Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Allora... A parte il blackout del pc, era in blackout anche la mia testa, in altre parole, ero in fase mutismo, per cui vi leggevo ma non avevo voglia di aggiungere i miei commenti a quelli già abbastanza numerosi e dei miei non si sarebbe certo sentita la mancanza. Ho comunque quotato e anche non quotato ma solo mentalmente Vorrei quindi solo condividere con voi una foto recente, perché è molto bella e di bellezza c'è più che mai bisogno nei periodi più bui. Eccola:
Dubito fortemente che alla mia domanda "Sapete che albero è?", qualcuno mi pregerebbe di una risposta, per cui ve lo dico subito evitando così attese inutili. E' un sicomoro... bello anche il nome, suggestivo, evocativo di tempi così lontani che si stenta a volte a credere che siano esistiti. Il richiamo ai tempi lontani è forse dovuto al ricordo di un episodio della Bibbia secondo Luca, in cui un grande peccatore di nome Zaccheo, un tipo bassino a quanto pare, per cui non riuscendo tra la folla a vedere Gesù, salì su un sicomoro e non solo riusci finalmente a scorgerlo ma fu notato anche da Gesù che lo invitò a scendere perché lo ospitasse nella sua dimora per trascorrervi la notte. Ci fu un gran mormorio tra la folla che assistette alla scena perché siccome anche allora le persone non si facevano gli affari propri, trovarono disdicevole che Gesù frequentasse un peccatore di quella risma, (che non ricordo che diavolo facesse di male e non mi va di andare a verificare), e addirittura pure casa sua, mentre magari l'avrebbero voluto nella propria di casa, candida senza nemmeno un peccatuccio. Comunque Gesù se ne fregò ovviamente dei loro commenti, ovviamente, se no perché il soprannome di "il Salvatore", e così il nano cattivo pur rimanendo nano, diventò però buono, e restituì il maltolto ai suoi concittadini da lui danneggiati! Forse allora era un ladro... Comunque sia, morale della favola secondo la Chiesa Cattolica, mi pare che sia in quell'invito a scendere dall'albero che Gesù fa a Zaccheo per "avvicinarlo" a sé, cosa che quello ovviamente non si aspettava, rimanendo fra l'altro doppiamente spiazzato dinanzi alla richiesta di ospitalità, scoprendo così all'improvviso la via della rettitudine. Ehm... Prudente, tu che incontri spesso Francesco, chiacchierando, chiacchierando, potresti chiedergli se è andata proprio così e del perché proprio il sicomoro? Dici che con tutti i pensieri che gli diamo non è il caso di disturbarlo ulteriormente? E va beh, niente allora, lascia stare. Tanto io mi sono fatta un'idea tutta mia su questo episodio biblico e cioè vi colgo una metafora in quel distaccarsi di Zaccheo dalla folla che gli fa "ombra" e decide di salire su in cima al sicomoro per trovare la luce: quella della verità.
Non ho gradini nel mio sicomoro.
Non ho gradini nel mio sicomoro «Era ignaro quell’albero della fama futura, sol perché offriva al curioso Zaccheo gradini di rami per vedere Gesù: non ho gradini nel mio sicomoro, ma solo sussurri e mute parole da farGli arrivare».
(Alda Merini)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Dopo l'applauso a Totò, mi sono addormentata... sulla strada di Gerico.L'ho ripercorsa, perché il "tuo" Francesco, di cui a quanto pare non perdi mai di vista la finestra, considerata la rapidità della tua risposta, non mi ha rivelato più di quanto la mia memoria pur nella mente di un'atea, ha conservato delle impressioniche certi racconti biblici avevano suscitato nella piccola catechista di un tempo. Arrivata al punto del video in cui egli dice che Zaccheo "essendo basso di statura riuscì a salire su "un albero", la bambina che è ancora in me ha sussultato ed esclamato: "Come, un albero?! Quello non è un albero, cavolo! E' il Sicomoro!!" "Cavolo", l'ha detto la mia parte adulta , a quell'età infatti il mio repertorio di parole scurrili che tali sono pure se mascherate da parole apparentemente innocue, era alquanto limitato, anzi ne era del tutto privo. Comunque sia, ci sono rimasta male, e sì, perché allora nella mia testolina, Sicomorooo... giunse fin da subito come una parola carica di mistero, come una melodia ancestrale,e di sicuro era un albero capace di compiere sortilegi visto che alla fine aveva compiuto una magia. Ma malgrado non creda più alle magie né tantomeno ai miracoli, ancora oggi però il nome Sicomoro e l'immagine stessa di quest'albero, sortiscono in me un'arcaico sentimento di rispetto verso una pianta che nel mio immaginario infantile faceva parte del mondo della magia, oggi di quello della sacralità. In realtà, ed ecco allora perché "evocativo di tempi così lontani", il Sicomoro è stato considerato un albero sacro fin dagli antichi Egizi...
