Supersimbol2: e non sa di essere commestibile....... il problema per voi si complica?
Per me no. Che si spari alla nutria o al cane per me non fa nessuna differenza, in quanto proverei per ambedue la stessa grande pena. E che ad una tavola venga servito uno spezzatino di nutria e ad un'altra quello di cane, non fa lo stesso nessuna differenza. Il problema si complica per te semmai, se per esempio hai un cane e il tuo vicino di una "cultura" diversa dalla tua, se lo porta a casa sua e... se lo cucina a dovere. O se il tuo amichetto a quattro zampe se ne va bel bello a trotterellare per i campi dove qualcuno sta giocando al tiro al bersaglio contro la nutria e si ritrova per sua mala sorte nella traiettoria di tiro del proiettile che lo becca in pieno o non muore subito ma dopo una lenta agonia tale e quale a quella della nutria ferita gravemente.
Il problema in realtà si complica per la nutria e non perché sappia o meno di essere commestibile, ma perché anche lei come tutti gli animali, si ritrova in balia dei capricci di una mente instabile, quella dell'uomo che si arroga un potere di vita o di morte su di essi e con eguale arroganza si ritiene superiore anche al suo simile che quella selezione opera in maniera diversa dalla sua.
E mentre da un lato c'è un sindaco che sprona i suoi concittadini a mangiare nutrie a volontà per eliminarle finalmente con tutti i problemi ad esse connessi, anche se a suo dire, senza ragione "c’è un senso di ripudio nei confronti della nutria" volendo in realtà dire "ripugnanza" mentre il ripudio meglio si adatterebbe nei confronti di un sindaco che ignora (oltre all'italiano), la sensibilità di quella parte di cittadinanza non propensa alla caccia... alle streghe;
dall'altro e sempre per esempio c'è l'OIPA (di Ancona) che della nutria scrive:
"...un essere estremamente innocuo... che per ignoranza e per il loro aspetto (soprattutto per la coda che può ricordare quella dei ratti) capita spesso che siano vittime di immotivate fobie e di comportamenti violenti nei loro confronti, che sempre più spesso sfociano nell’uccisione. In molti casi si è parlato di abbattimento di massa o di sterminio, con qualunque mezzo e in qualunque periodo dell'anno, giustificando il tutto con la necessità del “contenimento”. Allora, se di contenimento si vuol parlare, OIPA ha già proposto ed utilizzato con successo in altre zone di Italia, metodi efficaci e non cruenti, applicabili a questa e ad altre specie. Uno tra tutti è il controllo della fertilità, applicabile utilizzando la sterilizzazione di ambo i sessi e il rilascio degli esemplari nel medesimo posto di prelievo (come già avviene ad esempio con i gatti). Di sicuro l'investimento iniziale per questi metodi non cruenti, può risultare impegnativo, ma offre un risultatoben più duraturo nel tempo e sicuramente più etico e civile.“ (ANCONATODAY)
E infine c'è chi addirittura le nutrie... le nutre!
In effetti, sì Claudio, "...l uomo e' dannoso perche c'e' un uomo che osserva questo."
Ehm... Job, la coda della nutria non si vedeva bene nella foto!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Poi spiegherò. Ma nessuno ti/vi impedisce nell'attesa di riflettere su dove voglia andare a parare con tale immagine! Mmmm...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
...che se due brutti stanno insieme si trovano bene e non notano nulla di brutto
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Ti dirò, Claudio... in un certo senso ci sei andato vicino ma non tanto al perché della foto in risposta al post di Prudente, quanto a ciò che avrei aggiunto e aggiungerò dopo la spiegazione che mi accingo a dare di questa presenza... aliena.
Giustamente, Prudente, hai voluto sottolineare che a salvare il tenero ghiro sia stato un "uomo" perché in realtà a salvare gli animali spesso provvedono anche gli... alieni! Ecco perché la foto.
Sì, proprio loro, e ovviamente per evitare che finiscano di nuovo nelle mani umane sbagliate o che anche solo per un caso fortuito possano trovarsi di nuovo in pericolo, se li portano a casa loro: negli altri mondi! Come lo so? Beh, la terribile Mafalda ha le sue fonti anche lì
e con tanto di documentazione fotografica:
Questi ultimi due sono stati ripresi durante la fase di teletrasporto. No, perché a volte hanno un po' di nostalgia della terra e li fanno scendere.
Ops! No, questo non è un cane alieno ma semmai... alienato! Spesso infatti quelli che scendono, data un'occhiata in giro. si fanno venire a riprendere. Dagli alieni!
Comunque sia, come appare chiaro da queste immagini, anche lassù, gli animali vivendo a stretto contatto con chi li accudisce, finiscono per diventare simili a loro anche fisicamente! Ho detto anche lassù, perché quaggiù, parlando adesso un po' più seriamente, il fenomeno è abbastanza comune e cioé che l'animale finisce per assomigliare all'uomo con cui vive e viceversa. Secondo gli psicologi comportamentisti, si tratterebbe di ciò che essi definiscono "mero effetto di esposizione", e che ha a che fare con la "familiarità" e cioè con ciò che ci è familiare, abituale e che il nostro cervello accetta subito in quanto già conosciuto e rassicurante. Nel caso di un cane, per esempio, esso diventa una sorta di specchio che riflette l'aspetto del suo amico uomo il quale ve lo trasferisce insieme alla tranquillità e alla sicurezza del suo equilibrio interiore o malauguratamente alle sue nevrosi e instabilità psichiche.
Quel che è certo è che le persone nello scegliere un animale di compagnia tendono a preferire quello che caratterialmente è più simile a lui.
