In nova fert animus mutatas dicere formas corpora; di, coeptis (nam vos mutastis et illas) adspirate meis primaque ab origine mundi ad mea perpetuum deducite tempora carmen!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
...hey notte che ti strusci come un gatto contro gli angoli più oscuri del paese...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Millemiglia, non me l'aspettavo questa tua foto stile "nature"! Ti immaginavo più a soffermarti dinanzi ad un bicchiere di buon vino che davanti ad un ramarro seguendo addirittura l'impulso di immortalarlo e poi quello di postarlo qui! Ma del resto si dice non basti una vita per conoscere a fondo una persona, figuriamoci qualche post. Spero non ti sia soffermato troppo, vicino al ramarro che di certo stava corteggiando una ramarrina! Come lo so? Ma scusa, tu non l'hai notato quel blu iridescente della sua gola? No? E meno male che non c'eri tu al posto della ramarra se no quello stava fresco! Quel blu sgargiante se lo fa venir fuori solo quando è in amore cosicché quella, abbagliata, non gli vede i difetti e... gliela dà!
Bella immagine Millemiglia, grazie. Ne è valsa la pena soffermarti dinanzi ad essa.
A proposito di vino... Mi viene in mente questa canzone di Guccini da dedicarti:
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
A proposito di levrieri... guardate un po' questa qua...
C'è da morire!
A voi non fa venire in mente l'immagine della femme fatale?
Allora, Sergio, dovevo aggiungere un'altra precisazione a proposito del cane nei papiri dell'antico Egitto e mi sposto qui se no nell'altro 3d il nuovo acquisto avrebbe cominciato ad assumere le sembianze di un cane! Intanto cominciamo col dire che quello nei papiri rappresenta il dio Anubi e questo lo sapevo già.
-Il dio Anubi nella tomba di Tutankhamon-
Non sapevo invece che il nome geroglifico di Anubi si traduce in “colui che ha la testa di uno sciacallo” e siccome lo sciacallo può incrociarsi con il cane, la dicitura corretta sarebbe “colui che ha la testa di cane selvaggio”. Chiara l'attinenza fra lo sciacallo e Anubi dio della morte. Ma ecco che continuando a documentarmi spunta anche il lupo! Quell'animale che con la scusa della favola di Cappuccetto Rosso propinata a tutti i bambini del mondo si è visto appioppare dall'immaginario collettivo l'appellativo di... cattivo, già, il lupo cattivo! Ma ovviamente se uno si stacca dal "collettivo" e adopera la propria testa abituandola ad esplorare per capire, si rende conto facilmente che il lupo non è cattivo, aggettivo questo che può essere associato solo alla parola uomo che in quanto essere pensante può scegliere fra bene e male, fra essere buono o essere cattivo. Il lupo poveretto segue solo un istinto: quello per la sopravvivenza. Cavolo... ci risiamo con le divagazioni... Ok! Dicevo quindi, il lupo: da dove salta fuori?
Da " un recente studio (Rueness E. K. et al., 2011), che basato sia su confronti fenotipici che genetici (DNA mitocondriale) di Lupo, Sciacallo e altri rappresentanti dei generi Canis, Cuon e Lycaon, ha rivelato un particolare sorprendente: lo sciacallo egiziano non è uno sciacallo bensì un lupo (Canis lupus lupaster)."
Da cui discenderebbe anche il levriero!
Vabbé, chi volesse approfondire questi intrecci fra uomini, lupi, sciacalli e divinità, può continuare da solo se interessato ma aggiungo un'ultima cosa, perché la mitologia mi piace e di quella egizia mi sono ricordata rileggendolo, del racconto di Anubi e della piuma. In due parole:
" Anubi, considerato dapprima "dio della morte" dalla immaginazione egizia, fu da questa successivamente trasformato in “guardiano dei morti”.
Il ruolo di guardiano era molto importante: Anubi custodiva infatti una bilancia grazie alla quale pesava le anime dei defunti con la piuma di Maat.
Il suo soppesare la leggerezza o la pesantezza di un’anima era una funzione fondamentale: se l’anima era leggera come la piuma di Maat era affidata ad Osiride;
se invece era più pesante finiva nella bocca di Ammit che presumo trovi corrispondenza nell'inferno di altre religioni."
Ognuno ha il suo!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Noto con piacere Prudente che l'Afghana... Jessica, ha fatto colpo su di te, per cui ti delizierò ancora con altre immagini di questa irresistibile creatura...
“LA STRADA ERA ASSORDANTE, URLAVA TUTT’INTORNO. ESILE ED ALTA, IN LUTTO, REGINA DOLOROSA UNA DONNA PASSÒ, CON LA MANO FASTOSA SOLLEVANDO IL VESTITO, DI TRINE E BALZE ADORNO.
LEGGERA, NELLE GAMBE UNA SCULTOREA GRAZIA. NEGLI OCCHI SUOI, OVE S’ANNUNCIA L’URAGANO, BEVEVO, COME QUELLO CHE S’È FATTO OSSESSO E STRANO, LA DOLCEZZA CHE INCANTA, IL PIACERE CHE STRAZIA.
UN LAMPO… POI LA NOTTE!
BELLEZZA FUGGITIVA, CHE CON UN SOLO SGUARDO LA VITA M’HAI RIDATO, NON TI VEDRÒ PIÙ DUNQUE CHE NELL’ETERNA RIVA? ALTROVE, IN LONTANANZA, E TARDI, O FORSE MAI! NON SO DOVE TU FUGGI, TU NON SAI DOVE VADO, IO TI AVREI CERTO AMATO, E TU CERTO LO SAI!”
(Nella poesia “A una passante”, scritta da Baudelaire in seguito ad un incontro casuale con una donna affascinante che nel contesto urbano di una Parigi caotica perse subito di vista, egli esprime il suo rammarico per un'occasione perduta.)
Vabbé non la trovo e ho messo questa che comunque... ci sta! Parlo della canzone che volevo postare di cui però non ricordo né titolo, né chi la canta, né le parole... E l'ho pure postata qui da qualche parte! Ricordo solo che tratta di un incontro in un bar dove lui osserva lei che però poi se ne va e che il video è un cartone animato. Ehm... sintesi da brivido!
Ah... me ne viene in mente un'altra che pure... ci sta...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ah... Claudio, quasi mi scordavo...! Noto che su di te hanno fatto colpo invece Guccini e Jacchetti. Beh, certo, sono irresistibili anche loro in quel video!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Noto con piacere Prudente che l'Afghana... Jessica, ha fatto colpo su di te, per cui ti delizierò ancora con altre immagini di questa irresistibile creatura...