Che incredibile storia quella del mio Sicomoro... Ah! Prudente, passa il link al "tuo" Francesco.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Job: Wildlife Photography Award 2020 (della serie mi è passata la voglia di fare foto)
E bravo Job! Stavolta mi hai battuta sul tempo riguardo alla pubblicazione qui delle fotodel Wildlife Photography Award! Immagini belle, stupende, tenere, buffe, incredibili, tristi... Il panda in gabbia non si può guardare.. specie dentro gli occhioni tondi e tristi... Piangerei come un vitello! Bastardi!
Ah! Job, la voglia di fare foto, perché mai dovresti fartela passare?! Dentro ogni foto che scatti c'è fra te e la natura, fra te e gli animali o anche semplicemente fra te e un qualcosa di inanimato,un contatto unico e irripetibile, nessuno per quanto professional possa essere lui e la sua superfotocamera riuscirà a fotografare quell'attimo, il tuo attimo. Scatta quindi e... posta! Qui ovviamente. Intanto ne posto un'altra io, fatta nello stesso luogo di quella del Sicomoro: Etiopia. Io la trovo assai significativa... Mi piace molto insomma.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Volendo scrivere adesso un paio di cose che il cervello ormai fuso non aveva aggiunto alla fine del post sul Sicomoro, mi sono accorta di una dimenticanza imperdonabile: non avere ringraziato Prudente per il video gentilmente cercato. Lo faccio adesso:"Grazie Prudente."
Allora, qual è la curiosità a proposito del Sicomoro di cui volevo rendervi partecipi? Non so se avete letto "L'ombra del sicomoro" di John Grisham o se magari avete mai visto la copertina del libro ebbene, su questa è raffigurata oltre ad una fune, anche una foglia di un albero che però non è certo un Sicomoro, ma un platano
L'errore, sembra sia dovuto alla traduzione dall'originale in inglese del titolo Sycamore Row, dove in realtà Sycamore è il nome che viene dato in America del nord al platano, Platanus occidentalis. In Gran Bretagna per esempio, sycamore è un terzo tipo di albero, un acero. Alla Mondadori non se ne sono mai accorti o non hanno voluto dover ristampare la copertina del libro? Mah... Magari avranno pensato: "Tanto non se ne accorgerà nessuno!"
Infine volevo anche aggiungere dei versi di Eugenio Montale che il Sicomoro invece lo conosceva, sia botanicamente che biblicamente...
"Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro per vedere il Signore se mai passi. Ahimè, non sono un rampicante ed anche stando in punta di piedi non l’ho mai visto
E. Montale - "Come Zaccheo" (Diario del ’71)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
C’era sul davanzale una scodella piena d’acqua. Era là dimenticata. Era l’alba. (L’avevo io là posata; ma per altri). Venuto per il pane suo quotidiano la scopriva un passero. Stupito si guardò (o mi parve) intorno. V’immerse prima la testina; poi (il mondo tutto casa sua, e la mia col resto) entrava tutto quanto in quella. Breve fu il mio stupore ed il suo sguazzo. Improvviso partì come venuto.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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Il mistero dei passeri, che ho spesso osservato nelle pause caffè nel giardinetto dell'azienda per cui lavoro che non c'è più pure quello in nome di ammodernamenti, openspace, finestre sigillate, ma adesso è venuto un virus a far giustizia, ma questa è un altra storia (qui nell'arca viene facile divenire dispersivi, ci deve essere l'iblavirus ) .
Come dicevo, mi hanno sempre affascinato i passerotti che venivano a prendere le briciole delle nostre merende e sembravano così contenti come noi nuotassimo nella nultella, ma di colpo, partivano, schizzando via lontanissimi con traiettorie ben precise per posarsi in un altro luogo. Perchè? Perchè in quel momento di tranquilla scorpacciata senza pericoli? Perchè vogliono andare proprio in quel punto lontano? Che misteri !
"carrarmatino" Flyer T4 30/9/2006 (22/5/2011 sostituito motore) "lancillotto" Brompton P6R + nano motor 14/12/2007 "piccola peste" Dahon Speed Pro TT 14/10/2008 "frankenstein" Trek liquid 25 + kit ezee 21/11/2008 dismessa il 28/02/2010 "jobbent" Tw-bents Adventure Plus 08/05/2009 elettrificata con ezee 350W dal 28/02/2010 "the tractor" surly pugsley 27/08/2009 + Cyclone 500 13/11/2009 "the lift" haybike eq xduro fs 12/10/2011 "bumblebee" NCM Milano 24/07/2019 "steamroller blues" NCM Aspen 19/12/2019
Ahah! L'Iblavirus! Carina questa! Allora, Job, riguardo ai misteri dei passeri o degli uccelli in genere e della Natura tutta, ti voglio raccontare un episodio avvenuto durante una delle mie investigazioni segrete sotto copertura.
