insomma, mi rendo conto improvvisamente che l'inaspettata presenza di Pavese minaccia di cacciarmi dentro un ginepraio! Ma io non ho nessuna intenzione di entrarci, tranquilli! Mi mancano lo spazio che fra l'altro non è quello adatto se non per brevi divagazioni e per gentile concessione degli amministratori da me stimati, di questo bellissimo forum, e mi manca anche il tempo, specie in questo periodo.
Lasciar cadere il discorso dopo avervi invitato a leggere di quel mito, e lasciare al silenzio la soluzione del problema non fa per me e quando a volte lo faccio, finisce che ci continuo a rimuginare sopra come la puntina incantata su un disco, cosa come ben sapete alquanto fastidiosa.
Comunque sia... Intanto... No, l'intanto stavolta non necessariamente prelude ad un ritorno sull'argomento quando avrò di nuovo tempo per fare una visitina qui da voi, perché a ben riflettere, al di là del problema spazio-tempo, c'è forse in me soprattutto una certa riluttanza ad entrare in quel ginepraio... in compagnia!
E quindi intanto lascerò, (sottinteso sempre, a chi abbia voglia e interesse a leggere!), il testo della canzone di Vecchioni (che non è detto non abbia trovato una "convenienza" nell'Orfeo di Pavese, dettatada un suo particolare stato d'animo di allora...), e il testo de "L'inconsolabile" di Pavese.
Un paio di cose però le voglio dire...
Nel mito greco originale che in definitiva celebra l'amore oltre la morte, Orfeo non riesce a trattenere l'impulso di girarsi verso Euridice per paura di perderla durante il cammino nell'Ade."Per amore" (Virgilio).
Nella rielaborazione di Pavese invece Orfeo "decide razionalmente" di girarsi e leggerete perché il poeta vuole che sia così.
Vecchioni nel ripetere ossessivo "canterò... canterò... canterò... per riaverla indietro" ci mette tanto di quel pathos da far venire la pelle d'oca... A me.
Ma dalla disperazione passa improvvisamente ad una visione di un mondo che l'aspetta fuori pieno di nuove giovani donne... Supergiù!
Pavese perviene alla fine del dialogo ad una sua verità:
" Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso."
Acc...! Stavo cedendo al mio d'impulso... Quello di entrare nel ginepraio.
Vado con i testi!
Euridice di Roberto Vecchioni.
Morirò di paura a venire là in fondo, maledetto padrone del tempo che fugge, del buio e del freddo; ma lei aveva vent'anni e faceva l'amore, e nei campi di maggio, da quando è partita, non cresce più un fiore...
E canterò, stasera canterò, tutte le mie canzoni canterò, con il cuore in gola canterò: e canterò la storia delle sue mani che erano passeri di mare, e gli occhi come incanti d'onde scivolanti ai bordi delle sere; e canterò le madri che accompagnano i figli verso i loro sogni, per non vederli più, la sera, sulle vele nere dei ritorni;
e canterò, canterò finchè avrò fiato, finchè avrò voce di dolcezza e rabbia gli uomini, segni dimenticati, gli uomini, lacrime nella pioggia, aggrappati alla vita che se ne va con tutto il furore dell'ultimo bacio nell'ultimo giorno dell'ultimo amore; e canterò finchè tu piangerai, canterò finchè tu perderai, canterò finchè tu scoppierai, e me la ridarai indietro.
Ma non avrò più la forza di portarla là fuori, perché lei adesso è morta e là fuori ci sono la luce e i colori; dopo aver vinto il cielo e battuto l'inferno, basterà che mi volti e la lascio alla notte, la lascio all'inverno...
E mi volterò le carezze sue di ieri mi volterò non saranno mai più quelle mi volterò e nel mondo, su, là fuori mi volterò s'intravedono le stelle mi volterò perché ho visto il gelo che le ha preso la vita, e io, io adesso, nessun altro, dico che è finita; e ragazze sognanti mi aspettano a danzarmi il cuore, perché tutto quello che si piange non è amore; e mi volterò perché tu sfiorirai, mi volterò perché tu sparirai, mi volterò perché già non ci sei e ti addormenterai per sempre
C. Pavese, L’inconsolabile, dai Dialoghi con Leucò (1947)
Orfeo: E’ andata così . Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Mi sentivo alle spalle il fruscìo del suo passo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò che è stato sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com’era prima;che un’altra volta sarebbe finita. Ciò che è stato sarà. Pensavo a quel gelo , a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle ossa. Valeva la pena di rivivere ancora ? Ci pensai, e intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi “sia finita ” e mi voltai . Euridice scomparve come si spegne una candela .