Più che altro mi ha colpito la tua sicurezza sul genere femminile. A me sembrava il cane di Alan Sorrenti. Con una sua estetica al di là dei generi. Un levriero afgano sui generis magari, ma passarlo per femmina solo perchè capellone... rasenta un pregiudizio cagnofobo.
(Nella poesia “A una passante”, scritta da Baudelaire in seguito ad un incontro casuale con una donna affascinante che nel contesto urbano di una Parigi caotica perse subito di vista, egli esprime il suo rammarico per un'occasione perduta.)
Il voyerismo su le/i passanti è anche un tema cinematografico ricorrente: nella Parigi di Truffaut con le gambe delle donne, che come compassi misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia; ma anche dietro la tenda di una finestra a Roma, con Michele Apicella che osserva le scarpe: ogni scarpa una camminata, ogni camminata una diversa concezione del mondo (e le cinesine con la scollatura: "Ma che mi vuoi provocare facendomi vedere un po' di dita? E allora le caviglie?")
Ma forse è sempre Baudelaire ad avere ispirato Truffaut, ripreso da Moretti e da Faber e dai Radiohead e da chissà quanti altri. O forse ci sono troppe passanti in ciascuno di noi.
prudente: Più che altro mi ha colpito la tua sicurezza sul genere femminile. A me sembrava il cane di Alan Sorrenti. Con una sua estetica al di là dei generi. Un levriero afgano sui generis magari, ma passarlo per femmina solo perchè capellone... rasenta un pregiudizio cagnofobo.
La sensazione del déjà vu è stata subito superata dalla ritrovata consapevolezza che il ricordo è reale, quello di essere già stata redarguita da te, per una mia preconcetta selezione degli attributi deputati al riconoscimento del sesso fra esseri umani prima, fra animali adesso. Ora, al di là del fatto che la parola "sicurezza" mal mi si addice dato che la certezza in genere sull'essere o non essere del vivere umano non è un punto fermo del mio pensare e non so nemmeno se sia proprio un male, di essa però si appropria .la mia mente allorché si lascia andare senza remore alcune per respirare... fantasia. Quindi decide che uno dei due bambini sulla bici senza rotelle è certamente una bambina o che l'Afghano è una femmina, perché le serve che sia così e se ne frega del reale, del razionale, di tutto ciò che la incastrerebbe nella solita finta libertà, soffocandola. Tu dici che poi nella realtà ci deve tornare, sì certo, anche se di malavoglia ma intanto si è, come dire, liberata da scorie, veleni che a lungo andare la intossicherebbero senza che nessun antidoto riuscirebbe a salvarla. Tranne uno: la bellezza. Già... Almeno finchè riuscirà a scorgerla qua e là... nel sorriso di un bambino, nella mano che stringe quella di uno sconosciuto per aiutarlo a... risollevarsi, negli occhi tondi stupiti e diffidenti di questo pigliamosche che mi osserva basito dal suo nido, costruito nella "mia" veranda trafficata di gente che magari considera intrusa ed invadente!
Insomma Prudente, l'Afghano è femmina perché mi serviva femmina per la femme fatale, per prederti un po' in giro ma solo per celia ovviamente, inventandomi che la canzone l'avevi dedicata a lei e mi serviva infine per condividere una bellissima poesia di Baudelaire che è dedicata ad una donna! Se l'avesse dedicata ad un uomo, l'Afghano l'avrei fatto diventare un maschione capellone o di qualunque altro sesso o tendenza mi fosse convenuto.
Non ho finito! Ma il tempo per altri o per altro non mi basta mai.
Ah! Claudio. Dobbiamo chiarire poi una cosa sul video che mi si mostrava come "La fiera di s. Lazzaro", anzi, io devo chiarire, visto che tu non l'hai fatto replicando sul mio commento che data l'impasse risultava inappropriato. Già, perché tu soffri di mutismo cronico, no?!
P.S.: Ovviamente ho scitto tutto stamattina, altrimenti non si spiegherebbe lo sguardo piccato del pigliamosche a me rivolto alle 11 di sera. Ma non sono riuscita a postarlo. Lo faccio adesso ma senza riuscire lo stesso a concludere lo stesso pur avendone ora il tempo, semplicemente perché sto crollando!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
A me sembra, Prudente, che il voyerismo non c'entri in questo contesto dove l'ironia iniziale ha finito poi per dare spazio ad una poesia di Baudelaire in cui egli descrive il turbinio interiore che l'apparizione della donna provoca in lui e che non è solo sconvolgimento dei sensi Il voyerismo ha che fare con "culi e tette" (seguo il discorso al femminile qui iniziato), con gambe o solo caviglie se vuoi, con parti insomma del corpo femminile che scatenano la libidine nell'uomo e nient'altro. Il corpo femminile o solo parti di esso, attira lo sguardo del voyeur in cui scatena pensieri e voglie di carattere sessuale che nei casi patologici veri e propri può portare alla perversione ed ad atti incontrollati ed estremi. Nella poesia di Baudelaire come nella canzone di De Andrè (Brassens), è l'incontro che fa sognare quello che si realizza, il corpo della donna può essere sensuale ma non necessariamente se a rubare lo sguardo sono le sue movenze che potrebbero essere anche poco armoniche tanto per esempio da far rovesciare la tazza di tè sul tavolino presso cui "lei" è seduta e con altro movimento inconsulto farla cadere per terra nel tentativo di salvare la bevanda e poi alzandosi per andar via, inciampare rischiando di schiantarsi sul pavimento e mentre eroicamente rimane all'impiedi le scappano i fogli di un racconto di cui aveva appena scritto la conclusione a quel tavolino. E magari complice anche un venticello ribelle che glieli porta via lontano e lei a inseguirli, in una corsa disperata ma buffa, da imbranata, mentre "lui" lì seduto ad un altro tavolino continua e seguirla con lo sguardo rapito da ogni più piccolo gesto di quella che ai suoi occhi già appare già un'adorabile creatura, senza riuscire nemmeno ad alzarsi per inseguire con lei le pagine che narrano magari dello stesso sogno che sta vivendo anche lui.
