Bengi
Utente Master
    
 Veneto
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Inserito il - 08/02/2013 : 20:00:17
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E' sera, una buia, fredda sera d'inverno dell'anno 2093. Il nonno è seduto davanti al focolare col suo nipotino. Il tempo scorre lento e allora il bimbo che non sa che fare, si rivolge al vecchio: “Dài nonno, raccontami una favola!” E lui: “Sì, ora ti voglio raccontare una bella favola che ho sognato proprio la notte scorsa.”
“In un pianeta lontano chiamato Ratter, c'era il Paese di Ialtia. Ad un certo punto, dopo 60 anni di pace, scoppiò una guerra: la terza dell'era moderna. Ma questa fu una guerra diversa dalle altre perchè non si combatté con le atomiche. La finanza internazionale aveva scatenato la sua guerra per il predominio, per lo svuotamento delle democrazie e degli Stati. Era un superorganismo che non rendeva conto a nessuno, che aveva a sua disposizione i media, i politici, gli stessi governi. Tale guerra non si combatté sul campo di battaglia o con le bombe, ma nelle redazioni dei giornali, nelle televisioni, negli uffici all'ultimo piano delle lobby finanziarie, delle agenzie di rating, delle multinazionali. Le armi erano la notizia non data, la menzogna, il politico imposto da poteri forti, il sottacere, la demonizzazione delle alternative politiche, la pietrificazione delle idee come se i cambiamenti fossero impossibili, ma soprattutto eversivi, contro un ordine costituito, che si considerava intoccabile, inamovibile. Era una guerra strana in quanto nessuno l'aveva mai dichiarata, era una guerra silenziosa, ma molto insidiosa e malvagia. L'informazione era stata per lungo tempo la sua arma invincibile. La menzogna, l'attacco gratuito e vendicativo, la macchina della calunnia sempre pronta all'uso da parte di servi ben pagati ... La guerra era condotta contro chiunque si poneva fuori dal Sistema a livello, locale, regionale, mondiale. Chiunque metteva in dubbio l'equità e l'onestà del potere costituito, era marchiato come "anti", “contro”, “fuori”.... Il Sistema per reggersi aveva bisogno dei suoi vassalli nei singoli Stati. Avevano nomi diversi in diversi Paesi, ma la stesso identico obiettivo, la stessa matrice dell'informazione, lo stesso disprezzo di ogni volontà popolare, in nome di una globalizzazione che cancellava le libertà individuali e la stessa struttura delle nazioni. Ma c'erano delle persone con la mente sveglia che non si adeguarono, che avevano preso coscienza. Non avevano armi per combatterla ma per questo non si rassegnarono. Passarono dallo sconforto alla speranza, dalla paura alla voglia di riscatto: ci fu un manipolo di coraggiosi che si fece portavoce, che iniziò a svegliare le coscienze, a far comprendere che un popolo deve essere innanzitutto una comunità dove ognuno è disposto a dedicarsi all'altro al più debole, al più indifeso, dove non si può agire solo per sfruttare l'altro a proprio vantaggio, per il profitto ad ogni costo! La situazione era diventata insostenibile: tutti correvano, lavoravano incessantemente per procurarsi beni materiali. Come travolti in una spirale inarrestabile consumavano sempre più bruciando rapidamente le risorse naturali del pianeta, senza rendersi conto che la vera ricchezza non sta nelle cose che si posseggono, ma nella nobiltà d'animo che rende davvero liberi e sereni. E la luce tornò nelle menti delle persone, per troppo tempo assopite, buie, anestetizzate da un potere oligarchico, organizzato per dominare le nazioni. E l'incantesimo si ruppe. I pochi potenti che soggiogavano i popoli, furono scoperti e cacciati: col coraggio, la consapevolezza e l'intelligenza la guerra fu vinta e la persone tornarono ad essere finalmente delle persone UMANE e delle persone LIBERE!”
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