Bacca : Strane parole Orfeo, quasi non posso crederci. Qui si diceva che eri caro agli dei e alle Muse . Molte di noi ti seguono perchè ti sanno innamorato e infelice, hai varcato le porte del nulla… No non ci credo Orfeo, non è stata colpa tua se il destino ti ha tradito.
Orfeo : Il mio destino non tradisce . Ridicolo che dopo quel viaggio , dopo aver visto in faccia il nulla, io mi voltassi per errore o per capriccio.
Bacca: Qui si dice che fu per amore.
Orfeo: Non si ama chi è morto… L’Euridice che ho pianto era una stagione della vita. Io cercavo ben altro laggiù che il suo amore…
Bacca: E così tu che cantando avevi riavuto il passato, l’hai respinto e distrutto. No, non ci posso credere…
Orfeo: Capiscimi Bacca, fu un vero passato soltanto nel canto. Già salendo il sentiero quel passato svaniva , si faceva ricordo , sapeva di morte…
Bacca: Come hai potuto rassegnarti Orfeo? Euridice era stata per te un’esistenza.
Orfeo: Euridice morendo divenne un’altra cosa . Quell’Orfeo che discese nell’Ade , non era più sposo nè vedovo. Il mio pianto d’allora fu come i pianti che si fanno da ragazzo e si sorride ricordandoli. La stagione è passata. Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo.
Bacca: Molte di noi ti vengon dietro perchè credevano a questo tuo pianto. Tu ci hai dunque ingannate?
Orfeo: O Bacca Bacca, non vuoi proprio capire? Il mio destino non tradisce . Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Da tempo volevo chiedervi... Secondo voi, cosa stanno aspettando...?
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
concordemente a quanto prima esposto alcune spiegazioni si capiscono, altre no
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Claudio02: concordemente a quanto prima esposto alcune spiegazioni si capiscono, altre no
Ah! Pensavo avessi indovinato cosa stanno aspettando i piccioni...
Invece la tua curiosità era rivolta ai voli... pindarici! Una curiosità però la tua, Claudio, che non si spinge fino al punto di chiedere cosa in particolare "non hai capito", (e non: "non si capiscono" ).
Comunque sia, Claudio, io non ho dato spiegazioni, ho solo sottolineato alcuni punti che figurati, non risultano chiari neanche a me! No, perché mi chiedo per esempio se nella reinterpretazione dei miti, sovente fatta da poeti, musicisti, scrittori o altri, non ci sia il desiderio o la necessità volendo, di eliminare un disagio o un malessere psichico personale eliminando il messaggio originale che dal mito scaturisce.
In Orfeo e Euridice si parla di amore eterno, oltre la morte. E Orfeo infatti non amerà più nessun'altra donna subendo pure poveretto, l'ira delle Baccanti che lo fanno a pezzi.
E questa è una storia.
Vecchioni, Pavese e chiunque altro abbia voluto reinterpretarla, hanno in realtà raccontato un'altra storia, che non era certo quella dell'amore eterno. E forse neanche dell'amore. Di passioni forse, ma queste da sole lasciano il tempo che trovano: una volta spente rimane solo cenere e al sospiro conclusivo... neanche questa. Fffff...! Dispersa nell'aria e portata via dal vento!
Cesare Pavese, ma adesso non sono più ironica, non ebbe certamente quella che si può definire un'infanzia felice e da subito venne affidato dalla madre cagionevole di salute a diverse balie. In seguito comunque non si può dire che questa prima carenza affettiva venisse poi colmata da una madre che di natura era a quanto pare una donna dispotica.
E va a vedere per quali diabolici meccanismi della psiche umana, sempre con donne sbagliate ebbe poi a che fare nella sua breve vita, sbagliate per lui ovviamente, mentre forse avrebbe dovuto volgere lo sguardo più verso le sue Langhe e la natura da lui tanto amate invece che all'evoluta città...
Mi domando se abbia mai tentato la strada della psicanalisi a parte aver dedicato anche a questa materia molti dei suoi studi.
Guarda Claudio che neanche stavolta sono spiegazioni le mie. Diciamo supposizioni, mie sensazioni, libere interpretazioni a malapena sostenute da quel poco che ho letto su e di Cesare Pavese.