Il voyeur non sogna, vive e consuma l'attimo nel raggiungimento di un piacere solo momentaneo e subito rimosso dalla memoria capace solo di ricordargli e fargli sentire un senso di vuoto lo stesso di sempre e incolmabile. Nei versi di Baudelaire c'è sconvolgimento dei sensi, c'è la passione ma anche tenerezza, amore, perché egli è certo che l'avrebbe amata, egli scruta il corpo di lei ma anche e soprattutto la sua anima, tanto da essere certo che anche lei lo avrebbe amato. Con lo svanire di lei svanisce anche il sogno, così bello da rimpiangere di non averlo vissuto. Ma nel vibrare insieme di corpo e sentimento, al senso di vuoto che rimane nel voyeur, nel sognatore si sostituisce l'amore per la bellezza della vita sublimandola in qualcosa che innalza lo spirito sulla materia, e cioé in... Poesia.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Allora Claudio, s'è capito alla fine che dopo il pasticcio fatto non certo da me ma dalle forze oscure di internet, ho poi appurato che il video era dei Meshuggah. Mi volevi impressionare? Bah! Conoscevo già quel video che l'unica impressione suscitata in me fu di trovarlo kitsch (calmino Moretti!). A tutto demerito della loro capacità artistica. I video dei Tool per esempio, sono altra cosa ma del resto altra cosa è la regia. Mi soffermerei a parlare di metal, del pregiudizio nei suoi confronti perché come ebbe a dire Einstein: "É più difficile spezzare un pregiudizio che un atomo". Anzi.. Lo sai, che Meshuggah viene dall'ebraico e cosa significa, no? Ma ci scommetto che non sai a chi venne dato qualche annetto fa, questo appellativo...
La mer m'attend... Aurevoir!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
A me sembra, Prudente, che il voyerismo non c'entri
Hai ragione. Ho totalmente ignorato il significato autentico di quel termine e le implicazioni sessuali, specialmente quelle più patologiche. Omnia munda mundis. Ho invece pensato alla finestra sul cortile, cioè al punto di vista (anche insistito, focalizzato, ingrandito) di un artista o di un semplice spettatore, sensibile ma non necessariamente morboso, rispetto agli spettacoli della quotidianità, in cui certo culi e tette può capitare che si prendano un ruolo primario (purtroppo e lo dico senza ipocrisia). Ma proprio per questo diventa interessante (anche più interessante per fortuna) osservare meglio le figure di secondo piano, i dettagli minori, che possono assumere un significato e dare soddisfazioni diverse; magari soddisfazioni artistiche, oppure spirituali, o di semplice compiacimento non necessarimante sessuale. Non sono nessuno per minimizzare Freud, ma esiste anche altro oltre al sesso. E non tutti quelli che guardano gli altri sono dei guardoni. Una mia vecchia zia, ripeteva spesso: "guardando si impara". Ovviamente non si riferiva a niente di piccante. In ogni caso quando Saint'Exupery diceva che l'essenziale è invisibile agli occhi, secondo me voleva dire anche lui: guardando si impara... che l'essenziale è invisibile agli occhi. O comunque non è sempre in primo piano. E chiudo sempre più convinto che anche tutte le implicazioni sessuali più morbose del voyerismo non abbiano a che fare con il guardare, proprio perchè l'essenziale, anche in quell'ambito, non è visibile agli occhi.
Eheh! C'è sempre una vecchia zia che come un asso nella manica tiriamo fuori perché parole per noi importanti vengano fatte citare da una persona importante come anche un nonno o una nonna (...come diceva mio nonno...), che nell'immaginario collettivo rappresentano "il vecchio saggio" o tale è per noi se è veramente esistita perché parole da loro dette che da bambini ci apparivano piene di mistero, da grandi poi ne scopriamo il significato e il valore di un grande insegnamento. Sul fatto poi che secondo te nel pensiero della zia non si nascondesse anche un doppio senso... piccante, beh, io non ci giurerei: le vecchie zie la sapevano lunga!
“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. ” L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo. ” E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. “E’ il tempo che ho perduto per la mia rosa…” sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
Già... " il tempo per amare scorre lento". Occorre darsi tempo e dare tempo. Altrimenti la vita diventa un fluttuare solo in superficie.
E a chi ha tempo ma soprattutto voglia, curiosità o semplicemente pur conoscendo già, vuole rinfrescare la memoria, lascio una pagina de "Il fanciullino" di Giovanni Pascoli, perché... Ci sta!
[ I ] E dentro di noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guairesolo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tien fìssa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tìnnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella, occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E anche egli l'invisibile fanciullo, si pèrita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, che più dissimile a sé vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo che ne sdegna la conversazione, come si vergogni d'un passato ancor troppo recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tòno e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un usignolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora [...]. [ III ] Ma è veramente in tutti il fanciullo musico? Che in qualcuno non sia, non vorrei credere ne ad altri ne a lui stesso: tanta a me parrebbe di lui la miseria e la solitudine. Egli non avrebbe dentro sequel seno concavo da cui risuonare le voci degli altri uomini; e il nulla dell'anima sua giungerebbe all'anima dei suoi vicini. Egli non sarebbe unito all'umanità se non per le catene della legge, le quali o squassasse gravi o portasse leggere, come uno schiavo o ribelle per la novità o indifferente per la consuetudine. Perché non gli uomini si sentono fratelli fra loro, essi che crescono diversi e diversamente si armano, ma tutti si armano, per la battaglia della vita; sì i fanciulli che sono in loro, i quali, per ogni poco d'agio e di tregua che sia data, si corrono incontro, e si abbracciano, e giocano [...]. Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra di sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai i sassi, alle nuvole, alle stelle, che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, i facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore,perché accarezza esso come sorella (oh! il bisbiglio di due fanciulli fra un bramire di belve), accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, che ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccale la selce che riluce. E ciarla intanto, senza chetarsi mai; e, senza lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo per solito, ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle, perché egli è l’Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente. Egli scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose. Egli adatta il nomi della cosa più grande alla più piccola, e al contrario. E a ciò lo spinge meglio stupore che ignoranza, e curiosità meglio che loquacità : impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare. Ne il suo linguaggio è imperfetto come di chi non dica la cosa se non a mezzo, ma prodigo anzi, come di chi due pensieri dia per una parola. E a ogni modo da un segno, un suono, un colore, a cui riconosco sempre ciò che vide una volta.
P.S. Ho notato, quando rileggo con... più tempo,la ripetizione di parole, come certi avverbi per esempio in questi ultimi post, che dimentico di avere già messi o di affibbiare, nello specifico a Baudelaire, un pensiero diverso dal suo come quando ho scritto che lui era certo che l'avrebbe amata e che anche lei avrebbe amato lui. In realtà egli dice: "tu che avrei amata, tu che lo sapevi!".