P.S.: Grazie Prudente e ricambio così:
C'è da morire...! Dalla tenerezza!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"E lucevan le stelle, e olezzava la terra, stridea l'uscio dell'orto e un passo sfiorava la rena. Entrava ella, fragrante, mi cadea fra le braccia. Oh! Dolci baci, o languide carezze, mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli! Svanì per sempre il sogno mio d'amore... l'ora è fuggita, e muoio disperato, e muoio disperato! E non ho amato mai tanto la vita! tanto la vita."
E' il solito rincorrersi dei pensieri sull'onda di un'immagine, di una parola, di un profumo,di una musica... Già, la musica ha un effetto scatenante perfino sull'inconscio più profondo, là dove cerchiamo di seppellire i ricordi scomodi o che ci fanno soffrire ma anche di momenti belli della nostra vita cui non avevamo più rivoltoi nostri pensieri. A me questo bellissimo brano della Tosca, per esempio, tutte le volte che l'ascolto, mi crea nella mente un immediato flahsback unito ad una sensazione sempre uguale in cui la tenerezza si confonde con la tristezza.L'immagine che riaffiora è quella di mio padre che si rade col suo rasoio a lametta, in piedi davanti allo specchio mentre puntualmente cantava, o meglio canticchiava, quest'aria della Tosca. Oddio, ogni tanto si lasciava prendere un po' dall'enfasi del tragico e alzava di qualche tono il timbro della voce per poi contenersi quasi intimidito dalla sua audacia e continuando infatti poi a mormorarla. E nel rivederla questa immagine sorrido sempre ma poi la nostalgia di lui, presenza rassicurante nel mondo dell'infanzia, prende il sopravvento e con essa un po' di tristezza. Perché l'infanzia? Perché nel ricordo, malgrado io avessi continuato ad assistere alla scena anche in età adulta, io sono bambina... La mente è diabolica!
Quindi caro Epitteto, ritorno a dire che la vita di chi ci ha amato e che abbiamo amato, non si cancella con un colpo di spugna quando non farà più parte della nostra ed è semplicemente umano provare dolore che col tempo si attenuerà, certo, ma la cicatrice rimane e quando la guardi... ricordi. Io penso, Epitteto, almeno per quel che ho letto della tua vita, che tu non sia stato molto amato, anzi più che altro maltrattato e fino alla fine purtroppo molto brutta anche questa. Eppure eri quello che si dice un tipo interessante che dovrebbe contare più della bellezza esteriore, che a te invece mancava. E di certo l'essere stato anche schiavo, ha influito sullo sviluppo di una speculazione filosofica fra i cui principii mi piace ricordare questo:
“Libero è colui al quale ogni accadimento si verifica in armonia con la scelta morale di fondo e che nessuno può impedire”. (Epitteto, 1,12,9)
Libero quindi come una farfalla... La cui vita nel susseguirsi di varie trasformazioni, è breve sì ma intensa.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Vissi d'arte, vissi d'amore, non feci mai male ad anima viva! Con man furtiva Quante miserie conobbi aiutai. Sempre con fè sincera La mia preghiera Ai santi tabernacoli salì. Sempre con fè sincera Diedi fiori agl'altar. Nell'ora del dolore Perché, perché, Signore, Perché me ne rimuneri così? Diedi gioielli della Madonna al manto, e diedi il canto agli astri, al ciel, Che ne ridean più belli. Nell'ora del dolor Perché, perché, Signor, Ah, perché me ne rimuneri così?
“L’etica di un non credente è più pura e disinteressata di quella di un credente che si comporta bene perché spera nella ricompensa e teme la punizione nell’aldilà.”
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Con tutto il rispetto per la scienziata che fu, le gerarchie di purezza etica mi abbagliano troppo. Però quello sembrerebbe un banale aforisma acchiappalaic per non dire un giudizio morale grossolano: accomunare tutti i credenti e peggio ancora subordinarli tutti in purezza rispetto a qualunque miscredente, mi sembra poco scientifico. (Poi è anche facile arrivare primi in purezza se la classifica ce la facciamo da soli) Il "Bene" poi è un concetto filosofico che meriterebbe più prudenza. Platone per esempio evitava di scrivere troppo a riguardo. Al massimo si spingeva a parlare del "figlio" del Bene, descrivendolo metaforicamente come un sole che permette di illuminare i colori visibili all'occhio: senza luce, anche gli occhi diventano inutili. L'astronomia ha gli occhi puntati sugli astri e ne studia le leggi. Del Legislatore è meglio non parlare: è un tema complicato, troppo abbagliante. Che non sia l'anziano dipinto con la barba, o un occhio nel triangolo o un sole, è relativamente facile da capire. Ma ci sarà pur sempre Uno... "Uno al di sopra del bene e del male" come indica -non a caso- Battiato. Uno -più elevato di Job e Claudio, di me, di te, del sistema solare...- Uno al di sopra dei poli positivo e negativo con cui girano anche le ruote elettriche. Insomma: negare l'esistenza del Legislatore universale mi sembra presuntuoso e semplicistico almeno quanto d'altra parte possa sembrare sciocco tentare di descriverlo con una barba o con i raggi o chiamandola al femminile "Natura" (come faccio anch'io). Per questo io non farei classifiche di purezza. Io so di non saperne abbastanza e di capire poco chi ostenta certezze in materia. Concordo invece: Epitteto era un tipo interessante. Ma dire che era stoico perchè schiavo (in realtà "maltrattato" nemmeno tanto) è un po' come dire che Leopardi era pessimista perchè aveva la gobba.
prudente: Con tutto il rispetto per la scienziata che fu, le gerarchie di purezza etica mi abbagliano troppo.