Un'ultima cosa penso e basta: che nessuna di quelle donne avesse a che fare con la sua decisione di porre fine alla sua vita.
A proposito di amore, quello fatto di passione certo ma non solo di questa, ma da ciò che di profondo e duraturo permane una volta spenta quella, mi viene in mente... di gitto...
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono Le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
di Montale.
Ma questa la conosci. E l'hai capita. E si capisce.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Da tempo volevo chiedervi... Secondo voi, cosa stanno aspettando...?
Pixbuster: Non stanno aspettando: stanno guardando quello che fanno gli umani come noi guardiamo i documentari sugli animali
Pix! Ahah! Mi fai morire quando rispondi alle mie domande!
E non solo ci hai azzeccato in generale ma ci sei andato vicinissimo alla risposta esatta anche nella fattispecie in particolare.
In effetti ci osservano gli animali e imparano anche i nostri gusti e le nostre abitudini.
I piccioni infatti stanno aspettando...
le briciole dei panini con le panelle!
Non c'è... da morire?!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Claudio02: concordemente a quanto prima esposto alcune spiegazioni si capiscono, altre no
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono Le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
di Montale.
Ma questa la conosci. E l'hai capita. E si capisce.
mamma mia se si capisce...
peccato darla in pasto ad un 13enne
a trent'anni mi fece venire la pelle d'oca, a 13 uno sbadiglio.
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Claudio02: a trent'anni mi fece venire la pelle d'oca
Ne desumo quindi... con la comparsa dei tuoi primi peli!
Nebulosa Testa di Strega - IC2118 (N.Montecchiari 2018)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
«...Non importa la notte. Il quadrato di cielo mi susurra di tutti i fragori, e una stella minuta si dibatte nel vuoto, lontano dai cibi, dalle case, diversa. Non basta a se stessa, e ha bisogno di troppe compagne. Qui al buio, da solo, il mio corpo è tranquillo e si sente padrone.».
Cesare Pavese.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Modificato da - claudio02 in data 11/04/2018 08:16:07
Dove segnalare se non qui nell'arca , il percorso ciclabile delle cicogne che ha appena pubblicato con la consueta maestria il nostro amico "Outside" ?
Claudio... Ma tu lo sai di quale album faceva parte "Voglio vederti danzare" di Battiato?
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Job: Dove segnalare se non qui nell'arca , il percorso ciclabile delle cicogne che ha appena pubblicato con la consueta maestria il nostro amico "Outside" ?
è bello sapere che non c'è solo la "brianza velenosa"
Che dire Job?
A volte è davvero difficile trovare le parole giuste per esprimere l'onda improvvisa di emozioni che ti sommerge lasciandoti senza fiato dinanzi a certe immagini che sembrano uscire dal libro delle favole, dove soltanto finisci per credere siano esistite, quando nella realtà non le vedi più.
E se ancor prima delle immagini lo sguardo scorge seppur fra i tanti nomi della mappa quello di... -Merlino!-, già ti persuadi che c'è della magia in questo e che da una magia non può che nascere altra magia.
E di lì a poco essa si compie... sul campanile di una chiesa di cui sento rintoccare la campana mentre è solo il battito del cuore,del mio che mi rimbomba dentro le viscere fino alla mente dove con forza riemergono i ricordi dell'infanzia in cui nel labile confine tra realtà e fantasia trasformavo un cane bianco in carne e ossa a cui cedevo il mio panino per placare la sua fame atavica di randagio, nel mito dell'eroe che m'aspettava fuori dalla scuola per riaccompagnarmi a casa pronto a difendermi da qualunque pericolo!
No, perché la cicogna per giunta su un campanile assurge ad immagine archetipica che tale soltanto rimarrebbe se non ci fosse chi si preoccupasse ad evitarne l'estinzione!
Beati gli uomini di buona volontà... Nel rimescolio dei ricordi ne riaffiora pure qualcuno dell'infanzia... catechistica! Comunque sia, la citazione mi piaceva metterla a quel punto del discorso anche se magari in un significato diverso da quello originale...
Ma come dice Dante...
"O voi che avete gl'intelletti sani*, Mirate la dottrina che s'asconde Sotto il velame delli versi strani!" (Inf. IX, 61-63)
(* "gli intelletti sani" cioè aperti, adogmatici e alla perenne ricerca di una vera consapevolezza.)