Mah! A ben riflettere adesso, non c'è che una sottile differenza, più nelle parole usate che nel contenuto. No?
P.P.S. Ah! Stavolta non ridimensionerò la lunghezza dei righi perché non ho tempo specie dal cellulare, così imparate che significa leggere come faccio io i vostri post specie sul cellulare, scorrendo da dx a sx e da sx a dx per tutta la lunghezza del rigo e per tutto il post!
P.P.P.S. Niente! Alla fine non ho resistito e il testo l'ho ridimensionato... alla menopeggio!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"Ah! Claudio. Dobbiamo chiarire poi una cosa sul video che mi si mostrava come "La fiera di s. Lazzaro", anzi, io devo chiarire, visto che tu non l'hai fatto replicando sul mio commento che data l'impasse risultava inappropriato. Già, perché tu soffri di mutismo cronico, no?"
scusa mi son perso
nn ho capito
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Allora segui Arianna che ti condurrà da Sibilla la quale ti dirà: "Se pianti qualcosa sotto le radici, non spunta nulla. Se punti il dito accanto alla cosa da te piantata, spunterà un pazzo di nome Gesù..."
Con una fava, 3 piccioni!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ma più tardi, quando?! È la scritta che compare sul video youtube postato qui, quando non si apre o... "non spunta"...niente! Come nel penultimo che ho postato e anzi, era questo:
.
Allora, Claudio, cercherò di essere più chiara perché magari non lo sono sempre e senza rebus stavolta che a me invece piacciono. A te, no? Sssèe... vabbé! Comunque, prima della Sibilla avevo già spiegato ma se uno legge di corsa senza soffermarsi sul significato delle parole, allora non capisce un tubo! Ehm..Ok, vado. Dunque, hai postato (piantato) il video galeotto sotto "Radici" di Guccini e non si apriva (non spuntava!). Poi tornandoci sopra una seconda volta si aprì con "La fiera di s. Lazzaro". E questa cosa succede anche con video che si aprono che una volta ascoltati rimangono pronti per una canzone successiva e quella ci trovi se non aggiorni la pagina. Oooh! Ci siamo? E quindi trovando poi "La fiera...", ho pensato: " Toh! Si è aperto! Ma perché Claudio avrà postato di nuovo il mio video? Bah! Si vede che lo ha molto colpito!"
Senonché aprendo qualche giorno dopo la pagina e il dannato video non si apriva di nuovo, soffermando un po' di più la mia attenzione, ho notato accanto al tuo video (la cosa che avevi piantato), un link di youtube e vi ho cliccato sopra. E "sono spuntati" i Meshuggah!
Parola, e così andiamo al secondo enigma, che in ebraico significa... PAZZO! Appellativo che in illo tempore (qualche annetto fa!), venne affibbiato a Gesù Cristo! Già.. perché il "diverso", fisicamente o mentalmente, è stato sempre una persona scomoda, è uno, insomma, che ti viene a rompere le scatole nel tuo bel giardinetto dove ti culli nella tua bella amaca di schemi mentali e te la destabilizza. L'amaca! Poi ci sono le convenienze a eliminarli gli scomodi, per chi più che giardinetto ha invece parchi immensi per la conservazione dei quali vale che «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima»!
Ma questa è un'altra storia... La storia di sempre.
Allora, Claudio, Sono riuscita a spiegarmi stavolta? Ovviamente rimarrai muto come un pesce!
A proposito.. Un'altra figura della mitologia greca era la Sfinge che posta all'ingresso della città di Tebe, si dilettava a fare delle domande... sibilline, ai passanti e chi non era in grado di risolverlo veniva strangolato, o secondo alcune fonti divorato, dal mostro.
Come lo capisco...
Un pensiero tira l'altro... E l'enigma mi ha fatto ricordare una pièce di Glauco Mauri: Variazioni enigmatiche.
Mi ha molto affascinata e se ne beccate il video da qualche parte, ve ne consiglio la visione e... l'ascolto soprattutto. Io ce l'ho! Se volete ve lo presto.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Tale madre... Tutti con gli occhi tondi spiritati! Ahahah! C'è da morire!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ciao Giordano! Attualmente ho solo cani e per ora evito di farli stare in veranda specie uno che insegue e afferra tutto quello che si muove! Non vorrei infatti che magari il più tonto della nidiata mi cadesse dal nido e facesse una brutta fine! Vado al motivo della mia visita a jobike...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Allora... Qualcuno probabilmente si sarà chiesto ma solo a se stesso e non a me, figuriamoci, che diavolo c'entra il video dell'otto per mille alla Chiesa con Morricone e tutto il resto. E invece c'entra. La Chiesa c'entra sempre. E se è per questo, bisognerebbe chiedersi pure il perché del video scelto da Prudente. Provocazione? Ma magari no. Magari è stato solo il desiderio di condividere una scena di grande tensione emotiva e resa molto suggestiva dalla musica di Morricone. Comunque sia, è successo che dinanzi a "Mission" e relativo '"Oboe di Gabriel" di Morricone, postato da Prudente, m'è sorto un dubbio: "Ma alla fine gliel'hanno dato l'oscar al Maestro per questa composizione o gli è rimasta solo la nomination?" Gli hanno dato solo la nomination! Come dire:"Bravo! Bravissimo! Ti meriti l'Oscar... Però lo diamo ad un altro!" **** E vabbé, fregatene Morricone, il vero Oscar è quello di essere ricordato per l'eternità che è la vera eternità dopo la morte e questo non te lo toglie nessuno! Comunque, mentre leggo l'informazione, intravedo un po' più giù una nota dove si faceva riferimento ad uno spot usato dalla Chiesa per arraffare ehm... per chiedere umilmente l'otto per mille ai suoi cari fedeli, dove la musica di sottofondo era appunto l'Oboe di Gabriel. "E andiamo a vedere 'sto spot!" pensai. Ora, una volta guardato con gli occhi tondi stupiti come quelli del pigliamosche, e poiché a volte parole non ne trovi più per esprimere il disappunto, la delusione, lo sconforto dinanzi all'atteso cambiamento che ancora una volta ti convinci non avverrà mai, ho optato per il mutismo. Poi siccome continuavo a rimuginarci sopra, mi sono buttata sulla comunicazione per immagini. Per video, nella fattispecie, mediante una loro sequenza non casuale certo, bensì significativa ed esplicativa dei miei pensieri. Dite: "esplicativa un tubo"? Peccato... E allora esplico a parole! Il problema è stato non trovare un altro video dell'otto per mille senza quel titolo perché quello che volevo evidenziare io non era quello, cioé dare o non dare soldi alla Chiesa o alle varie Chiese. Ognuno è libero di dare i propri soldi a chi gli pare. Anche ai ricchi! Ma, niente! Di quel video esiste solo quella versione o almeno io non ne ho trovate altre. E quindi ho ripiegato mio malgrado su quello. Ecco perché ho abbandonato il mutismo, perché del mio post non ne venisse travisato il messaggio. Qual'era e perché gli occhi tondi via via che il video andava avanti?