In realtà la copertura è solo un tronco d'albero o un cespuglio dietro cui m'illudo sempre di non essere vista dalle vittime della mia attività di spionaggio e di segreto non c'è proprio niente dato che pur cercando di scivolare come un Ninja da una pianta all'altra mi scoprono sempre in primis le mie cagnette che d'un tratto mi ritrovo accanto scodinzolanti e contente di avermi trovata, mentre io con impercettibili movimenti degli occhi e delle mani cerco di allontanarle dal mio appostamento per non far fuggire... gli spiati! Macché, non le schiodi neanche a sassate! Comunque sia, quella volta gli spiati erano tre scriccioli al primo volo, avevano appena lasciato il nido ormai fisso da anni in veranda e avendone seguite le evoluzioni dalle uova, alla nascita e poi alla crescita fino ad avere avuto il colpo di fortuna di vederli uscire dal nido dapprima con brevi e incerti svolazzi in veranda fino poi a raggiungere l'albero più vicino... Mmm... Ma non è che già ve l'ho raccontata 'sta storia? Vabbé, nel dubbio ormai la finisco, tanto, pure se l'ho scritta figuriamoci se ve la ricordate più| Quindi, scesi di soppiatto in giardino per vedere finché mi fosse stato possibile, come se la sarebbero cavata... Come una madre apprensiva insomma. Intanto di sottofondo l'ininterrotto "tintittì-tintittì" dei ciottoli sbattuti l'uno contro l'altro che sarebbe il suono verso dello scricciolo adulto per come lo percepisco io e che in questo caso era quello della madre che più apprensiva di me li chiamava a sè con tutte le raccomandazioni solite di una madre verso i figli piccoli ma volendo anche da grandi!Ad un certo punto i tre monelli superarono la rete di confine e si posarono sul ramo di un mandarino adiacente al viottolo interno sempre ai giardini e lei cominciò a fare la pazza! Sì, perché i tintinttì partirono d'un tratto a mitraglia senza che .prendesse fiato un solo istante finché i tre, dapprima interdetti e poi capita l'antifona, partirono simultaneamente a razzo raggiungendola nel giardino del mio vicino, dove lei li aveva attirati sbraitando come un'ossessa, lontano dal viottolo. Io, spiaccicata dietro un albero a pochi metri dal mandarino da cui mi divideva la rete, rimasi inebetita non capendo che diavolo potesse essere successo visto che di anomalo nulla avevo visto né sentito.Scrutavo abbassandomi e poi rialzandomi sia al di sopra che al di sotto le chiome degli alberelli e poi a destra e a sinistra del viottolo fin dove arrivavo con lo sguardo... Niente! Non c'era un cavolo di niente e di nessuno! Finchè in lontananza dalla destra del non intravidi la sagoma di un gatto che lemme, lemme avanzava verso la mia direzione e quindi del mandarino su cui erano alcuni minuti prima i miei amati scriccioli e dalla lentezza in cui proseguì il suo cammino passandomi davanti il bel gattone nero, io capii che non si era accorto di niente perché era troppo lontano per sentire la sceneggiata napoletana che aveva messo su mamma scricciola. No, perché anche per un granello di vita... i figli so' piezz'e core! Li persi di vista i miei tre ciuffetti di piume, ma li sentivo, eccome se li sentivo.. Come può sentirli chi ascolta con l'attenzione dell'udito e del cuore i suoni della natura anche i più impercettibili come il pigolio soffuso e confuso tra mille cinguettii. Insomma Job, morale della favola, gli animali hanno un sentore del pericolo imminente che è qualcosa di veramente straordinario, perché al di là delle loro particolari capacità visive o uditive, è come se lo percepissero nell'aria, come se avessero dei radar nella testa.E ne basta uno dei tuoi passeri ad avvertire un pericolo e schizzare in volo perché tutti simultaneamente lo seguano anche senza sapere perché, limitandosi magari a mandare qualche maledizione a chiunque o a qualsiasi cosa abbia interrotto la loro bella scorpacciata di briciole imbrattate di nutella. Ma non gli farà male 'sta nutella?Beh, di certo, male ha fatto a loro e a te la scomparsa del giardinetto. Avresti dovuto incatenarti alla panchina!