E insomma Job! Che dire, se non grazie per aver portato le cicogne sull'arca che del resto rappresenta anch'essa un mito, quello della conservazione della conoscenza, e quindi grazie per aver condiviso con me, con noi, la tua conoscenza e grazie naturalmente a Outside per investire tempo ed energie a tale scopo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"... il cinghiale, viene analizzato come elemento della mitologia dei Celti, per la quale era un animale sacro e simbolo dell'autorità spirituale contrapposta all'orso che rappresenta l'emblema del potere temporale, e come figura della tradizione Indù dove oltre a rappresentare il terzo dei dieci avatar di Vishnu, identifica la nostra stessa era e quindi, l'era del cinghiale bianco. Questa era, per gli Indù, rappresenta una fase mitologica e magica per l'uomo nella quale si raggiunge la conoscenza assoluta in senso spirituale."
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Sono venuta a trovarti, Lèon! Ehm... non so come me la sono ritrovata... in tasca! Vabbé, ormai la lascio qua!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando. (Hubert Reeves)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Divertente e ben scritta estensione ed approfondimento della classica "Il più grande nemico della conoscenza non è l'ignoranza, è l'illusione di conoscenza". Similmente io aggiungo visti alcuni accadimenti di cronaca recente "Non temo chi delinque ma chi lo fa convinto di essere nel giusto". Troppo input slegati e di scarsa qualità ci mandano in tilt.
“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
@lby64: "Non temo chi delinque ma chi lo fa convinto di essere nel giusto".
Beh, in questo caso Ibi, ci vuole un'immagine diversa dalla precedente perché solitamente diversa è la barchetta...
Dici che il soggetto a prua è anch'esso diverso dal primo? Beh... In effetti... E', come dire? Mummificato! Ehm... è che non ho trovato altro di meglio...
Ciò che invece io temo di più, Ibi, è la folla plaudente a chi delinque, ritenendolo nel giusto.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Lunga è la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce, nè il canto del gallo, nè il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita. (Peppino Impastato)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Lo so che è una immagine ormai largamente stereotipata e che non si identifica nemmeno più con l'animale reale, ma l'asino come simbolo di ignoranza lo contesto fortemente ovunque !
Gli asini (e non voglio chiamarli "somari" perchè siamo stati noi umani a caricarli di "some" e poi li definiamo per scherno così)... gli asini, dicevo, sono animali dolcissimi che capiscono tutto di noi e che sono molto intelligenti Anche la loro caparbietà nel non avanzare dove pensano ci sia un pericolo, non è segno di stupidità o cocciutaggine: è che hanno imparato a non fidarsi degli umani che li hanno sempre costretti a bastonate a fare più degli sforzi che potevano sopportare e della umana scarsissima considerazione (salvo se utilitaristica) verso la loro incolumità
Invece per la questione dell'ignoranza sono daccordo: anch'io l'ho sempre classificata in vari livelli Il primo è quando non si sa nemmeno che esiste un certo problema Il secondo è quando si sa che c'è un certo problema e si crede di sapere la soluzione ma è solo perchè non si sanno le cose come sono veramente Il terzo è quando si capisce il problema ma non si sa la soluzione Il quarto è quando si sa la soluzione ma si percepisce che forse stiamo sbagliando perchè le cose sono più complesse di quanto abbiamo valutato
e sulla mia competenza sull'argomento "ignoranza" credo di essere al secondo livello (che è il meno intelligente di tutti )
Pix su Frisbee Atlas, su pieghevole 20" Kawasaki con kit Bafang centrale e su Cargo muscolare "artigianale"
Già... E tragica è la realtà dove mentre c'è chi perfino muore, per non perdere la libertà, sua e degli altri, c'è invece chi se la vende, per trenta denari. Che oggi sono euro. Cinquanta per esempio... E a compiersi è il più bieco da sempre dei tradimenti: quello verso se stesso. Inutile dire che maggiormente biasimevole fra chi la compra e chi la vende, è sicuramente quest'ultimo.
pixbuster: ...l'asino come simbolo di ignoranza lo contesto fortemente ovunque !... ...sono animali dolcissimi.......
E lo vieni a dire a me, Pix?! A me che mi lascio cogliere sempre da una grande tenerezza e da una sorta di magone dentro, dinanzi a quegli occhioni buoni, tristi, di chi sopporta la soma dell'...ignoranza dell'uomo che vede in lui solo un mezzo di trasporto e non un essere vivente capace di gioire come di soffrire?