Cavolo! Ci sono visite.
Continua...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
... bisognerebbe chiedersi pure il perché del video scelto da Prudente. Provocazione? ...
Io ho solo provato a seguire il tuo omaggio a Morricone (di cui sono un commosso ammiratore da sempre). Non volevo essere provocatorio, ma magari ho finito per esserlo inconsapevolmente per aver percepito le tue scelte commemorative un pochino troppo confinate alla Sicilia cinematografica. Malena in realtà non mi piacque granchè. Non sono mai stato un ammiratore della Bellucci ma tutto il film non era all'altezza del Tornatore di Nuovo Cinema Paradiso. Ma è una mia personalissima opinione. Morricone invece era un romano universale e per quanto amico vero di Tornatore, non lo ricorderei solo per le musiche dedicate all'Isola. Anche se la colonna sonora di "c'era una volta in America" è struggente, io m'incantavo magari anche per molto meno, ad esempio per quel tasto rotto del pianoforte di Novecento, ma pure per molto altro, probabilmente di più rappresentativo della vita del Maestro. Morricone è morto (in un ospedale dell'Opus Dei, costruito su un terreno che fu di Alberto Sordi) nella sua Roma. Non tanto sua per nascita ma perchè ha scelto di viverci. Al Maestro piaceva poco il giochino di eleggere la sua opera migliore, ma gli piaceva ancora meno che fra le migliori non venisse ricordata Mission. Un lavoro che voleva rifiutare e di cui invece andò particolarmente orgoglioso. Vinse comunque un golden globe e un premio della British Academy. Ma soprattutto, trent'anni dopo, ebbe la stessa titubanza a scrivere una messa per i gesuiti; poi accettò, e per singolare coincidenza da lì a poco un gesuita divenne papa. Così l'opera prese il titolo di "Missae Papae Francisci". Lo so che i gesuiti nelle missioni sudamericane furono in realtà molto meno eroici di Padre Gabriel, eppure è stato proprio il Papa Gesuita ha volere un sinodo sull'Amazzonia pochi mesi fa. Poi Morricone mi pare che pregasse tutte le settimane in una chiesa in cui riposano le spoglie di sant' Ignazio di Loyola. L'oboe spezzato a Padre Gabriel è un generico emblema dei tentativi di comunicazione violentati, oltraggiati. Un po' come l'oltraggio alle pagine del diario di "Balla coi Lupi" se vogliamo. Insomma, che c'entrava Malena con Morricone? Poi, per l'eterogenesi dei fini, mi sembrava che si fosse rotto anche l'oboe di Claudio. Il che aggiungeva quel poco d'ironia alla citazione e non ho più resistito.
Mi scuso per gli errori fastidiosi che ogni tanto mi sfuggono e anche per il tono che per iscritto non riesce mai abbastanza bonario e pacifico come lo vorrei. Volevo solo dire che se penso a Morricone, è difficile che la prima cosa che mi venga in mente sia Malena. Ma de gustibus non disputandum, figuriamoci sui gusti musicali.
Invece ho indicato Mission per colmare anche una mia lacuna. Non avevo mai visto il film fino a pochi giorni fa. E quando l'ho finalmente visto non sapevo che fosse degli anni ottanta. Anzi pensavo che il regista avesse mutuato qualche clichè da Balla coi Lupi. Beata ignoranza. Solo durante le celebrazioni post mortem ho sentito che Morricone parlava spesso di Mission (e della Messa scritta trent'anni dopo per i gesuiti) e ho saputo che pregava spesso nella chiesa del Gesù a Roma. Prima di sapere tutto questo, anche io associavo le sue musiche (considerate minori) ad alcune mie vicende personali. "La crisi" in Novecento appunto, è suonata con quell'imperfezione così umana eppure così "giusta" che suonarla con la nota giusta, senza quella zoppìa, senza balbuzie, sarebbe sbagliato-. Mi ci sono consolato e rassegnato non so quante volte. La vita è fatta di note sbagliate, che possono diventare "giuste" se si trova il modo di dargli un senso. Ma non voglio rompere l'oboe a nessuno, figuriamoci approfittare dell'eventuale pazienza di chi legge qui queste assolute digressioni. Questo è solo un chiarimento: non biasimo affatto chi associa le muscihe di Morricone solamente, o soprattutto, al cinema della Sicilia. Fino a pochi giorni fa io lo associavo solo ai fatti miei.
Intervengo velocemente solo per evitare che il mio silenzio dovuto solo a mancanza di tempo, crei ulteriori equivoci. In effetti la distanza rende ancora più difficile la comprensione della comunicazione verbale in cui viene a mancare la gestualità del corpo, la mimica facciale, per non parlare appunto del tono della voce. Ma in questo caso quello che non ha colto il vero senso del messaggio, non sono io...
Intanto che scrivevo mi è capitata una cosa incredibile, un'esperienza straordinaria! Di un'emozione che ancora mi fa battere forte il cuore... Vabbé, ve la racconto poi, appena sono più libera.
non io, quindi, ma tu. Io non ho motivo di risentirmi del tuo disappunto per aver confinato Morricone alla Sicilia semplicemente perché lo scopo del video non era quello. E in ogni caso non mi sarei risentita lo stesso perché pensa un po' che noia mortale sarebbe un dialogare senza esprimere il proprio pensiero anche in contrasto con quello dell'interlocutore! Stavo ancora seguendo il discorso del "voyerismo", quello romantico nella scena di "C'era una volta in America" dove Deniro (Noodles), scruta attraverso la feritoia ammaliato da Deborah nella sua eterea danza e quello... libidinoso in Malena. Film, quest'ultimo, che certamente non è stato nemmeno per me all'altezza delle mie aspettative da un mio molto apprezzato Tornatore.