Prudente... Ma l'hai guardata bene la foto della Hack? A te sembra una che come scopo nella vita abbia avuto quello di... abbagliare? Coi suoi vestiti sempre almeno due taglie in più rispetto alla sua, con quei capelli che del taglio alla moda se n'è sempre fatta un baffo, con calzettoni forse maschili e dall'improbabile abbinamento di colore, semplicemente perché magari non sapeva neanche il significato della parola abbinamento, mentre importante era solo che tenessero ben stretti i pantaloni per non impigliarsi tra i raggi delle ruote. E le ciabattine di tela? No, perché se le saltava all'improvviso il ghiribizzo di andarsi a fare un giro in bici, la inforcava e partiva, indossando quello che aveva più a portata di mano. Questo immagino io di questa donna per la quale, al di là del "rispetto per la scienziata che fu", pur anche lei essere umano con le sue contraddizioni, io ho nutrito sempre oltre ad ammirazione soprattutto una grande simpatia per quella sua spontaneità e semplicità mai offuscati dai bagliori della fama mentre l'unico bagliore che sempre le interessò fu quello delle stelle.
Tu invece che fai? T'impanchi sul significato e il valore della parola "purezza" che potevi anche semplicemente intendere nel senso di "spontaneità" etichettando Margherita col termine di "miscredente"! Dici che è sinonimo di "atea" cosa da lei sempre dichiarata e quindi parola non offensiva? Eh! Ma ci sarà pure un motivo se hai sparato miscredente piuttosto che atea contro chi secondo te ha osato considerare i fedeli nella scala dei valori secondo purezza, ad un gradino più in basso rispetto agli... infedeli. Parola quella di miscredente che ha infatti in sé un senso dispregiativo nell'immaginario collettivo o magari solo nel mio, in quanto coniata dalla religione cristiana nei confronti di quei non credenti, empi, sacrileghi, contro cui scatenò quella guerra che ovviamente chiamò santa per giustificarla dinanzi al loro Dio, ai suoi comandamenti nonché ai suoi fedeli. Ma tra l'altro e tu lo sai meglio di me, la religione poco c'entrava mentre molto di più le questioni di potere, di politiche espansionistiche di infedeli da fermare e magari approfittarne per farli diventare... fedeli. Come loro. Perché il fedele è migliore, il fedele è nel giusto e se te lo dice lui che c'è un dio e fra l'altro migliore di tutti gli altri dii, non c'è verità che tenga più della loro! Dove sta l'arroganza quindi, Prudente, nel credente o nell'ateo? Dove sono le contraddizioni maggiori nel vivere umano? Nell'uno o nell'altro? Ha fatto più danno l'ateo o chi ritenendosi l'eletto da Dio ha sterminato e continua a farlo in nome suo milioni di esseri umani? Quello che so è che chiudersi dentro ad un cerchio crea maggiore distanza fra i propri simili che dentro a quel cerchio non vogliono entrare, mente compresa e di certo non renderà più facile in esso, l'individuazione del bene... o di suo figlio! La scelta morale, la "prohairesis" di Epitteto secondo il quale i giudizi che diamo dei fatti saranno adeguati o non adeguati a seconda delle prospettive che scegliamo rispetto ai fatti, quanto può essere libera dentro quel cerchio in cui la prospettiva è solo una? Riguardo poi all'"aforisma acchiappalaici", l'unica cosa che voleva acchiappare era di prendere due piccioni con una fava senza entrare nel merito che innesca discussioni infinite:
1: postare la foto della Hack che trovo deliziosa, cagnolino compreso e che da tempo mi ripromettevo di condividere finendo sempre per dimenticarlo
2: unire come didascalia che fosse solo tale e non una dissertazione filosofica-religiosa che sempre mal si adatta in questa sede più di quella certamente sugli animali, quel pensiero... miscredente, come riflesso di un mio pensiero che mi nacque spontaneo leggendo le parole dell'aria da te gentilmente condivisa e che ho molto apprezzato (non è che il non avertelo puntualizzato ha contribuito a farti mettere da parte la... prudenza?)
Queste le parole galeotte: ...Diedi gioielli della Madonna al manto... Nell'ora del dolor Perché, perché, Signor,Ah, perché me ne rimuneri così?
Mi venne da pensare a come certo spiritualismo non riesca a staccarsi dal materialismo terreno dove tutto deve avere un prezzo e nulla viene dato o fatto per nulla, rimanendo sempre in attesa che prima o poi arrivi la contropartita, pretendendola anzi. Tutto qui.
prudente: Concordo invece: Epitteto era un tipo interessante. Ma dire che era stoico perchè schiavo (in realtà "maltrattato" nemmeno tanto) è un po' come dire che Leopardi era pessimista perchè aveva la gobba.
Era stoico perché schiavo? Quando, dove, l'avrei scritto? Ho scritto "l'essere stato anche schiavo, HA INFLUITO sullo sviluppo della sua speculazione filosofica".
Leopardi comunque di gobbe ne aveva due, una davanti e una dietro e a parte anche una salute in generale molto cagionevole aggiungi soprattutto che ebbe come madre una donna dispotica, religiosa fino al fanatismo che mai gli diede anche solo un bacio.