E che dire del maiale e della sua nomea creata anche questa dall'uomo che lo usa come termine di paragone per denigrare un suo simile? Sai cosa penso, Pix? Che a voler denigrare l' uomo, l'unica similitudine che abbia veramente senso sia quella con l'uomo stesso. E penso anche che la cattiveria dell'uomo che maltratta qualsiasi essere vivente indifeso, è tipicamente umana! Nell'animale non c'è cattiveria, e solo raramente uccide il proprio simile. Riguardo alla tua interessante disamina sull'"ignoranza", Pix - ahah! ehm... c'è da morire!- ti dirò questo: penso che l'ignoranza, come la intendo io e che nulla ha a che fare con la mancanza di titoli di studio perché si può essere ignoranti pure con dieci lauree, è intimamente connessa con la superficialità. Tu lo sai cos'è una "faloppa!, Pix? Io fino a ieri sconoscevo questo termine, mentre è possibile che tu lo conosca, visto che a quanto pare viene invece usato ancora nel nord-est. Comunque sia, essa indica il bozzolo di baco da seta che contiene una crisalide morta. Il bozzolo resta incompiuto, floscio, inconsistente, e macchiato internamente dalla putrefazione; da fuori sembra sano, a posto come tutti gli altri; ma aprendolo, rivela il suo triste difetto. La parola viene usata come similitudine per indicare ù una persona avvilita da unamorte interiore, da un'intima putrescenza. L'ignorante è quindi sostanzialmente... una faloppa! E' l'uomo che tale è, solo superficialmente ma che interiormente non ha maturato la vera essenza dell'essere uomo e nel suo inseguire solo vanità, perde di vista l'intrinseca bellezza della vita. E se dire bellezza è dire armonia, è solo la ricerca di questa fra noi e l'universo che nutrirà la crisalide perché dal bozzolo esca librandosi nel volo di una bellissima farfalla.
Quell'asinello del tuo video, Pix, avrebbe meritato se non la laurea almeno il bacio in fronte! Se ero lì, io gliel'avrei dato! Tu, no...?
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Il dannato stamattina ha premuto play come al solito alle sette e poi però non so dove diavolo se n'è andato, magari che so, a farsi una doccia e penso in mutande per rafforzare la rimozione mentale di un errore di Dio mentre pasticciava col fango, insomma e comunque sia, fatto sta che non ha più premuto il tasto stop del suo nuovo giocattolo elettronico! "Vabbé! Ho capito! Non si dorme più!" E sono saltata giù dal letto. Col malumore e le labbra serrate persino per un buongiorno alle mie cagnette, le uniche che incontro a quell'ora e che del resto con le orecchie tra le zampe, ci provavano loro a riaddormentarsi, per cui si sentirono sollevate nel non dover ricambiare un mio saluto. Ma fuori, in giardino, tazza di caffè bollente stretta in mano, a farmi passare subito il malumore c'è quel buffone di un merlo che mi strappa subito un sorriso coi suoi saltelli in orizzontale che stamattina erano più strani del solito perché praticamente non la smetteva più di molleggiare a destra e a sinistra invece di sfrecciare in volo e imprecando come sempre al mio sopraggiungere. "Ma che ha 'sto matto stamattina?", pensai, "E che diavolo ha nel becco?", maledicendo di non aver inforcato gli occhiali prima di uscire, ché senza, il mondo mi appare come l'immagine sfocata di un sogno che poi non è male per certi versi. Torno indietro e a marcia indietro lentamente per non fare fuggire alla fine il matto e poi di corsa a prendere gli occhiali e mi acquatto dietro il cespuglione tempestato di fiori di zagara così da poter osservare senza essere vista che cosa sta combinando il caro amico. E vedo arrivare in picchiata accanto a lui... lei! E credetemi se vi dico che con sguardo circospetto le rivolse col suo fischio modulato ma repentino questa parola:"Libero!!!" e insieme scomparvero dentro un altro cespuglione, quello di rosmarino! "Cavolo", pensai, " pure gli animali rincoglioniscono quando si innamorano! 'Sti scemi mi stanno facendo il nido nell'orto! State freschi miei bei... piccioncini, se pensate che io non debba più poterci entrare!" Ma magari scemi non sono... Sanno di chi si possono fidare.