Riguardo al "... pianista sull'oceano", ricordo che quando uscii dalla sala cinematografica con degli amici, scoprii che solo io mi sentivo come dentro al sogno di un altro uscito dal quale mi aveva lasciato dentro una specie di turbamento piacevole e inquietante allo stesso tempo. A loro non era piaciuto e basta!
Sì, è vero, "La vita è fatta di note sbagliate, che possono diventare "giuste" se si trova il modo di dargli un senso."
Ma per quanto giusta possa diventare nel senso che ti costringi a darle, dentro di te rimane il suono di una nota stonata che di tanto in tanto tornerà a stridere dentro la tua anima.
continua...
Ah! Grazie per il ridimensionamento del testo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
E. C.: ...dentro il sogno di un altro uscita dal quale...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Immagine che esprime il significato della comunicazione? Immagine che esprime il significato de "le due facce di una stessa medaglia"? Ma un'immagine, da sola, si presta facilmente a diverse interpretazioni, lasciando in chi le guarda il dubbio su quale messaggio abbia voluto realmente dare con esse chi se ne è servito. Comunque sia, io vi spiego le mie, i video da me postati, nella fattispecie.
In quello spot pubblicitario (che fra l'altro costa alla Chiesa, un botto!), ci sono tutti i subdoli ingredienti propri del marketing che sfrutta anche l'elemento sonoro (Morricone in questo caso), per far più breccia nell'animo o nella mente umana. Ho sperato per un attimo che nello spot con cui la Chiesa chiede l'otto per mille con L'oboe di Gabriel, vi avesse fatto mettere la scena finale del film, perché quel suo immenso Potere usasse per denunciare con la stessa crudezza di cui la realtà è fatta, ciò che ancora oggi continua a perpetrarsi contro quel Popolo. E invece mi son trovata davanti allo spot del Mulino bianco!
Cardinale Altamirano: «E avete la sfrontatezza di dirmi che questa carneficina era necessaria?»
Hontar (rappresentante della Corona portoghese): «Ho fatto quello che dovevo fare. Data la legittimità dello scopo, che voi avete sanzionato, dovrei rispondere di sì, sinceramente sì. » «Non avevate altra scelta eminenza. Dobbiamo lavorare nel mondo; il mondo è così» .
Cardinal Altamirano: « No signor Hontar. Così l'abbiamo fatto noi questo mondo. Così l'ho fatto io».
Già.... Il mondo va così... E alla ragion di Stato ovvero quella ragione (politica) considerata prioritaria a qualsiasi principio etico per la sopravvivenza e la sicurezza dello Stato, si uniformò la Chiesa, acconsentendo tacitamente che la carneficina di 30.000 Guaranì da parte di Spagnoli e Portoghesi avvenisse. Per salvaguardare gli interessi di un Potere Spirituale depositario delle Leggi di Dio, tra cui un comandamento, il quinto, recita: "Non uccidere." Ma ad esso non si contravviene necessariamente con le armi bensì anche più subdolamente col silenzio.
So del Sinodo per l'Amazzonia, ne avevo già fatto cenno con te, Prudente, a proposito delle statuette lasciate esporre agli Indios, invitati al sinodo in rappresentanza di quei quattro gatti rimasti a difendere la loro terra natia. Per esse qualche porporato imporporato, tacciò il sinodo, Papa compreso, di eresia e apostasia! Ma magari solo perché quelle statuette di legno, non erano all'altezza, secondo certo clero conservatore e bigotto, delle loro di statue. Quella di Escrivà per esempio, visto che mi hai citato l'Opus Dei, di cui è fondatore: 32 tonnellate di marmo di Carrara alto cinque metri! Eh no, la Pachamama coi suoi 50 centimetri non era proprio... all' altezza. E così l'hanno buttata nel Tevere! Chi? Boh! Qualche demente di certo. Ma ai dementi non si chiede perdono. Comunque sia, Bergoglio ha fatto un bel discorso sull'Amazzonia, glielo devo riconoscere. Forse però parlare per metafora quando ormai nel silenzio prolungato per troppo tempo scompare un popolo, non basta più. Forse essere più esplicito e diretto come quando per esempio dichiarò (ma in quel caso a sproposito), che gli omosessuali necessitassero dello psichiatra, farebbe di lui un più autentico rappresentante di chi si fece crocifiggere per salvare il mondo e auspicare quindi la visita psichiatrica ai "divoratori di popoli e culture", ma meglio, il loro internamento con la camicia di forza in manicomio.
Riguardo all'oboe spezzato con rabbia dall'indigeno, nel film, io ho una mia interpretazione se permetti, diversa dalla tua: io penso che il cosiddetto "selvaggio", nel suo istinto primordiale ancora integro, fosse stato lungimirante, avesse cioè "fiutato" il pericolo nel contatto con i bianchi cosiddetti "civilizzati" .
Sto pensando alla grande ipocrisia del mondo dietro cui si sono consumati i più efferati genocidi attraverso una politica per la quale a ben riflettere si potrebbe coniare il termine di "politica del rinculo". Vedi Indios, Indiani d'America, Aborigeni australiani, Palestinesi...
Sapete come venne codificata la terra degli Aborigeni dai colonnizzatori Inglesi? "Terra nullius", Terra di nessuno. Per cui i signori invasori della terra altrui, si arrogarono il diritto da loro stessi sancito di impossessarsene ciò facendo trucidando o schiavizzando i loro abitatori che da invisibili tornavano a materializzarsi in carne ed ossa.
scoprivo degli Aborigeni il loro mondo ancestrale fatto di grandi miti, e il loro "dream time", "una dimensione temporale sospesa fra il presente e l'Alcheringa, cioè il “tempo del sogno” che è quel tempo mitico della creazione in cui si è svolta la storia del mondo e in cui ogni cosa è stata espressa e creata dagli Antenati Creatori o Spiriti Antenati attraverso il canto, i gesti e la parola. Secondo la mitologia aborigena, le anime delle piante, animali e persone sono eterne e immortali: prima di esistere sulla Terra, esistono nella dimensione del Dream Time. Gli spiriti le inviano a popolare la sacra terra e l’uomo ne diventa il custode." "Vivevano un mondo nel quale condividevano forme e figure, strutture e il suo funzionamento con la natura. Condividere significa che loro, facendo le stesse cose, usavano, ma anche rispettavano, tutti le presenze viventi e non viventi come se fossero una parte del loro corpo. Si sentivano simili a piante e animali perché tutti loro avevano pelle, corteccia o manto; tutti avevano braccia, gambe e dita, radici o rami, o rami ancora più piccoli e radici più fini; tutti avevano peli o pelliccia o foglie, tutti crescevano, cambiavano durante la loro evoluzione, si riproducevano e morivano, tutti mangiavano e bevevano acqua, piante incluse."