P.S.: Una curiosità sui passeri: lo sapete che fa il passero se la femmina lo tradisce? Le taglia gli alimenti! Ah... gli uomini! Tutti uguali!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ho attraversato tutta la città. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo: un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città.
Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena all'ingombrata spiaggia, o alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa. Intorno circola ad ogni cosa un'aria strana, un'aria tormentosa, l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva.
UMBERTO SABA, Il Canzoniere 1900-1921
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Grazie dell'omaggio Ibla, questa canzone di Endrigo non la conoscevo, a quanto pare non mi ero perso un gran che, niente a che vedere con le intime e vissute parole di Saba che forse solo un triestino può sentire fino nell'anima. Incuriosito ho ricercato se Endrigo avesse vissuto un periodo a Trieste e, in effetti, nato a Pola italiana e poi profugo alla fine della guerra, visse a Trieste dagli zii all'età dai 3 ai sei anni . Poi ci tornava spesso perchè aveva parenti. La figlia ricorda il pinguino Marco all'Acquario comunale (che poi era una femmina), una vera star, aggiungo io, che feci anche una ricerca alle elementari, intervistando il custode. Ricordo che girava libero e ne faceva di tutti i colori
Dai racconti della figlia leggo poi:
Gli animali erano parte integrante della famiglia Endrigo.
«Li abbiamo sempre amati, appena sposati papà aveva regalato a mamma due cocker, Colpo e Pussy. Nel ’67 ci siamo trasferiti in campagna fuori Roma, a Mentana ed era un via vai di cani, gatti e il pappagallo Paco che è vissuto oltre 46 anni ed è stato l’ispiratore della canzone “Il pappagallo” scritta con de Moraes»
Ecco l'attacco di iblavirus è arrivato: devo agganciare il pappagallo di Endrigo con i passerotti... mmm, come fare ?
Anch'io ho un pappagallo, o forse è più corretto dire che lui possiede me e i miei familiari, in quanto detta legge, è l'unico pappagallo che non ha imparato a parlare piuttosto ha insegnato il suo linguaggio a noi, se non rispondi col verso giusto si arrabbia e dà di matto, praticamente siamo i suoi pappagalli
L'aggancio ai passerotti sta che se questi hanno anche solo un decimo della potenzialità dei 5 sensi del mio pappagallo, non mi stupisco minimamente che sentano i pericoli che noi neanche ci accorgiamo. Il/la Sole, infatti, sa perfettamente in che stanza siamo o se siamo in cantina o se sono perfino in garage che sto per entrare in casa, se siamo in avvicinamento o in allontanamento e puoi fare il silenzio e nasconderti quanto vuoi, non serve a nulla, ti scopre.
"carrarmatino" Flyer T4 30/9/2006 (22/5/2011 sostituito motore) "lancillotto" Brompton P6R + nano motor 14/12/2007 "piccola peste" Dahon Speed Pro TT 14/10/2008 "frankenstein" Trek liquid 25 + kit ezee 21/11/2008 dismessa il 28/02/2010 "jobbent" Tw-bents Adventure Plus 08/05/2009 elettrificata con ezee 350W dal 28/02/2010 "the tractor" surly pugsley 27/08/2009 + Cyclone 500 13/11/2009 "the lift" haybike eq xduro fs 12/10/2011 "bumblebee" NCM Milano 24/07/2019 "steamroller blues" NCM Aspen 19/12/2019
Un pappagallo di tutto rispetto il tuo Sole, Job! Merita una poesia:
Il pappagallo
La bestia ha le piume di tanti colori che al sole rilucon cangiando. Su quella finestra egli sta da cent’anni guardando passare la gente. Non parla e non canta.
La gente passando si ferma a guardarlo, si ferma parlando fischiando e cantando, ei guarda tacendo.
Lo chiama la gente, ei guarda tacendo.
(Aldo Palazzeschi )-
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
A dire il vero, finito l'ascolto, un pensiero velato da una punta di cinismo, lo ammetto, mi è sorto spontaneo: "Chi di speranza campa, disperato muore!" Ciononostante, non ho saputo frenare l'impulso di postarlo il video... Forse nella disillusione, continuiamo a cercare negli altri la forza di credere ancora. Chi lo sa...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Riassumo il polpettone avvelenato. Un medico con specializzazione in psichiatria (ma pure in pneumologia) dice che "la gran parte dei virologi, infettivologi, sono allineati sulle informazioni di sistema perchè i virus sono giochi di poteri economici". Invece lui, rispetto ai ricercatori e ai professori che quella materia la studiano e la insegnano in tutto il mondo con metodo scientifico, ci svela in esclusiva per Marcello Palmio (perchè ovviamente la TV corrotta ci nasconode questa verità) che: ..."il covid-19 è già dentro di noi, alberga normalmente nell'80% della popolazione e se facessimo il tampone a tutti scopriremmo che l'80% delle persone è positivo". Peccato che proprio in Veneto oltre l'80% dei tamponi (estesi anche agli asintomatici) abbia dato esito negativo. Che dati avrà letto questo specialista in psichiatria?