Li lascio tranquilli e mi dirigo verso il muretto salendo sul quale posso vedere il cortile della chiesa. A controllare (è cosa buona e giusta farlo di tanto in tanto...), se al dannato era venuto un colpo proprio lì..., no, per chiamare un'ambulanza, ovvio! Magari proprio mentre ritornava di corsa a spegnere il din don dan che gli era finalmente giunto alle orecchie uscendo dalla doccia! E lo vedo. No, no morto! Ma che correva come un dannato, appunto, con l'asciugamani avvolto attorno alle mutande, infatti , per andare a zittire finalmente la sua campana!
E con questa scenetta esilarante... mi è passato del tutto il malumore!
Buona domenica a tutti e buone pedalate! Come? Ah! Lì da voi del nord sta piovendo? No, siccome qui c'è un sole che spacca le pietre... Anzi, scusate eventuali errori nella forma magari, ma non rileggo. Devo scappare... A mare!
P.S.: Mi ero scordata nel post precedente... questo:
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Con il tempo uno impara la sottile differenza tra stringere una mano e incatenare l’anima, e uno impara che l’amore non significa andarci a letto e una compagnia non significa sicurezza
E uno inizia ad imparare… Che i baci non sono contratti e i regali non sono promesse, E uno inizia ad accettare le proprie sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti. E uno impara che può sopportare davvero, che uno davvero è forte, che uno vale davvero…
E con il tempo uno pianta il proprio giardino e decora la propria anima invece di aspettare che qualcuno gli porti dei fiori. Con il tempo impari che stare con qualcuno perchè ti offre un buon futuro significa che prima o poi vorrai tornare al tuo passato. Con il tempo impari che solo chi è capace di amarti con i tuoi difetti, senza pretendere di cambiarti può offrirti tutta la felicità che desideri.
Con il tempo impari che se stai insieme a quella persona per accompagnare la tua solitudine, irrimediabilmente finirai per desiderare di non vederla più. Con il tempo impari che i veri amici sono pochi, e che chi non lotta per loro presto o tardi si vedrà circondato da false amicizie. Con il tempo impari che scusare lo fanno tutti ma perdonare è solo per anime grandi.
Con il tempo comprendi che se hai ferito un amico duramente molto probabilmente l’amicizia non sarà più la stessa. Con il tempo ti rendi conto che anche se sei felice con i tuoi amici un giorno piangerai per quelli che hai lasciato andar via.
Con il tempo ti rendi conto che ogni esperienza vissuta con ogni persona, è unica e irripetibile. Con il tempo ti rendi conto che chi umilia o disprezza un essere umano, prima o poi soffrirà le stesse umiliazioni e (lo stesso) disprezzo. Con il tempo impari a costruire tutte le tue strade nell’oggi perchè il terreno del domani è troppo incerto per fare progetti.
Con il tempo imparerai che accelerare le cose o forzarle perchè accadano farà in modo che alla fine non siano come speravi. Con il tempo ti rendi conto che in realtà la cosa migliore non era il futuro, ma il momento che stavi vivendo proprio in quell’istante. Con il tempo vedrai che, anche se sarai felice con chi sta al tuo fianco, sentirai una terribile nostalgia di coloro che ieri stavano con te e oggi se ne sono andati via…
Con il tempo imparerai che cercare di perdonare o chiedere perdono, dire che ami… dire che ne senti la mancanza, dire che ne hai bisogno… dire che vuoi essere amico, dinanzi ad una tomba… ormai non ha più senso.
E uno impara e impara… E ogni giorno uno impara. Ma sfortunatamente… solo con il tempo.
(JORGE LUIS BORGES – CON IL TEMPO)
C'è invece chi preferisce dire poche ed ermetiche parole sul tempo...
ETERNO
Tra un fiore colto e l'altro donato l'inesprimibile nulla.
(Giuseppe Ungaretti).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Oltre a Battiato, abbiamo quindi un altro... amico in comune: Luciano De crescenzo! Hai mai letto di lui, "Così parlò Bellavista"?
Ciao Lèon!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Se potessi rubare nuvole bianche all'immenso cielo , le appenderei sull' infinito filo dei miei pensieri perché in quella levità sospesi respirassero liberi come piume al vento
oltre la sommità dei muri che alza l'inerzia della mente immemore di quanta forza ha il piccolo seme che i muri fende purché alla luce porti il fiore che cela in sé.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
(THE GIRL WHO LEAPT THROUGH TIME. PHOTO AND CAPTION BY DANIEL CHEUNG)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).