Come si può uccidere tanta bellezza?
Ma andiamo al mio di sogno, perché tale mi era sembrata l'esperienza straordinaria da me vissuta, cui accennavo nel post precedente.
Proprio mentre lo stavo scrivendo infatti, sentii all'improvviso alle mie spalle, vicinissimo, un pigolio. Mi girai lentamente e mi ritrovai faccia a faccia col terzo ed ultimo pulcino del pigliamosche che si era deciso finalmente a lasciare il nido, sostando però su una specie di trespolo dietro di me. Ci guardammo per un breve momento, occhi tondi dentro occhi tondi finché d'un tratto il piccolo fece un salto sopra la mia testa accovacciandosi tra i capelli. Rimasi immobile, quasi non respiravo, il cuore a mille mentre continuavo a chiedermi:" Ma sogno o son desta?" Ebbi il tempo, muovendomi come un bradipo, di scattare un paio di selfie, il primo della mia vita ma ne valeva la pena. Poi volò via per raggiungere la sua famiglia che continuava ad aggirarsi per il giardino. Ha voluto salutarmi prima di volare via per il mondo, dimostrandomi la sua gratitudine per la mia ospitalità. Dite che adesso sto veramente sognando? E lasciatemi sognare, lasciamo che ognuno viva il proprio sogno senza la presunzione di ritenere che ne esista solo uno che trovi riscontro in una sola verità.
P.S.: Comunque bisognerebbe informare Lorenz, del doppio imprinting!
P.P.S.: No, niente ridimensionamento del testo perché dal cellulare è un'impresa e non ho tempo!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Immagine che esprime il significato de "le due facce di una stessa medaglia"?
Immagine che esprime come, cambiando il punto di vista, un sileno barbuto può farsi gorgone e viceversa. L'ho trovata cercando la traduzione di quel passaggio delle Metamorfosi di Ovidio che per prima tu hai citato. Passaggio in un latino non semplicissimo. Che poi mi ha portato a riflettere su certe discussioni che ho avuto la fortuna di origliare per caso da un gruppetto di bambine: <<Ma che dici??? le stelline sono pianeti, mica sono le luci dei morti saliti in cielo!>>. Forse Ovidio con quella apoteosi di Cesare è ancora d'attualità.
In quello spot pubblicitario (che fra l'altro costa alla Chiesa, un botto!), ci sono tutti i subdoli ingredienti propri del marketing
Le regole del marketing nel settore no-profit sono le stesse che vigono nei settori commerciali più agguerriti. Dico agguerriti perchè gli esperti di economia aziendale insegnano quante analogie ci siano con l'arte della guerra: guerra commerciale, sì, ma combattuta comunque con strumenti ripresi dalle strategie militari, propaganda inclusa. E allora il "fund raising" della Chiesa, per essere efficace, non potrà discostarsi granchè dal "fund raising" di qualsiasi onlus. E ci sono ONG che sfruttano i lavoratori, mandati letteralmente a mendicare risorse all'uscita dei centri commerciali (mendicità 2.0) che non esitano a comprare spazi pubblicitari in tv esponendo lì bimbi moribondi a qualsiasi ora della mattina o del pomeriggio. «Non avevate altra scelta eminenza. Dobbiamo lavorare nel mondo; il mondo è così» Già.... Il mondo va così... ma dalla notte dei tempi.
si potrebbe coniare il termine di "politica del rinculo". Vedi Indios, Indiani d'America, Aborigeni australiani, Palestinesi...
Sapete come venne codificata la terra degli Aborigeni dai colonnizzatori Inglesi? "Terra nullius", Terra di nessuno. Per cui i signori invasori della terra altrui, si arrogarono il diritto da loro stessi sancito di impossessarsene ciò facendo trucidando o schiavizzando i loro abitatori che da invisibili tornavano a materializzarsi in carne ed ossa.
Più o meno è stato così per qualsiasi popolo che nella storia dell'umanità abbia invaso la terra di un altro popolo. Tanto è vero che quella formula "terra nullius" risale ai tempi dell'antica Roma. Quando non c'era un altro popolo a cui sottrarre la terra, ci si arrangiava contro i fratelli, almeno dai tempi dei nonni di Romolo e Remo, i latini Amulio e Numitore. (Proprio per non risalire sempre a Caino e Abele) Ma in genere un altro popolo da sterminare si trova sempre: etruschi, sanniti, volsci, galli... anche quando il mondo era più piccolo, i metodi erano sempre gli stessi: militari. Per questo non riesco ad accanirmi in particolare con i seguaci di chi invece ha fatto dottrina - d'accordo, fra mille contraddizioni- del perdono e dell'amore universale per il prossimo. D'altra parte non vedo molte alternative più pacifiche. Non lo sono certamente le riesumazioni artificiose di certi conflitti del passato, come se non bastassero quelli del presente. Per dire, andarsela a prendere con la statua di Montanelli andando a selezionare dall'intera vita i peccati che gli sono stati perdonati in vita persino dalle sue vittime, quanto è ottusamente e gratuitamente aggressivo?
... Come si può uccidere tanta bellezza?
Anche nell'antica Roma, i bimbi crescevano invocando uno spiritello (Fabulina) per imparare a parlare o uno per imparare a camminare (Abeona), e persino uno "Sterculo" da pregare per andare di corpo, poi uno "Pomona" per far crescere la frutta, un altro "Cerere" per mietere molto grano... era un mondo pieno di spiritelli e con l'acqua immaginavano splendide ninfe tipo l'Egeria: Numa Pompilio fece anche credere di averne sposata una. Eppure è crollato anche l'impero romano, certo, dopo averle suonate in giro un po' a tutti. Ma trovare un popolo del tutto pacifico è complicato. Gli aborigeni magari (non lo so, eh) dopo essersi dilettati con la mitologia se le davano fra di loro, finchè non è arrivato qualcuno che gliele ha date più forte.
Immagine che esprime come, cambiando il punto di vista, un sileno barbuto può farsi gorgone e viceversa. ... Che poi mi ha portato a riflettere su certe discussioni che ho avuto la fortuna di origliare per caso da un gruppetto di bambine: <<Ma che dici??? le stelline sono pianeti, mica sono le luci dei morti saliti in cielo!>>.