Poi arriva il bello: "...inutile parlare di contagio, la diffusione dipende dalla sperimentazione del 5g". Però si può prevenire: con l'isolamento? No! "...con pensieri alcalini, evitando pensieri acidificanti" o come dice quell'altro, il farmacologo Montanari, con le alghe e abbondanti dosi di vitamina C. Chissà perchè in Cina ha funzionato solo l'isolamento personale. Magari non sapevano dell'interazione con il 5g o forse avevano finito le scorte di vitamina C.
E che dire del solito confronto con i morti per altre cause? "solo nel 2019 ci sono stati 8mila decessi per complicanze da altri virus... erano morti di serie B?" No. Casomai ci fidassimo dei numeri dello psichiatra, comunque sarebbero cause di mortalità che si sommano. Oltre a quegli 8mila morti all'anno, sembra che il nuovo coronavirus ne aggiunga circa 3.400 in un solo mese.
C'è chi trova questi affabulatori affascinanti. A me francamente irritano. Il fatto è che sono gli stessi che minimizzavano. Ora di fronte alle camionate di morti raccontano che sono morti CON il coronavirus non PER, oppure sono morti dallo spavento (!) che gli ha tolto il respiro, o magari avevano pensieri troppo acidificanti e non prendevano abbastanza vitamina C, o erano esposti alle onde elettromangetiche del 5g.
I medici opposti alla opinion del contagio, non volendo ora confessare ciò che avevan deriso, e dovendo pur dare un nome generico alla nuova malattia, divenuta troppo comune e troppo palese per andarne senza, trovarono quello di febbri maligne, di febbri pestilenti: miserabile transazione, anzi trufferia di parole, e che pur faceva gran danno; perché, figurando di riconoscere la verità, riusciva ancora a non lasciar credere ciò che più importava di credere, di vedere, che il male s’attaccava per mezzo del contatto. [...] In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci s’è attaccata un’altra idea, l’idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l’idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.
Ihihih...! (Risatina sghignazzante). Ne ero sicura! Di scatenare l'ira funesta di un prudente che tale è solo in apparenza Il video infatti non l' ho postato in una delle discussioni in tema ma l'ho lanciato qui sull'Arca per una mia curiosità. L'ho ascoltato sino alla fine anch'io per quelle sue (che non sono solo sue) considerazioni sul rapporto fra mente e corpo, in quanto più che "mens sana in corpore sano", sono convinta che più vero sia il contrario.Ma non è bastata infine questa condivisione di pensiero a convincermi su tutto il resto da lui enunciato con tanto di terminologia e riferimenti scientifici con cui però si è limitato, questa almeno la mia sensazione, solo, ad enunciati lasciando chi sta vivendo questa realtà attuale, con un pugno di mosche in mano. Anzi... di virus! E difatti la reazione c'è stata ed immediata e la mia curiosità soddisfatta senza però disdegnare altri commenti.
Ahah! " Il venefizio del 5g."! Sembra il titolo di un romanzo di fantascienza. (Cavolo che memoria! Ti ricordi pure come si diceva "veneficio" nel 700!)
A proposito di Promessi sposi (ma l'hai imparato a memoria?), l'immagine agghiacciante della processione dei camion militari, mi ha subito riportato alla mente quella dei carretti su cui i monatti trasportavano i morti di peste.
E a proposito di fantascienza... Da "L'ombra dello scorpione" di Stephen King:
"Nel sottosuolo del deserto californiano, finanziato con il denaro dei contribuenti, qualcuno aveva finalmente inventato una catena di sant'Antonio che funzionava davvero. Una catena di sant'Antonio decisamente letale."