Ora, la schiavitù nella vita di Epitteto e le gobbe, la salute precaria, la madre-matrigna (come la natura) nella vita di Leopardi, sono secondo la Psicologia, eventi nella vita di una persona che ne costituiscono il suo "vissuto" ovvero l'esperienza singolare e personale di ciascun uomo nella cui psiche o nel suo sé o ancora nella sua coscienza, lascerà la sue tracce. Esiste cioè un nesso circolare tra le emozioni e l’apprendimento legato all’esperienza.
Riguardo al pessimismo dell'immenso poeta, personalmente accolgo molto più di buon grado la connotazione di "realismo" nel suo pensiero in cui non c'è nemmeno rassegnazione. Il vissuto quindi nel caso di Epitteto e di Leopardi diventa materiale importante per la speculazione filosofica nell'uno mentre nell'altro per la poesia che scaturisce dalla profondità del suo pensiero come arma per esorcizzare il dolore.
La mia è ovviamente solo una vergognosa sintesi su argomenti di portata immane su cui continuano e continueranno a dibattere le grandi menti nei vari ambiti del loro pensiero che poi si intersecano fra di loro ampliandosi le "prospettive" da cui il pensiero si muove sempre più libero. E questo è... un bel pensare.
Leopardi:
Quando io vedo la natura in questi luoghi che veramente sono ameni (unica cosa buona che abbiala mia patria) e in questi tempi spezialmente, mi sento così trasportare fuor di me stesso, che mi parrebbe di far peccato mortale a non curarmene, e a lasciar passare questo ardore di gioventù, ea voler divenire buon prosatore, e aspettare una ventina d'anni per darmi alla poesia. Lettera a Pietro Giordani – 30 Aprile 1817
Uno de’ maggiori frutti che io mi propongo e spero da’ miei versi, è che essi riscaldino la miavecchiezza col calore della mia gioventù; è di assaporarli in quella età, e provar qualche reliquia.
Quando l’uomo concepisce amore tutto il mondo si dilegua dagli occhi suoi, non si vede più se non l’oggetto amato... Non ho mai provato pensiero che astragga l’animo così potentemente da tutte le cose circostanti come l’amore Zibaldone – 1817, 1818
Citazioni, queste, "acchiappatutti", credenti e non, di "banale" c'è solo il male di cui è più facile cadere preda, mentre più ardua è la scelta del bene che io penso si realizzi innanzitutto e soprattutto attraverso il sentimento di empatia verso il proprio simile, verso la natura e di chi ne fa parte. Sentimento che laddove esiste, prescinde dal credere o meno all'esistenza di un dio.
Ricordo dei versi a proposito dell'"altro" e forse di uno psicologo che mi hanno colpita ma al momento non ho tempo per andarli a cercare. Ma se vi interessa conoscerli abbiate un po' di pazienza e prima o poi li troverò.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Ha fatto più danno l'ateo o chi ritenendosi l'eletto da Dio ha sterminato e continua a farlo in nome suo milioni di esseri umani?
nessuno dei due, perché stiamo facendo finta di vegliare, perché come ombre sono e sono stati i nostri giorni sulla "terra".
ed insistiamo con l'inganno consueto.
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Claudio02: ...come ombre sono e sono stati i nostri giorni sulla "terra".
ed insistiamo con l'inganno consueto.
Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore da ubriaco.
Poi, come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi, case, colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
EUGENIO MONTALE, Ossi di Seppia 1925
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Forse [...]vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle...
Quel nulla assomiglia ad una licenza poetica per indicare invece tutto (giocando con i negativi dell'immagine). Ed in questo sarebbe perfettamente platonico. Lo dirà pure meglio: "Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto".
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
I Limoni.
Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall’azzurro: più chiaro si ascolta il sussurro dei rami amici nell’aria che quasi non si muove, e i sensi di quest’odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l’odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose s’abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l’anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità. Lo sguardo fruga d’intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinità.
Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta il tedio dell’inverno sulle case, la luce si fa avara – amara l’anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d’oro della solarità.
Eugenio Montale - Ossi di seppia 1925
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Stavo postando una canzone per associazione con la precedente, quando rivolgendo lo sguardo al penultimo post, ho letto:
importante era solo che tenessero ben stretti i pantaloni per non impigliarsi tra i raggi delle ruote.
Non sarà stato che parlando di stelle m'è venuto spontaneo pensare ai raggi? Ovviamente era agi ingranaggi dei pedali che la mente abbagliata dalla Hack voleva riferirsi!
La canzone appartiene all'album del grande De André: "Non al denaro non all'amore nè al cielo...":
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Se io, ancor che nessuno, potessi avere sul volto quel lampo fugace che quegli alberi hanno, avrei quella gioia delle cose al di fuori, perché la gioia è dell’attimo; dispare col sole che gela. Qualunque cosa m’avrebbe meglio giovato della vita che vivo – vivere questa vita di estraneo che da lui, dal sole, mi era venuta! Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente, non avere radici, per l’anima, da vivere soltanto di vedere! Neanche a me appartenere! Andare avanti, andare dietro l’assenza di avere un fine, e l’ansia di conseguirlo! Viaggiare così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra
e cielo.
Fernando Pessoa - Il violinista pazzo
Non fluì dalla strada del nord né dalla via del sud la sua musica selvaggia per la prima volta nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all' improvviso nel sentiero, tutti uscirono ad ascoltarlo, all' improvviso se ne andò, e invano sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse in ogni cuore un desiderio di libertà. Non era una melodia, e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano, in un luogo assai remoto, costretti a vivere, essi sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio che ognuno ha nel proprio seno, il senso perduto che appartiene alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì d' essere malmaritata, L' appassionato e contento amante si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d' aver solo sognato, i cuori solitari che erano tristi si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore che al tatto lascia polvere senza terra, la prima ora dell' anima gemella, quella parte che ci completa,
l' ombra che viene a benedire dalle inespresse profondità lambite la luminosa inquietudine migliore del riposo.