Dici bene nell'usare parole come " ho avuto la fortuna di origliare certe discussioni" fra bambini perché in effetti suscitano sempre tanta tenerezza e ti fanno sorridere come nel dialogo da te citato quel "Ma che dici???", della saputella del gruppo che già ritiene di avere lei in mano la verità.In realtà, per tornare al discorso dei punti di vista, sia l'uno che l'altro delle due bambine sono privi di un fondamento di verità dato che ad ambedue hanno raccontato solo bugie: ad una, perché si è preferito raccontare la favola al posto della fredda verità, all'altra perché chi ha ritenuto meglio darle la spiegazione più realistica e scientifica, non ha avuto l'umiltà, il buon senso, la coerenza nei buoni propositi di dire sempre il vero, di andarsi a documentare su cosa sia una stella scoprendo in età adulta che il pianeta è ben altra cosa e magari improvvisamente gli sarebbe tornato in mente quel ritornello che già alle elementari faceva: "La stella brilla di luce propria, il pianeta invece di luce riflessa"! E questo da solo sarebbe bastato per intuire che l'una è distinta dall'altro. Quello che dobbiamo augurarci è che poi crescendo, i bambini prendano le dovute distanze dalle bugie dette in buona fede o peggio in mala fede, e riescano a raggiungere una propria autonomia intellettuale.
...Le regole del marketing nel settore no-profit sono le stesse che vigono nei settori commerciali più agguerriti.Dico agguerriti perchègli esperti di economia aziendale insegnanoquante analogie ci siano con l'arte della guerra:guerra commerciale, sì, ma combattuta comunque construmenti ripresi dalle strategie militari,propaganda inclusa.E allora il "fund raising" della Chiesa,per essere efficace,non potrà discostarsi granchè dal "fund raising"di qualsiasi onlus... ...Già.... Il mondo va così...ma dalla notte dei tempi.
...quando il mondo era più piccolo,i metodi erano sempre gli stessi: militari.Per questo non riesco ad accanirmi in particolarecon i seguaci di chi invece ha fatto dottrina- d'accordo, fra mille contraddizioni-del perdono e dell'amore universale per il prossimo.D'altra parte non vedo molte alternative più pacifiche...
A me sembra Prudente che tu non ti limiti a non accanirti ma che puntualmente ci metti le pezze su quelle contraddizioni che liquidi sorvolando con uno sbrigativo "malgrado le contraddizioni..." Io non mi accanisco né metto pezze, solo che non essendo seguace di nessuna religione, osservo dal di fuori le contraddizioni del passato perché reiterate ancora nel presente. Mi parli e ancora sembra per giustificare, usando termini qualiregole del marketing, settore commerciale, guerra commerciale e strategie militari che mi hanno fatto ricordare parole di Bergoglio durante un'omelia domenicale, mi pare, rivolte ai suoi fedeli ai quali chiese se per loro andare in chiesa avesse lo stesso significato di andare allo stadio o al cinema o... al mercato, aggiungo io. E per definire il significato dell'aggettivo "cattolica" dato alla Chiesa, concludeva dicendo che la Chiesa è cattolica perché è una famiglia, è universale, è una sinfonia... A me sembra invece una cacofonia la parola marketing nel luogo in cui Gesù come sai, anzi meglio di me visto che hai studiato con i preti, scacciò i mercanti (dal Tempio) prendendoli a legnate e rovesciando i banchi dei cambiavalute. Eh! Mica usava mezzi termini Gesù! Se ad essere minacciata era la purezza religiosa s'arrabbiava di brutto.
Io che non sono religiosa, la chiamo "integrità morale", quella del singolo individuo, fuori da qualsiasi gruppo civile o religioso portatore di interessi economici inespressi e quindi mascherati, nei quali quasi inevitabilmente finirebbe per essere intaccata assieme al coraggio di essere se stessi, giustificando perfino le contraddizioni del gruppo pur riconoscendole, in quanto membro di esso.
Gli aborigeni magari (non lo so, eh) dopo essersi dilettati con la mitologia se le davano fra di loro, finché non è arrivato qualcuno che gliele ha date più forte.
Non mi risulta. Ma il punto non è questo. Il punto è che seppure se le fossero "date fra di loro", sarebbero state frecce contro frecce, il punto è che il qualcuno che è arrivato non si è limitato a "dargliele più forte", fucili contro frecce, ma si è divertito a torturarli, a seviziarli, a schiavizzarli, a strappare i figli alle loro madri e la terra ai loro padri, quel qualcuno ha pianificato e sistematicamente distrutto la cultura, l'identità di un popolo e il popolo stesso. Un popolo che "si dilettava con la mitologia" ma di certo con una purezza dentro più intatta rispetto a chi ritenendosi migliore per aver già da tempo abbandonato gli idoli nella caverna, in realtà li aveva sostituiti con altri idoli più selvaggi ancora e ispiratori solo del male. Il punto è, che la sopraffazione del più forte sul più debole è stata "nella notte dei tempi" e rimane oggi un fatto grandemente esecrabile. E la giustificazione cui tanto si fa ricorso, chiamata "contestualizzazione storica", in nome della quale si cerca di giustificare il male fatto in un periodo storico quasi inevitabile per la mentalità, per la morale che ivi imperava, è un'altra dimostrazione di come certe giustificazioni finalizzate a quella che si chiama rimozione dei ricordi, è ancora una volta il frutto di una grande ipocrisia stagnante. Non era raro infatti che il male compiuto sui popoli sottomessi ritenuti inferiori, era presso il popolo conquistatore già punito dalla legge, soprattutto quella a tutela dei bambini. Già... ma i figli degli altri non sono bambini che vanno protetti! Penso che l'integrità morale sia qualcosa che non abbia limiti né spaziali, né temporali e che non sia necessariamente insita nelle persone colte se queste l'hanno coltivata rifacendosi a loro volta a culture intrinsecamente malate. E in queste non c'è mai nemmeno l'ombra del pentimento, non degne quindi di nessun perdono. Ma c'è chi riesce a perdonare forse anche o soprattutto come ultimo disperato tentativo di riappropriarsi di una serenità rubata. E va bene. Ma per favore, non erigiamo perfino statue, all'arroganza del potere. Qualche pennellata di colore poi, sarà anche da stupidi ma di certo non ha mai fatto male a nessuno.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).