" D'altronde, in tutte le città c'era una mucchio di gente che starnutiva e si soffiava il naso. I germi del raffreddore sono gente socievole, pensò. Ci tengono a dividersi il malloppo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Road Bike 28" Olmo Mod. Supergentleman. Road Bike 28" Olmo "recycled". Road Bike 28" Francesco Moser Mod. San Cristobal Road Bike 28" aluminium Ks Cycling (in fase di elettrificazione). City Bike aluminium 28" MBM Voyager, Cute Q-100. Classic Bike 28" WEG Classic, Cute Q-128SX. MTB full suspension aluminium 26" Sobim Diamond , Cyclone. Folding Bike aluminium 20" Dahon Vitesse D7, Cyclone. Folding Bike aluminium 20" Diamond Minivelo. Folding Bike 16" Dahon Dream-HT660, Cyclone. Folding Bike Brompton A Line LiFePO4 (dal 03/10/2007). Tai nasha no karosha (Live Long And Prosper, Lunga Vita e Prosperità)
ha mescolato pensieri intelligenti con pensieri stupidi.
lo sappiamo tutti che restando a casa ci si stressa e che lo stress può abbassare un po il sistema immunitario, ma se lo dici in questo momento crei il dubbio nelle menti povere che sia meglio uscire in una fase parossistica come questa.
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
ha mescolato pensieri intelligenti con pensieri stupidi.
Non ho afferrato quelli intelligenti, ma magari è colpa mia. Ad esempio: insinuare una relazione con la vaccinazione contro la meningite senza alcuna prova scientifica non mi pare intelligente. Non mi pare intelligente nemmeno paragonare i decessi del 2017 con quelli del 2020: pure se fai una media mensile o trimestrale, stai sempre confrontando un numero definitivo che non può più crescere con un numero parziale, che tra l'altro cresce secondo una curva che ridicolizza i calcoli di quel tizio (agente immobiliare, ex poliziotto e ora youtuber). Poi si domanda cosa sta succedendo al nord tanto da quadruplicare i decessi rispetto alla media strampalata del 2017. Domanda intelligente? io da stupido gli risponderei: si stanno aggiungendo i morti con il coronavirus in un'area dove il contagio non è stato arginato in tempo. E non credo sia una questione di vitamina C o di stress. Ma né io (né lui) possiamo dirci esperti in materia.
BH Emotion Xenion Jumper 27.5 del 2017 con Bosch Performance CX e batteria da 500Wh+extender da 200Wh, bipa da...trekking estremo! ma ancora la vecia BH Emotion City 650 Man del 2010 convertita a MTB sistema Panasonic 26V batteria 10Ah ricellata nel 2018, 7 marce con corona da 41 e pacco pignoni 11-34, ruote da 26" (tutta mia!) una batteria da 16Ah Flyer ricellata a fine 2021 come ricambio per le gite più impegnative (la 18Ah Derby del 2012 l'ho regalata) Kalkhoff Agattu del 2012 con Nexus da 7 marce, batteria 26V 8Ah, per la moglie (ma ogni tanto...) MTB Btwin con ruote da 26" (era del figlio, ex ottimo accompagnatore in gite per città e campagna ma ormai la usa una volta l'anno...) pieghevole Faram Alloy con ruote da 20" e cambio 6 marce biciclette muscolari varie per tutta la famiglia di seconda o terza mano e mi hanno rubato una Kalkhoff Agattu del 2008 con Panasonic 26V batteria 10Ah,ruote da 28", Nexus 7 sp.(era della moglie, ma ogni tanto ...) e due E-Sun pieghevoli con ruote da 20" 6V (una per me e una per la moglie)
Piove... a gocce lente. Dalla finestra socchiusa mi giunge il loro tic... tuc... spluc... Suoni rassicuranti che nella notte scandiscono lo scorrere di un tempo solo mio. Nel silenzio bagnato di pioggia scivola la mente che si ascolta e si ritrova.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"Nel secolo breve in cui la velocità è diventata un’esigenza insieme alla pragmaticità, l’otium si è trasformato in ozio. Il ritiro in sé non corrisponde più alla ricerca di sé ma, anzi, forse potremmo dire alla perdita di sé. L’otium apre invece la strada a quel pensiero che non si accontenta di ciò che gli viene mostrato, ma desidera andare oltre"
Secondo Seneca questa brama viene donata all’uomo dalla natura, che non si accontenta di uno sguardo fugace ma vuole essere contemplata:
QUESTA REPUBBLICA GRANDE NOI POSSIAMO SERVIRLA SINO IN FONDO ANCHE NEL RITIRO, ANZI NON SO SE MEGLIO NEL RITIRO, INDAGANDO CHE COS’È LA VIRTÙ, SE È UNA O MOLTEPLICE, SE LA NATURA O L’EDUCAZIONE RENDE BUONI GLI UOMINI […] DI QUALE NATURA È DIO, SE CONTEMPLA INOPEROSO LA SUA OPERA O VI METTE MANO, SE L’AVVOLGE ALL’ESTERNO O È IMMANENTE AL TUTTO; SE L’UNIVERSO È IMMORTALE O È DA ANNOVERARE TRA LE REALTÀ CADUCHE ED EFFIMERE.