Così come venne andò via. Lo sentirono come un mezzo-essere. Poi, dolcemente, si confuse con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso, morì la loro estatica speranza, e poco dopo dimenticarono che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere, poiché la vita non è voluta, ritorna nell' ora dei sogni, col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda - risplendente come la luna nuova dove il sogno-vita diventa cenere - la melodia del violinista pazzo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Ciao Job. Vorrei postare un doc. pdf evitando di fare copia-incolla del...papello! Come si fa? Ti ringrazio anticipatamente così...
Oh! Guarda che è una rarità di questi tempi!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ehm.. A volte la soluzione di un problema è sotto i nostri occhi dove è sempre stata ma non la vediamo perché non c'è nemmeno il problema! Grazie lo stesso Job ma ho risolto nel senso che non c'era nulla da risolvere. Tranquillo, il regalo rimane tuo!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
Daniele Consolini: Un viaggio in bicicletta libera l'anima
A quanto pare, Consolini, su di te non ha funzionato...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Fatemi capire....90 pagine...seconda parte...quindi come minimo altre 90 pagine di... OT
Neanche male per un forum che dovrebbe parlare di ebike... mentre in kit e fai da te si intrippano se parlare o no di monopattini...
Questo è un post particolare dove con tocchi di musica, citazioni di poeti, considerazioni filosofiche si entra in altra dimensione per inspirare aria diversa
Fuggi quello studio del quale la resultante opera more coll'operante d'essa. (Leonardo)
Modificato da - giordano5847 in data 09/12/2020 11:14:26
Mi ero un po' assentato per disintossicarmi , rientro e mi trovo un regalo senza aver fatto nulla... che bello ! smack!
Non solo, ne trovo 2: la foto di Margherita a Barcola con sullo sfondo il castello di miramare. La si incontrava così, come fosse una gattara non una scienziata di fama, ci ho anche parlato alcune volte , forse l'unica persona famosa che non ero in imbarazzo a fermare per strada anche per dire solo ovvietà tipo "che bella giornata" . Aveva un caratteraccio ruvido e negli ultimi anni era anche un po' violenta verbalmente con chi non le piaceva, ma tra misantropi ci si riconosce subito (brutti fuori, e più che belli dentro come vuole il detto, direi veraci e sinceri dentro) Era estremamente attaccata alla vita nel senso di "vitalità", ricordo quanto si incavolò perchè la commissione medica non le rinnovò la patente e solo pochi mesi prima di morire .
"carrarmatino" Flyer T4 30/9/2006 (22/5/2011 sostituito motore) "lancillotto" Brompton P6R + nano motor 14/12/2007 "piccola peste" Dahon Speed Pro TT 14/10/2008 "frankenstein" Trek liquid 25 + kit ezee 21/11/2008 dismessa il 28/02/2010 "jobbent" Tw-bents Adventure Plus 08/05/2009 elettrificata con ezee 350W dal 28/02/2010 "the tractor" surly pugsley 27/08/2009 + Cyclone 500 13/11/2009 "the lift" haybike eq xduro fs 12/10/2011 "bumblebee" NCM Milano 24/07/2019 "steamroller blues" NCM Aspen 19/12/2019
A dire il vero, Sergio, il concetto di "brava persona" non credo sia facilmente definibile e non sono quindi certa come sembri esserlo tu che io lo sia, non perlomeno nella eventuale relazione con la perfezione. D'altro canto io perfetta, non vorrei esserlo e siccome comunque ritengo che la perfezione non c'entri con la "brava persona", ho una chance in più per esserlo. Penso che la mia confusione sul concetto di "brava" persona sia da ricondurre al mio vissuto già dell'infanzia in cui la benedetta anzi maledetta parola incombeva come un macigno sulla mia piccola vita di ogni santo (che tale non era a quanto pare e meno male!) giorno! No, perché era un continuo sentirmi ripetere: "Fai la brava, eh! Hai fatto la brava a scuola? Ah! Oggi non sei stata brava! Se non fai la brava non ti porto al mare!..." E tanto altro ancora in cui il tormentone insinuava già nella mia testolina il dubbio amletico (ero una bambina precoce!): "Brava o non brava...that is the question!" "Eccheccavolo!" mi dicevo e già il tormentone dava i suoi primi risultati di sensi di colpa che proiettavano rabbia nell'uso di un linguaggio, precoce anche quello! -Ma che diavolo faccio di male?!" E anche il diavolo cominciava a fare capolino scalzando santità! E se c'era di mezzo il ricatto del mare e allora sì che facevo il diavolo. A quattro! E in effetti ripensandoci ancora oggi continuo a chiedermi:"Ma che diavolo facevo di "male" per essere ossessionata dalla parola "bene"?!" Certo è che il vissuto non te lo scrolli facilmente di dosso se non imparando e proprio da esso e in questo caso, che sono gli altri che in realtà possono avere le idee confuse su di me e che devo fidarmi soprattutto di me stessa, della opinione che ho di quella me stessa da cui cercare di tirare più che posso sempre il meglio affinché già di per sé la ricerca del bene sia un valido motivo per potermi rivolgere a quella bambina dicendole: "Tranquilla... sei stata sempre brava. Cerchiamo di continuare ad esserlo."