"L'otium del mondo antico era tutto ciò che era lontano dall’attività pubblica, era la cura di sé e della propria saggezza." Per il poeta latino Orazio, l’otium rende liberi dalle ambizioni che rincorre chi si affanna a svolgere l’uno o l’altro compito. Dunque l’otium è la sola via che conduce alla felicità.
All'otium, così come gli intellettuali romani lo intendevano si ispira Nietzsche nel suo " elogio dell’ozio" in “Umano, troppo Umano”:
[..] All’uomo dal carattere forte manca la conoscenza delle molte possibilità; il suo intelletto non è libero, è vincolato, perché in un determinato caso gli mostra forse due sole possibilità; tra queste esso deve ora necessariamente scegliere, secondo tutta la sua natura, e fa ciò senza indugi, in quanto non deve scegliere tra cinquanta possibilità. L’educazione impartita dall’ambiente vuol rendere ogni uomo non libero, mettendogli davanti agli occhi sempre il minor numero di possibilità. Dai suoi educatori l’individuo viene trattato come se fosse sì qualcosa di nuovo, ma dovesse diventare una ripetizione.
[..] funzionari, commercianti, dotti, cioè come esseri generici, non come uomini affatto determinati, singoli, unici; sotto questo punto di vista sono pigri. Non si può ad esempio chiedere, al banchiere che ammucchia denaro, lo scopo di quella sua incessante attività: essa è insensata. Gli attivi rotolano come rotola la pietra, con meccanica stupidità. [..] Tutti gli uomini si dividono, in ogni tempo e anche oggi, in schiavi e liberi: chi infatti non ha per se i due terzi della giornata, è uno schiavo, qualunque cosa sia, politico, commerciante, funzionario, dotto.
[..] Lo spirito libero è un concetto relativo, egli è colui che pensa in modo diverso da come ci si aspetterebbe in base alle sue origini, al suo ambiente, al suo ceto sociale e al suo ufficio, o in base alle opinioni dominanti. "Se l’uomo dal carattere forte è la fibra docile del sistema società, lo spirito libero è il suo errore. Il primo la regola, il secondo l’eccezione. Dinanzi a sé ha molteplici prospettive, nell’incertezza della scelta in virtù della stessa ampiezza, prendono forma la sua libertà e la sua responsabilità. Nietzsche non accetta in alcun modo la cultura dominante del tempo, l’industrializzazione che dalle fabbriche passa alla vita, al sapere, dunque all’individuo che smette di essere tale. La novità individuale viene trattata alla stregua di un errore da risolvere, da semplificare in qualcosa di già noto, conoscerlo; non appena egli è conosciuto, diviene un altro anello da aggiungere alla catena sociale. Conoscere qualcuno non per amor di conoscenza, ma per eliminare lo spessore del suo io e imprigionarlo. Ciascuno di noi può essere l’uomo forte nel momento stesso in cui è docile fibra della società, i cui valori accetta senza spirito critico e ne diventa, a favore di essa, una maschera priva di valore nella sfera individuale. Che abbia il nome di dotto o apicoltore, è questione d’ordine infimo, costoro peccano dello stesso male: hanno annichilito il proprio io in un grigio fumo d’industria di cui sono divenuti atomica parte. Qui la forza dell’uomo contemporaneo secondo Nietzsche: nell’abbandono della propria libertà individuale che è, in primo luogo, de-responsabilizzazione.
Egli, l’uomo dal carattere forte, sacrifica se stesso ad una verità assoluta, espressione e prigionia della cultura dominante; con la creazione di questo vincolo, intorno al quale elimina se stesso, elimina la responsabilità di essere primo motore delle proprie azioni e scelte. Rotola semplicemente una grande pietra, compiacendosi del suo perpetuo girare sempre nella stessa direzione. La de-responsabilizzazione si applica nel momento in cui egli rimette la propria scelta non al suo intelletto, il suo lògos per dirla alla greca, ma ad una monolitica verità che la società impone."