Comunque sia! Il tuo voleva essere un pensiero gentile per cui mi pareva doveroso in ogni caso ringraziarti. Ehm... è che poi il pensiero con le sue grandi ali... vola. Appunto!
Sergio: Ibla vanno benissimo i funghi ma non quelli velenosi
Il veleno lo abbiamo tutti.L'importante è non usarlo
Il vero problema reputo non sia quello di usarlo o meno ma non è certo usandolo che staremo meglio anzi forse peggio, quanto quello di non tenerlo dentro coltivandolo, il che danneggerebbe noi stessi non solo psichicamente ma come è sempre inevitabile, fisicamente. Dovremmo quindi per quanto ci è possibile, liberarcene con quel lavoro di introspezione che tendiamo ad evitare perché quanto è più bello e soddisfacente l'analisi sugli altri di quella su noi stessi! Dovremmo fare una specie di scansione, di frammentazione della sostanza di cui il "veleno" è composto, analizzarne ogni sua parte separatamente per meglio capire quando, cosa o chi ce l'ha pian, piano iniettato dentro e soprattutto come abbiamo potuto permettere che ciò accadesse, che cioè la nostra mente invece di elaborare una strategia vincente contro il suo nemico se ne lasciasse sopraffare offuscata dalla rabbia.
Dice Sun Tzu nella sua "Arte della guerra": “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
Beh, nell'arte della vita, può essere utile saperlo, no?
Comunque sia io penso che rabbia e veleno si alimentano a vicenda e la mente rischia di entrare in un loop, uscire dal quale sarà sempre più difficile se non la liberiamo dalle zavorre inutili.
Riprendo i versi di Montale citati un po' più su da Prudente:
"Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto".
In due piccoli versi, Montale è riuscito a svelarci una grande verità.
Sergio: Sai, ho problemi con la mia cagnolina che ha quasi 17 anni.
Una amica che mi è stata e sta sempre al mio fianco. È strano per chi non ha mai avuto un cane Per me è normale. Ho 59 anni e I cani sono sempre stati con me.
Troppo Grassa...Nooooo...Adesso ha 17 anni e demenza cognitiva ma fa nulla le starò vicino fino all'ultimo respiro.
Che dolcezza... Ehm... un po' grassottella in effetti lo è! Eh! Cavolo, Sergio, non le fa bene specie da quando ha cominciato a muoversi sempre meno. Opta per una alimentazione più... light! Ora si dice così, eh!
Sergio:Ecco chi sono veramente io!
Pensa invece Sergio, con quanti "io" doveva avere a che fare Pessoa! Cioè lui firmava le sue infinite opere con nomi sempre diversi che non sono quelli che noi solitamente identifichiamo con la parola "pseudonimo", il quale ultimo sostituisce solo il nome vero dell'autore ma la persona, la sua personalità, è unica. Nel caso di Pessoa invece, i nomi con cui firmava le sue opere si definiscono "eteronimi" (dal greco: heteros= diverso e onoma = nome, cioè autore fittizio), e ad ognuno egli dava una propria esistenza ed una distinta personalità.
Di questi suoi "alter ego", egli stesso dice:
"… questa tendenza (cioè crearsi compagni immaginari) non passò con l’infanzia, si sviluppò nell’adolescenza, si radicò con la crescita, divenne alla fine la forma naturale del mio spirito”. “Oggi oramai non ho personalità: quanto in me c'è di essere umano l’ho diviso tra gli autori vari della cui opera sono stato l’esecutore. Io oggi sono il punto focale di riunione di una piccola umanità solo mia”. “L’origine mentale dei miei eteronimi è nella mia tendenza organica e costante verso la spersonalizzazione. Questi fenomeni non si manifestano nella vita reale ma si sono mentalizzati in me … li vivo solo con me stesso”. “Sono immagini dell’anima”.
Beh, diciamo che la scansione, la frammentazione di cui sopra, non si è limitato a fare solo di un sentimento o di una singola connotazione del suo, in una parola sola e più semplicisticamente, carattere, ma su ogni tassello del suo sé o della sua anima, se preferite, scoprendone le molteplici sfaccettature ma riconducibili secondo me tutte allo steso e unico uomo Pessoa. Trovo infatti significativa oltre che molto bella, l'immagine finale di questi suoi versi:
Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.
(…)
A te, a voi, sembra che ci sia qualcosa di patologico in tutto ciò? A me no. E poi, ditemi pure tranquillamente se sbaglio, ma a voi non sembra di riconoscere il quel "niente" da lui ripetuto che però "contiene tutti i sogni del mondo" quel "niente che forse è tutto" di Montale?
E' una riflessione che facevo adesso senza approfondimento alcuno, a sensazione. Va bene anche solo la sensazione. Vostra!
Giordano5847: Questo è un post particolare dove con tocchi di musica, citazioni di poeti, considerazioni filosofiche si entra in altra dimensione per inspirare aria diversa
Job: ...smack!
C'è da morire! Specie se non te l'aspetti da un... misantropo!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ah! Quasi dimenticavo. Ho trovato poi i versi cui accennavo più su che non erano comunque di uno psicologo ma nella pagina di uno psicologo. Li ho ritrovati subito ma non li ho postati perché aspettavo una standing ovation di non dico tutti ma di una discreta platea urlante: "Versi! Versi! Versi!..." Eheheh! Ma noo... me lo sono ricordato adesso a proposito del "sé" e dell'"altro da sé". Eccoli:
Uno sconosciuto è mio amico,
uno che io non conosco,
uno sconosciuto lontano lontano.
Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia.
Perché egli non è presso me.
Perché egli forse non esiste affatto?
Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza?
Che colmi tutta la Terra della tua assenza?
Pär Fabian Lagerkvist Poeta
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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Sergiom2
Utente Master
Campania
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Inserito il - 12/12/2020 : 20:28:54
La befana con il covid? Però, attenti alla dentiera Fa più danni del virus
Sergiom2
Utente Master
Campania
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Inserito il - 12/12/2020 : 21:11:31
È sempre un piacere leggere i tuoi messaggi, sogni, racconti e parole che oramai non sono più di uso comune. Spesso mi incanto nel cercare quale sia il significato che realmente vuoi comunicare. Ma anche se non ci riesco sappi che i tuoi post mi rilassano e mi mettono di buon umore.
Ci hai azzeccato, Sergio! Trattasi infatti dell'ultimo murale di Banksy eseguito in un sobborgo di Bristol (sua città natale), dal titolo "Aachoo!" Rappresenta infatti un'anziana signora che starnutisce così forte che le salta perfino la dentiera! Ahah! E, sì, c'è un ironico riferimento a quel mostriciattolo invisibile che però a renderlo visibile ci pensano i riflettori puntati su di lui 24/24. Buio completo sui veri mostri, quelli che non sarà certamente un vaccino a farli fuori. Intanto i riflettori cominciano a spostarsi dal mostriciattolo, sulle scritte a lettere cubitali: UPS. Per una consegna Veloce e Affidabile, delle pozioni magiche che salveranno il mondo.
P.S.: Ah! Per quello che hai scritto prima... ehm... Grazie.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
prudente: Mi avete fatto tornare in mente l'intrepido idraulico di Caprarola. Bastano anche soli 5 minuti partendo dal 20° minuto.
Prudente... L'avevo già visto qualche anno fa ma l'ho guardato tutto per intero di nuovo perché mi piace molto Margherita Buy. Tant'è che ho finito col guardare anche un cortometraggio (Io donna), che mi ha incuriosita proprio perché lei ne era la protagonista. E mi ha fatto ridere (più di Bova che a me comunque non dice nulla neanche come attore), il personaggio dell'antiquario nella scena in cui la Buy gli vende i suoi mobili. E quando esce fuori la sua foto dal portafogli?! Ahahah! C'è da dire anche, almeno secondo me, che l'accento romanesco, mimica compresa, giocano un ruolo non da poco nel rendere più comica la scena!
Sai, Prudente, cosa ha fatto tornare in mente invece a me, il discorso sul fare la brava... persona? Una cosa che ha detto Papa Francesco ad un suo cardinale appena da lui nominato in sostituzione di quello che il bravo non l'aveva fatto perché andava a giocarsi le elemosine dei fedeli... a tombola! E vabbé, dico io, a Natale chi è che non gioca a tombola?! Comunque sia, ti dicevo, sai cosa ha sussurrato Francesco al nuovo, dopo avergli messo la berretta e sembra assestandogliela con quello che è sembrato uno scappellotto, mentre gli guardava il dito che quello gli porgeva, titubante se infilargli o no l'anello pastorale d'oro e zaffiri? "Fai il bravo..." E solo dopo averglielo detto finalmente gli infilò l'anello al dito ma con sguardo truce. Non ci credi? No?! E siccome a quanto pare tu lo incroci spesso, vallo a chiedere a lui, a Francesco com'è andata veramente. E non è finita qui! Sembra che la concittadina del cardinale, la "prima" concittadina, appena saputo del suo compaesano salito nelle alte sfere, piena d'orgoglio (come una madre per suo figlio!), abbia pensato subito ad un bel regalo da fare come premio per l'ascesa... al Cielo? Ma no, no! Qui si parla di salite ai piani alti ma siamo proprio terra, terra. In Cielo il piano è unico. Almeno così dicono... Insomma, per farla breve annuncia quindi a nome di tutta la cittadinanza, almeno di quella ancora in loco, di quelli emigrati non so, di voler pagare il conto della sartoria che allestirà l'abito talare, mutande comprese. Di tasca propria? Ma che dici Prudente?! E' che tu in questi casi vuoi fare il prudente ad ogni costo! E se no perché farlo il regalo a nome della cittadinanza tutta? Eh! E dalla santa sartoria di Roma arriva finalmente la busta con tanto di sigillo in ceralacca con dentro il conto: ...+ ...+ ...+ ...+.............. TOT = € 6000 Mutande comprese! E magari determinanti a far lievitare il conto saranno state proprio queste! Non ti dico quei quattro gatti di miscredenti di sinistra (Oddio! Sinistra... Mmm!), come si son messi a fare! Il diavolo a quattro! Ovviamente! Ma lei, la prima Cittadina, e proprio perché arrivata prima di loro rimasti dietro, si è affacciata alla finestra come si conviene a chi rimane fedele a certe tradizioni e ha urlato ma con enfasi ai quattro gatti e ai quattro venti, (preparati il fazzoletto, Prudente..):
"...Come una madre provvede a coprire il figlio vestendolo, così questa città ha voluto fare con il proprio figlio, interpretando il desiderio dei nostri cittadini”.
Servito il fazzoletto, Prudente? No, perché ti devo dire la verità da quella brava persona che sembra io sia, a me sono iniziate a colare giù per il viso, lacrime a fiotti. Ho addirittura corso per un momento il rischio di fare... il salto di qualità.