In realtà, ero entrata solo per condividere un link che potrebbe interessare a chi vuole trasformare l'ozio anticoronavirus, in otium antiottundimento mediatico.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ascoltavo una canzone di Dalla e mentre riflettevo sul significato del testo, mi domandavo quanti ne avessero colto il senso e in generale quante canzoni vengono veramente capite non limitandosi soltanto ad ascoltarne la musica o canticchiando solo la parte del ritornello che essendo ripetuto più volte rimane più impresso nella mente ma senza avere consapevolezza di quello che viene ripetuto solo mnemonicamente. Come per esempio l'"ora pro nobis" in chiesa dai fedeli, i più dei quali rispondono al via dato dal prete, come un riflesso condizionato e basta, senza chiedersi che sta dicendo lui e nemmeno loro. Perché questo esempio? E che ne so! E non è che ci deve sempre essere un perché dietro a tutto quello che uno dice anche spontaneamente senza un progetto ben calcolato! Poi, va' a vedere nei meandri della mente cosa succede... Immagino ci sia un omino seduto su una sediolina con su scritto "regia", che fa scorrere continuamente fra le dita, avanti e indietro, una lunghissima pellicola da cui taglia fotogrammi, alcuni dei quali per cestinarli, altri per incollarli nei punti di maggiore pertinenza e connessione. Comunque sia, metti per esempio, tornando alle canzoni, quella postata da Prudente, "Chan Chan": chi la conosce e magari ne canticchia il motivo intercalando di tanto in tanto quelle due paroline e non più di queste certamente, si è mai chiesto cosa o chi sia questo Chan Chan? No, perché un mio conoscente una volta mi rispose che era forse il nome di un ballo, confondendosi magari col Can Can o con il Cha Cha Cha, che rispetto al primo nato in Francia, aveva quantomeno in comune con Chan Chan, il luogo di nascita: Cuba! Chan Chan e Juanica, in realtà, sono nella canzone due innamorati che vanno in spiaggia per prendere la sabbia necessaria a costruire la loro povera casa. Juanica si muove però in modo sensuale, ancheggiando mentre agita il setaccio, la qual cosa agita anche Chan Chan. Nel ritornello vengono citate le città che attraversa Chan Chan per arrivare a Mayarí, forse ogni volta che va a trovare la sua amata... non so di preciso, è solo una mia congettura. In ogni caso, canzoni come questa di cui non capiamo il testo, possono creare in noi grandi emozioni grazie alla forza del linguaggio musicale ma anche per la cadenza accattivante della lingua parlata o meglio cantata. Vorrei aggiungere infine qualche informazione, per chi non lo conoscesse, su Compay Segundo: Máximo Francisco Repilado Muñoz, più conosciuto come Compay Segundo, il veterano dei cantanti cubani, morto all'età di 95 anni nel 2003, è stato il leggendario protagonista del Vista Social Club. Questi:
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Siamo noi, siamo in tanti Ci nascondiamo di notte Per paura degli automobilisti Dei linotipisti Siamo i gatti neri Siamo i pessimisti Siamo i cattivi pensieri E non abbiamo da mangiare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Babbo, che eri un gran cacciatore Di quaglie e di fagiani Caccia via queste mosche Che non mi fanno dormire Che mi fanno arrabbiare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare È inutile Non c'è più lavoro Non c'è più decoro Dio o chi per lui Sta cercando di dividerci Di farci del male Di farci annegare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Con la forza di un ricatto L'uomo diventò qualcuno Resuscitò anche i morti Spalancò prigioni Bloccò sei treni Con relativi vagoni Innalzò per un attimo il povero Ad un ruolo difficile da mantenere Poi lo lasciò cadere A piangere e a urlare Solo in mezzo al mare Com'è profondo il mare Poi da solo l'urlo Diventò un tamburo E il povero come un lampo Nel cielo sicuro Cominciò una guerra Per conquistare Quello scherzo di terra Che il suo grande cuore Doveva coltivare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Ma la terra Gli fu portata via Compresa quella rimasta addosso Fu scaraventato In un palazzo, in un fosso Non ricordo bene Poi una storia di catene Bastonate E chirurgia sperimentale Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Intanto un mistico Forse un aviatore Inventò la commozione E rimise d'accordo tutti I belli con i brutti Con qualche danno per i brutti Che si videro consegnare Un pezzo di specchio Così da potersi guardare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Frattanto i pesci Dai quali discendiamo tutti Assistettero curiosi Al dramma collettivo Di questo mondo Che a loro indubbiamente Doveva sembrar cattivo E cominciarono a pensare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare È chiaro Che il pensiero dà fastidio Anche se chi pensa È muto come un pesce Anzi un pesce E come pesce è difficile da bloccare Perché lo protegge il mare Com'è profondo il mare Certo Chi comanda Non è disposto a fare distinzioni poetiche Il pensiero come l'oceano Non lo puoi bloccare Non lo puoi recintare Così stanno bruciando il mare Così stanno uccidendo il mare Così stanno umiliando il mare Così stanno piegando il mare
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Inserito il - 28/03/2020 : 03:24:28 Ascoltavo una canzone di Dalla e mentre riflettevo sul significato del testo, mi domandavo quanti ne avessero colto il senso
dormire no?
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).