Ah! Sembra stia preparando una grande festa per la visita che il suo illustre compaesano le andrà a fare. Ha persino messo la banda del paese sotto torchio perché si alleni a suonare una musica di benvenuto... come Dio comanda! La marcia trionfale? Ma no, no, Prudente! Stasera non ne azzecchi una! E' la musica di una canzone che gli canterà lei stessa! Questa:
P.S.: Ma dici che la sartoria di Francesco lo cucirebbe un vestito col sacco delle patate? Per l'altro Francesco. Dice che del suo ormai sono rimasti solo i buchi delle maniche e della testa... Ti interessi? Grazie. Sei proprio una brava persona.
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Inserito il - 15/12/2020 : 22:57:44
Secondo me, facciamo troppe elucubrazioni.
Pensare è divino ma pensare troppo è diabolico.
Io non ho mai pensato chissà cosa, penso solo che le competizioni non dovrebbero esistere nella vita.
Dove c'è un vincente c'è un perdente!
Non capisco a cosa servono le competizioni, a far capire che si è superiori?
A me di tutte ste storie, sinceramente, non me frega niente.
Sergiom2
Utente Master
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Inserito il - 15/12/2020 : 23:03:10
Vivi e lascia vivere! Cara amica, ho 59 anni e un po' la vita l'ho vissuta. Al di là delle frasi retoriche penso che chi è un inetto lo sarà per sempre!
Sergiom2: Pensare è divino ma pensare troppo è diabolico.
Vivi e lascia vivere!
"Penso", Sergio, che diabolico è stato ed è il "pensiero unico" che decidendo quando è "troppo" il pensare degli altri, "non li lascia vivere".
"Pensa", Sergio. che c'è stato da secoli e continua a esserci chi del suo Pensiero ha fatto invece uno strumento per indurre l'uomo in quanto essere pensante, a pensare. Perfino oltre il conoscibile. Diceva Socrate che, pensa, di mestiere faceva il Pensatore: "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare."
Ma è proprio ciò che preoccupò i politici di allora che credettero bene sulla base di false accuse di condannarlo a morte che egli accettò (somministrandosi poi da sé la cicuta) perché come dichiarò nel suo ultimo discorso:
"[...] a quelli che hanno votato per la mia condanna a morte. E a loro dico anche questo: voi forse credete, cittadini ateniesi, di avermi colto in difetto di discorsi con cui convincervi, se avessi ritenuto indispensabile fare e dire di tutto pur di sfuggire alla condanna. Ma non è così. Sono stato colto in difetto, ma non certo di discorsi, bensì di sfrontatezza e spudoratezza, e di voglia di dirvi quello che avreste ascoltato con più piacere: lamenti, pianti e molte altre azioni e parole indegne di me - dico - ma che voi siete abituati a sentire dagli altri. Tuttavia, io non ritenni allora doveroso comportarmi in modo indegno di un uomo libero per paura del pericolo, e non mi pento ora di essermi difeso così, ma preferisco di gran lunga morire con questa autodifesa che vivere in quel modo.[...] [...] Perché se pensate che basti uccidere le persone per impedire di criticarvi perché non vivete rettamente, non pensate bene. Non è questa la liberazione - né possibile, né bella - ma quella, bellissima e facilissima, non di reprimere gli altri, bensì preparare se stessi per essere quanto possibile eccellenti. Con questo vaticinio per voi che avete votato contro di me prendo congedo.[...]"
Meriterebbe essere citato integralmente ma se uno vuole, l' "Apologia di Socrate", scritta da Platone, può andarsela a leggere dove e quando vuole. E' un bel pensare bello da leggere su cui pensare.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Sergiom2
Utente Master
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Inserito il - 16/12/2020 : 23:38:24
Ibla, non si devono indurre le persone a pensare. Lo fanno da sole... Se non ci riescono le fai pensare quello che vuoi...
Sergiom2: Ibla, non si devono indurre le persone a pensare. Lo fanno da sole... Se non ci riescono le fai pensare quello che vuoi...
Si nun scinn a funn nun 'o può sape'
Te la faccio breve anche perché sono cotta. Socrate per "far pensare" i suoi interlocutori usava la "maiuetica" e vado di Treccani, bello sintetico e chiaro!
maièutica s. f. ([dal gr. #956;#945;#953;#949;#965;#964;#953;#954;#8053; (#964;#8051;#967;#957;#951;), propr. «(arte) ostetrica», «ostetricia», der. di #956;#945;#8150;#945; «mamma, levatrice»].
– Termine con cui viene generalm. designato il metodo dialogico tipico di Socrate, il quale, secondo Platone (dialogo Teeteto), si sarebbe comportato come una levatrice, aiutando gli altri a «partorire» la verità: tale metodo consisteva nell’esercizio del dialogo, ossia in domande e risposte tali da spingere l’interlocutore a ricercare dentro di sé la verità, determinandola in maniera il più possibile autonoma.
Personalmente, stare a parlare con uno che annuisce sempre, non m'interessa proprio, né convincere chi non la pensa come me mettendolo magari sotto tortura. Nel dialogo fra due persone che hanno voglia di pensare c'è per ambedue la possibilità che si apra un varco nella mente, attraverso cui scoprire uno scorcio prima n ascosto e ad essa sconosciuto. Chi preferisce "nun scinne a funn" e rimanere a galleggiare, in superficie, è, appunto un superficiale, uno che non approfondendo non conosce e non conoscendo non può approfondire. Il problema nasce quando su certe questioni costituendo una bella fetta quella dei superficiali che seguono supinamente chi decide per loro e proprio di loro si serve per raggiungere propri obiettivi egoistici , contribuiranno pesantemente non sul bene comune ma sul danno comune.
E poi... E poi niente. C'è anche un bisogno a volte solo di silenzio...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).